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Quinte Giornate Psichiatriche Ascolane
IL DELIRIO: UBIQUITARIO E NON SEMPRE INUTILE

ASCOLI PICENO
PALAZZO DEI CAPITANI
12 - 15 MAGGIO 2004

IL CONGRESSO ON LINE - REPORT ED INTERVISTE ESCLUSIVE DALLE SALE CONGRESSUALI


INTERVISTA A ARNALDO BALLERINI

ìBill Gates dice che internet eí un luogo senza resistenza; Jaspers dice, nel definirlo, che líoggetto eí qualcosa che ci oppone resistenza; i confini degli oggetti nel virtuale sono impalpabili, proprio percheí manca la resistenza; internet eí il luogo dove piuí che mai si trovano tutti i deliri del mondo; secondo te, come psicopatologo, il virtuale eí un luogo in cui il delirio puoí, per queste ragioni svilupparsi di piuí che nel mondo reale?î
ìBeí, secondo me sií, percheí partendo dalla definizione classica di delirio, se io alludo ad un confine, un solco tracciato, che eí materialmente tracciato nella terra per quanto riguarda il delirio, anche dal punto vista psicopatologicoÖallora si possono alterare molte continuita, ma su certi piani e non su altriÖin fondo su quale piano si cerca la continuitaí? su quello fattuale, fenomenico, solo che eí un luogo dove i confini non ci sono, il luogo prediletto del delirio.î
ìIn questo senso, tu non credi che dobbiamo decidere finalmente, come psichiatria e come fenomenologia, ad occuparci seriamente del virtuale, che eí oramai un pezzo importante della vita di ognuno di noi, e che debba nascere prima o poi uníosservazione puntuale della psicopatologia del virtuale?î
ìMa io credo che possa essere una buona ideaÖio non sarei capace di occuparmene, percheí il virtuale per me eí un concetto che riesco ad afferrare con difficoltaí, sono troppo vecchio per abituarmi a questi mezzi, e a questi ambientiÖa questa visione del mondoÖperoí penso di sií, che dovremo occuparcene.î
ìLa mia idea eí quella che, in realtaí, il motivo per cui bisogna occuparsene non eí tanto percheí il virtuale eí molto invasivo ed occupa la vita di molte persone, ma percheí i confini tra la realtaí fattuale e quella virtuale sono sempre piuí limitate, conseguentemente, i nostri pazienti ci portano il virtuale, non possiamo dimenticarcene, non trovi?î
ìE trovo che sia un modello, oltretutto, questo del virtuale, dellíespansione eí come i vincoli e non i vincoli del pensiero,Öin fondo il pensiero ha delle capacitaí di espansione che sono non dei significati, ma quelli che si chiamano orizzonti dei significatiÖquindi in realtaí investiamo in una gamma di significati, e li spostiamo a seconda del nostro spostarci e del nostro muovere líintenzionalitaíÖperoí ci sono dei vincoli, che fanno sií che il nostro pensiero sia mediamente sano, mediamente comunicabile, mediamente frutto di un mondo comuneÖecco che líassenza di questi vincoli, certamenteÖî
ìUníultima cosa, nella virtualitaí eí possibile avere identitaí differenti da quella reale; non ti sembra che questo sia, proprio come il titolo del convegno, un ìdelirio utileî?î
ìBeí, avere identitaí diverse eí una questione a double face, percheí líidentitaí non eí un oggetto, eí un composto, eí un processo, non una sostanza, e si compone di diverse parti,Öallora, avere la possibilitaí di avere ruoli diversi mi sembra positiva, ma il ruolo eí una superficie dellíidentitaí, poi cíeí uníidentitaí come essere se stesso, che avrebbe uníidentitaí X che deve saper conservare intattaÖî

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COLLABORAZIONI

Dato l'alto numero degli avvenimenti congressuali che ogni anno vengono organizzati in Italia e nel mondo sarebbe oltremodo gradita la collaborazione dei lettori nella segnalazione "tempestiva" di congressi e convegni che così potranno trovare spazio di presentazione nelle pagine della rubrica.
Il materiale concernente il programma congressuale e la sua presentazione scientico-organizzativa puo' essere mandato via posta elettronica possibilmente in formato WORD per un suo rapido trasferimento online

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