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1.Non c'è discorso tra i moltissimi che circolano sul rapporto tra minori e media che sfugga alle insidie di due pregiudizi di fondo: quello dell'integrità psichica da salvaguardare e promuovere nei soggetti in crescita, e quello degli attentati che a tale integrità vengono dall'azione dei media. Il problema più rilevante, su questo fronte, è a mio avviso rappresentato dal fatto che schemi del tipo di quelli indicati non vengono presentati come "ipotesi di lavoro" ma come "dati di fatto": di conseguenza, avviene assai raramente che si mettano in discussione idee su i bambini e sugli adolescenti o idee sulle macchine della conoscenza e dell'esperienza che, nell'attingere a luoghi comuni caratterizzati da pressapochismo e rigidità e nel rifiutare un approccio più sereno e pacato al complesso delle variabili in gioco, danno per risolta o risolvibile la questione; salvo poi dover riconoscere che ogni azione volta a regolamentare il rapporto minori-media, sia riducendo gli spazi di autonomia dei gestori dei media sia investendo in sede scolastica e familiare sullo sviluppo di competenze critiche delle quali dotare i giovani, affonda dentro una palude vischiosa di dubbi, controreazioni, sofismi interpretativi. Già sarebbe un buon passo in avanti riconoscere che queste tematiche, pur essendo di portata pubblica e coinvolgendo quotidianamente l'universo degli adulti direttamente o indirettamente impegnati sul terreno educativo - o forse proprio per questo!-, meritano un supplemento di analisi e di problematizzazione. E' in questa direzione che si sviluppano le considerazioni seguenti: facendo propria l'esigenza di misurarsi con un impegno di storicizzazione delle idee correnti di "minore", utilizzano l'universo dei media non come problema materiale ma come risorsa per la concettualizzazione dei nuovi spazi di identificazione dell'infanzia. 1.1 Perché lo ho chiamate "considerazioni non in linea"? Per due ragioni. La prima è di merito. I ragionamenti proposti qui (il cui approdo epistemologico viene esplicitato nel punto 7.1) esprimono punti di vista e idee che mettono a dura prova le ideologie correnti in fatto di media e bambini, e avviano una critica dei presupposti su cui si basano le critiche più diffuse nei confronti dell'azione dei mezzi della conoscenza e della comunicazione sui soggetti in crescita. La seconda ragione ha a che fare con la struttura discorsiva delle considerazioni che qui propongo. Che è duplice: per un verso procede secondo un andamento lineare (come risulta dai punti contrassegnati con un solo numero), per un altro sviluppa aperture di tipo reticolare, o ipertestuale, collegando gli approfondimenti di alcuni dei passaggi dell'esposizione lineare ad una serie di nodi problematici disposti in modo orizzontale (come risulta dai punti contrassegnati con una numerazione doppia).
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