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Quinte Giornate Psichiatriche Ascolane
IL DELIRIO: UBIQUITARIO E NON SEMPRE INUTILE

ASCOLI PICENO
PALAZZO DEI CAPITANI
12 - 15 MAGGIO 2004

IL CONGRESSO ON LINE - REPORT ED INTERVISTE ESCLUSIVE DALLE SALE CONGRESSUALI


PRIMA GIORNATA - MERCOLEDI' 12 MAGGIO 2004
I REPORT DALLE SALE CONGRESSUALI

R.Rossi ìUtilitaí di Canossa: il delirio come salvaguardiaî

ìÖcostor sui sepolcrali marmi affilano il pugnal per trucidarmiÖî: ecco un esempio di delirio che si trova nel ìDon Carlosî; delirio che, sempre, si accompagna con la megalomania: ìÖvincitor deí secoli il nome mio faroíÖî. Vediamo dunque come la struttura megalomania narcisistica frustrata accompagni sempre il delirio, unitamente al masochismo( la sofferenza viene trasformata in grandiositaí).
Ed esempio di tale diade megalomania-narcisismo eí anche il delirio che troviamo nel ìEnrico IVî di Pirandello, da cui appare chiaro come il delirio sia una costruzione dellíIo narrante, che salvaguarda: il crollo del delirio di Enrico coincide infatti con líuccisione del rivale in amore. Resta il quesito: quando si eí sani e quando si ammattisce?...E di che materiale eí fatto il delirio? Le tre caratteristiche del delirio vengono identificate nella componebte narrativa, di racconto con un aspetto strutturale di cui emerge la costruzione difensiva, come disperato tentativo di restaurare un Io che sta andando in pezzi. Sorge qui il quesito con cui ogni psichiatra si confronta del rischio di migliorare il delirio e peggiorare lo stato del pazienteÖ
Dal punto di vista psicoanalitico, la definizione di delirio risulta difficile, ma individuabile come il massimo della relazione possibile in regime narcisistico.
La struttura narrativa del delirio si colloca dunque nel riferimento alla coscienza di realtaí o allíerrore cognitivo; nella necessitaí di farvi entrare la realtaí; ma nella Wahnstimmung si libera della realtý e del cognitivo, definendosi come fenomeno dellíarea emotiva.
Rossi parla ancora dellíaspetto bipartito del delirio: líuno tirato fuori dal fil rouge della nostra narrazione interna, come funzionamento automatico e astorico, in cui il contenuto eí accessorio ed il delirio eí prevalentemente uno stato díanimo.
Líaltro, legato al filo storico e narrativo, in cui il contenuto eí importante che ha a che fare con un funzionamento mentale a partire da premesse psicologiche e relazionali.
Il concetto psicoanalitico di catatimia, in realtaí, abolisce questa dicotomia.
Per concludere, il delirio eí: un movimento fantastico che soddisfa un desiderio, nellíambito di un processo cognitivo allíinterno del narcisismo. La trama e la restaurazione di un regime di onnipotenza o di desiderio soddisfatto. Líordito e la sofferenza masochistica della implicita frustrazione. Insomma, la ricerca di un equilibrio di narcisismo e di realtaíÖ


B. Callieri interviene nellíottica ìdellíaprirsi al delirioî, del delirio misterioso di ogni esperienza, dello sbocco verso il delirio dopo il crollo di qualcosa, dopo una frattura.
Ritiene il delirio uno dei nodo piuí profondi di tutta la psicopatologia e sceglie di parlare della sospensione di un significato e della necessitaí di aggrapparsi ad un altro significato.
Vede lo stato díanimo delirante come una via di transito, un sentiero che tiene sospeso il discorso in ognuno di noi, nella nostra struttura narrante, evidenziando il limite della perplessitaí.
Nella psicosi qualcosa inevitabilmente viene alla luce, uníidea che allude al drammatico spezzarsi di qualcosa, ad una frattura, ad un evento di perdita e morte (ìla veritaí ñ dice Heiddeger ñ eí uno svelamentoî).
Riprende poi Biswanger nella sua definizione di psicosi come un esperimento che la natura compie, poicheí rivela strutture nascoste, in uníoscillazione fra distruzione e costruzione, smarrimento e ritrovamento, esaltazione e vergogna. Esamina poi la questione se il delirio sia una tormentata condivisione affettiva o solo un giudizio erroneo della realtaí, se la paranoia sia il prototipo del pensiero delirante puro, in ìuna tensione fra líintelligenza delle emozioni e la profonda emotivitý dellíintelligenzaî.
La psicoanalisi sembra aver integrato ed accolto i due poli dellíaffettivitaí e cognitivitaí, attraversando tutto il nostro essere e cogliendo gli aspetti prelinguistici in esso contenuti: la frustrazione si colloca nellíarea prelinguistica e quindi líespressivitaí non puoí essere specifica. Sottolinea quindi il pensiero di Minkowski a proposito della penetranza della sensorialitaí nel mondo del pensiero e quindi del significato stesso dei sensi, misterioso significato che ci fa entrare nella galleria oscura della psicosi delirante.
Líesodio psicotico eí dunque una crisi che sconvolge definitivamente e di cui líindividuo resta prigioniero per sempre. Descrive per concludere un caso clinico esemplificativo e commovente per il suo tragico epilogo che ci porta a riflettere sul profondo rapporto tra alcune azioni suicide e la perdita del significato, con líesperienza del panico come sentimento della voragine del nulla e vissuto di uníapocalisse.


La seduta pomeridiana si apre con la relazione ìAmore e dolore dellíesperienza psicopatologica del delirioî di G.Borsetti dell'Universita' di Ancona
Come precisa Borsetti stesso, il titolo allude alla peculiaritaí del rapporto con il paziente psicotico, descritto come testimonianza non tanto di cambiamento, ma di una possibilitaí di raccogliere un frammento di esistenzaÖ
In uníottica dinamica jungiana qualsiasi esperienza passa per un totale coinvolgimento del terapeuta nellíincontro col paziente: il paziente psicotico, in particolare, ha smarrito il significato, líesserci ìin maniera significativaî.
Il vissuto della sofferenza del paziente, in questíottica, ed il significato che questo assume, diventa vissuto anche del terapeuta. Percheí cioí avvenga eí necessaria una esperienza di desimbolizzazione ed accostamento allíaltro, dove le forme simboliche si presentano in maniera dirompente. Possiamo cercare di offrire la nostra empatia come un simbolo di una integrazione che muove come specchio dalle figurazioni frammentarie del caos psicoticoe tende alla configurazione di un cosmo duale.
La funzione speculare del terapeuta puoí tradurre al paziente la sua immagine latente positiva.
Il terapeuta, dunque, eí partecipe del delirio: questo eí costituito da un materiale altamente simbolico per recuperare, integrare, un Io frammentato. Líascolto attivo permette di introdurre líinterezza della nostra presenza in un mondo, quello delirante, che eí di per seí la negazione stessa dellíuno e, contemporaneamente, sollecita il paziente a trascendersi attraverso líintroduzione della dualitaí partecipe. Il terapeuta rivive nel paziente psicotico il suo personale momento di angoscia primaria e offre al paziente la sua attualizzazione affincheí egli si dischiuda una via diversa da quella della disperazione, proponendo líessere uomini come una possibilitaí realizzabile.
ìForte eí líuomo che sopravvive a se stessoî.


Il DSM di Ascoli Piceno presenta con un video e molte foto le attivitaí svolte con i pazienti psicotici e il percorso fatto dal gruppo di lavoro nellíorganizzazione dellíassistenza.
Eí una presentazione a piuí voci che vuole illustrare il percorso storico dallíesperienza manicomiale alla attuale organizzazione territoriale volta a una cura dei bisogni complessi attraverso la rete dei servizi offerti.
Da ìluogo sanitarioî in cui il SINTOMO eí centrale necessariamente a psichiatria sociale che favorisce il processo di appartenenza non solo al servizio ma soprattutto al contesto in cui il paziente vive, da psichiatria segregante a psichiatria aperta in stretta connessione con la realtaí territoriale.
Eí la volta di Pierluigi Scapicchio che presenta una relazione sul tema ìManifestazioni deliranti nelle demenzeî.
La loro definizione eí: ìalterazioni della percezione, del contenuto del pensiero, dellíumore o del comportamento che si osservano frequentemente nel paziente dementeî.
Eí uníarea critica dal punto di vista dellíintervento terapeutico, per la difficoltaí di avere dati univoci e unificanti che si trasformino in una terapia standardizzata.
I quadri psicotici senili possono avere origini diverse, i fattori di rischio sono líinvecchiamento cerebrale, i disturbi cognitivi, il parkinson e la bradifrenia.
Centrale eí la presenza di sintomatologia delirante con una pervasivitaí comportamentale caratteristicamente bassa rispetto a pazienti piuí giovani.
I dosaggi degli antipsicotici sono infine piuí bassi in questo tipo di pazienti a paritaí di risultati clinici.
Interviene Callieri che in riferimento alla relazione di Borsetti sottolinea che laddove sia possibile cogliere la dimensione simbolica del delirio, lií eí possibile una via psicoterapica nelal cura del delirio.

A conclusione della prima giornata congressuale, i lavori sono proseguiti nel maestoso Auditorium, ove si eí tenuto un Evento Speciale dal titolo ìImmagini della Follia: schizzati, in paranoia, con voci, etc.î, a cura del Prof. Vittorio Volterra dellíUniversitaí di Bologna.
Questíultimo ha mostrato una serie di spezzoni significativi, tratti da venticinque film, allíinterno dei quali eí possibile individuare uníentitý patologica, ed in particolar modo la schizofrenia, la paranoia, i deliri, le allucinazioni visive ed uditive. Si Ë soffermato sullíesordio psicotico del personaggio interpretato da J. Nicholson in ìShiningî, sui deliri persecutori di G. Hackman nel film di F. Ford Coppola ìLa conversazioneî e di R. Crowe in ìBeautiful mindî. Passando poi ad una dimensione piuí coartata, regredita, quasi catatonica, con líausilio delle immagini di ìBad Buddy Boyî, ha poi mostrato la relazione con la sua psichiatra della ragazzina ecoprassica del mirabile film di Nelo Risi ispirato al libro ìDiario di una schizofrenicaî. Ha quindi proseguito con il fulcro del tema congressuale, vale a dire con il tema del delirio: ìLíinfernoî di Chabrol vede nel suo nascere e svilupparsi, a partire da un aspetto ossessivo, un tipico delirio di gelosia o meglio di tradimento, fino allíarrivo allíattenzione clinica del medico, cosií come tale fenomeno eí reso bene ed anche in modo divertente, accanto a deliri di riferimento, nel capolavoro di Bunuel ìElî. Ancora ha osservato la nascita di un folle criminale, per un Edipo mai risolto, del personaggio di ìPsychoî di Hitchcock, il delirio megalomanico fino alla morte di Klaus Kinsky ìfurore di Dioî, quello grandioso e salvifico di Robin Williams nella ìLeggenda del re pescatoreî, quello di rivendicazione di R. De Niro in ìCape Fearî.
Nel celebre ìAmmutinamento del Caineî si puoí vedere il passaggio dalla persecuzione di tipo ossessivo sino allíinsorgere di un vero e proprio delirio paranoide nellíinterpretazione di H. Bogart. Presenta, infine, líesperienza in una casa famiglia del personaggio di ìSpiderî di Cronemberg, líironica rappresentazione di B. Wilder in ìQuando la moglie eí in vacanzaî del delirio di riferimento di Tom Ewell, terminando questo excursus cinematografico con un omaggio a Fellini con la scena di Amarcord in cui Ciccio Ingrassia arrampicato in cima ad un albero grida al cielo, reiteratamente ìVoglio una donna!î.
Segue una stimolante discussione in sala che analizza i fattori che influenzano líimpatto dei film di carattere psichiatrico sul pubblico in generale e porta a sottolineare líestrema difficoltaí nel ricreare sul grande schermo il nostro mondo interno e la pazzia, noncheí il sogno, che, pur procedendo per immagini come nelle pellicole fotografiche, nella traslazione filmica subisce una elaborazione secondaria e quindi muta. Esempi di questíultimo cui il Prof. Volterra ha pertanto invitato alla visione sono ìI misteri dellíanimaî e ìSpecchio scuroî.

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COLLABORAZIONI

Dato l'alto numero degli avvenimenti congressuali che ogni anno vengono organizzati in Italia e nel mondo sarebbe oltremodo gradita la collaborazione dei lettori nella segnalazione "tempestiva" di congressi e convegni che così potranno trovare spazio di presentazione nelle pagine della rubrica.
Il materiale concernente il programma congressuale e la sua presentazione scientico-organizzativa puo' essere mandato via posta elettronica possibilmente in formato WORD per un suo rapido trasferimento online

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