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Memoria
e Riflessioni sulla approvazione della legge 180
di
Eliodoro Novello
La
riforma del 1968
Fu
agli inizi degli anni 60 che lungo l'asse Veneto,
Lombardia , Emilia, Toscana si saldò l'incontro di
allora giovani psichiatri Ospedalieri che riuscirono poi
a coinvolgere nella progettualità riformista la maggior
parte dei colleghi italiani sino ad assumere a Napoli ,
nel 1963 , la responsabilità di gestire l'AMOPI (
Associazione Medici Ospedali Psichiatrici Italiani) unica
realtà associativa del genere esistente allora nel
nostro paese.
Cominciò così un'opera di pubblicizzazione e di
comparazione delle realtà manicomiali italiane e delle
prospettive che potevano aprirsi modificando presupposti
e modalità tecnico giuridiche del ricovero ospedaliero
psichiatrico in uno con lo spostamento all'esterno delle
strutture ospedaliere del baricentro dell'assistenza
psichiatrica.
Operazione culturale non facile in quanto comportava un
impegno a tempo pieno nelle strutture pubbliche di fronte
al fatto che per la maggior parte dei medici degli O.P la
sostanziale parte degli introiti, visti gli inadeguati
compensi percepiti con il lavoro istituzionale , era
legata alle prestazioni convenzionate presso gli enti
mutualistici (INAM INAIL ecc)
Per cui le iniziative per il cambiamento legislativo
inerente ai malati dovette necessariamente coniugarsi con
iniziative atte a modificare lo stato normativo-giuridico
del personale medico e non e , conseguentemente, il loro
trattamento economico.
A mio parere è nel 1968, con la legge 431, è da
collocare il fondamentale punto di svolta dell'assistenza
psichiatrica In Italia anche se fallì il tentativo di
inserire gli OP nella riforma degli ospedali generali
attuata dal ministro Mariotti con la legge 132/68
fallimento legato alle resistenze delle Amministrazioni
Provinciali che , bianche o rosse che fossero non vollero
perdere il potere politico ed elettorale legato dagli OP
che da soli rappresentavano metà delle dotazioni di
bilancio e di personale . E anche se fra i giuristi i
problemi relativi alla limitazione della libertà
personale legata a disturbi psichici non era ancora
oggetto di riflessione significative per una modifica del
disposto legislativo del 1905 il problema di un
intervento legislativo avente per oggetto l'assistenza
psichiatrica non poté essere eluso soprattutto dopo il
"libro bianco" sullo stato dell'assistenza
psichiatrica in Italia fatto pubblicare dal Ministro
della Sanità e la presentazione di una proposta di legge
per l'assistenza psichiatrica che in realtà poneva le
basi per un controllo di polizia di tutti gli utenti dei
servizi Psichiatrici ospedalieri o ambulatoriali che
fossero.
Rispondemmo con un contro libro bianco di critica
argomentato e documentato alle proposte ministeriali ed
il risultato fu la rinuncia ministeriale a quel testo e
l'elaborazione di una legge stralcio la 431/68 che pur
senza affrontare di fatto i problemi di fondo legati
all'OP in realtà modificò profondamente
l'organizzazione e le possibilità operative all'interno
degli OP stessi sia per l'aumentata dotazione di
personale, soprattutto medico e il riconoscimento di
normative concorsuali e retributive riprese da quanto
stabilito pochi mesi prima per gli ospedali civili, sia,
soprattutto, con il riconoscimento di un ricovero
volontario, non più legato alle decisioni del direttore
e del tribunale e alla possibilità di trasformare il
ricovero coatto in un ricovero volontario, anch'essa
convertita a figure mediche diverse dal direttore.
L'istituzione dei Centri di Salute Mentale, pure affiadati
alle amministrazioni provinciali contribuiva, poi,
decisamente a facilitare le dimissioni.
L'applicazione di questa legge trovò, purtroppo,
interpretazioni differenziate a livello di
amministrazioni provinciali ed una diversificazione
dell'impegno da parte del personale medico anche i
rapporto alla scelta del tempo pieno o del tempo definito
nella prestazione istituzionale.
Comunque il cospicuo aumento della dotazione di personale
medico, il suo maggior impegno nell'istituzione , la
contemporanea istituzione di Cliniche Psichiatriche
Universitarie autonome, sedi di specifiche preparazione
specialistica, oltre ad incrementare l'assistenza favorì
una netta crescita culturale fra i medici, mentre per gli
infermieri le resistenze di tipo sindacale non
consentirono di avviare una idonea qualificazione
attraverso l'aumento del livello di scolarità di base e
una adeguata preparazione professionale specifica.
Laddove amministratori e psichiatri furono aperti e
pronti nell'applicare i nuovi dettami legislativi si
aprì, veramente, una nuova stagione per l'assistenza
psichiatrica con riferimento sostanzialmente a due filoni
culturali: quello che si richiama all'esperienza francese
del "settore" psichiatrico e quello che si
richiamava alle esperienze inglesi di Maxwel Jones di cui
pioniere fu F.Basaglia a Gorizia.
Per l'esperienza di settore furono luoghi di riferimento
in particolare Varese, Padova e Firenze.
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