INCONTRO CON R.D.HINSHELWOOD
"SUFFERING THE IMPACT:
Schizofrenia e Caregivers Professionali"
Genova, Sede della Scuola di Psicoterapia della COIRAG
Via XX Settembre 41
14 marzo 2009
Report di Paola Solano
"Non mi piacevano quei pazienti
Mi facevano arrabbiare e
mi irritava sentirli così distanti da me e da tutto ciò che è umano.
La mia è unintolleranza sorprendente,
che fa di me un cattivo psichiatra".
(Freud, 1928, in Dupont 1988)
Il Presidente dellACANTO, Prof. Roberto Peraldo Gianolino, che, in collaborazione con la Scuola di Psicoterapia della COIRAG, ha realizzato questo levento, ha aperto la giornata con una relazione introduttiva.
L evento si è articolato in due sessioni, quella mattutina, in cui il Prof. Hinshelwood propone alcune riflessioni riguardanti le dinamiche che vengono attivate allinterno dei gruppi sociali in conseguenza della relazione con pazienti affetti da schizofrenia cui segue una discussione, ed una pomeridiana, in cui il viene proposta e discussa una seduta di psicoterapia di gruppo, fornita dallassociazione ACANTO.
Durante la sessione mattutina il Professor Hinshelwood analizza le dinamiche di gruppo attivate dalla complessità della relazione con il paziente schizofrenico, il cui mondo è lontano, estraneo e difficilmente accessibile non solo ai familiari, ma anche ai care-givers professionali. Tali dinamiche, afferma lAutore, assumono il significato di veri e propri meccanismi di difesa cui la società, intesa sia come microgruppo familiare sia come collettività, ricorre per proteggersi da ciò che viene percepito come "diverso" e minaccioso. Il Prof. Hinshelwood continua, sottolineando limportanza per lessere umano di "dare un significato alle esperienze" ed afferma che una delle sfide proposte dal paziente schizofrenico, è proprio quella di conferire un significato allesperienza psicotica, che ne è priva anche agli occhi del paziente stesso. E proprio questa mancanza di significato, intrinseca alla dimensione psicotico, che porta alla comprensione di quanto afferma J. Berke che, nel 1979, definisce la schizofrenia come la capacità di ingenerare inquietudine negli altri. "Sopportare lassenza di significato è una fatica costante, che influisce sullesperienza lavorativa", afferma Hinshelwood, ed induce loperatore a ricercare ansiosamente, ma invano, tale significato, ingenerando così in lui un profondo senso di impotenza accompagnato da sensi di colpa e frustrazione. Il personale psichiatrico, in ragione della sua particolare sensibilità, verrebbe profondamente afflitto dallimpossibilità di entrare in contatto con luniverso psicotico del paziente: ciò produce un effetto boomerang che si traduce nellincremento dellentità delle difese da questi attivate. Queste difficoltà, incontrate dal singolo operatore, determinano il maturare di dinamiche che vengono a caratterizzare lintero gruppo dei care- givers : tra queste, afferma lAutore, è importante ricordare la tendenza a proiettare tale frustrazione in primis nel paziente, e poi, in un secondo momento, negli altri gruppi assistenziali. Ciò fa sì che il paziente venga etichettato come "irrecuperabile" e le altre organizzazioni assistenziali come "cattive" od "inadeguate".
Il Prof. Hinshelwood, facendo riferimento al modello proposto da Baratt (1996) riguardo al tipico iter seguito da un paziente dallingresso in un reparto psichiatrico, richiama lattenzione su come questa mancanza di significato, tipica del paziente schizofrenico, sia causa della sua frequente spersonalizzione: questi, nella mente degli operatori, si cristallizzerebbe come "caso clinico" , riuscendo ad essere solo parzialmente reinvestito della propria soggettività. Tale percezione del paziente porta il personale psichiatrico ad adottare un atteggiamento scientificamente neutrale che, come già affermato dallAutore nel 1999, favorisce linstaurarsi di una relazione di meccanica rigidità, tendente alla cronicizzazione. Il Prof. Hinshelwood, a tal proposito, si sofferma a considerare come troppo spesso si tenda a confondere "il paziente" con "la malattia": viene così, in nome della sua condizione morbosa, ad essere negata allindividuo una propria volontà ed identità, assolvendolo da qualsiasi responsabilità per propri comportamenti e le proprie scelte.
LAutore identifica nellideologia, che nasce in risposta alla necessità di certezza laddove cè unassenza di significato, la chiave delle dinamiche di gruppo. E fondamentale per ogni gruppo avere una propria ideologia che però, sottolinea Hinshelwood, non deve essere acriticamente accettata e vissuta come verità assoluta, ma sapientemente integrata con altri punti di vista, rendendo così possibile la comunicazione fra gruppi diversi. Qualora ciò non fosse possibile ci si espone a rischi disastrosi tra cui quello di una destrutturazione dellorganizzazione che ingenera panico nellopinione pubblica e si traduce nell affannosa ricerca cambiamento da parte delle autorità competenti sottoforma di un rapido turnover degli operatori, pregiudicando così la possibilità di svolgere un buon lavoro di squadra.
Hinshelwood propone infine lesperienza inglese di gruppi di operatori la cui finalità è la condivisione della difficoltà del lavoro e dellimpatto di questo sui singoli membri. Tale condivisione non deve esitare nello sviluppo di forti convinzioni ideologiche, che isolerebbero il gruppo, ma nella capacità di tollerare lesperienza di mancanza di significato proposta dal mondo psicotico.
Durante la discussione, che segue la stimolante lettura del Prof. Hinshelwood, vengono proposte molteplici riflessioni riguardanti il significato e la funzione dellideologia ed il mantenimento del test di realtà che la caratterizza (aspetto che permette di differenziarla dal pensiero delirante); il rischio che il gruppo di operatori si trasformi in un gruppo psicoterapico focalizzato su di un singolo individuo; la natura dellesperienza psicotica e lincapacità dello stesso paziente di attribuirle un significato (a tal proposito Hinshelwood fa un interessante riferimento al Caso Schreber in cui, solo in un secondo tempo, si riesce ad attribuire un significato al mondo psicotico presentato dal paziente). Durante la discussione viene inoltre sviluppato il tema della famiglia del paziente psicotico e delle responsabilità del personale psichiatrico nei suoi confronti: "la famiglia presenterà le stesse emozioni provate dagli operatori psichiatrici" che, facendosene carico, vengono ad essere esposti ad una "seconda dose" di sofferenza, afferma Hinshelwood. Il rifiuto di farsi carico anche della famiglia del paziente si propone quindi come il tentativo degli operatori di evitare tale "secondo carico" emozionale.
Durante la sessione pomeridiana dellincontro viene presentata una seduta psicoterapica relativa ad un gruppo aperto non omogeneo. Il Prof. Hinshelwood sottolinea, durante la discussione che segue lesposizione del complesso materiale clinico, limportanza per il terapeuta di riferirsi al qui-ed-ora e di cercare di semplificare al massimo la situazione presentata, identificando un fatto scelto da utilizzare come punto di partenza per analizzare le complesse dinamiche in atto nel gruppo. LAutore pone inoltre laccento sullimportanza del riconoscimento e della validazione da parte del terapeuta, dello sforzo ,che i singoli membri compiono, nellentrare in contatto e nel comunicare.
La giornata si conclude con alcune riflessioni sullimportanza dellanalizzare le dinamiche presenti allinterno di differenti tipi di gruppo, tra cui ricordiamo in particolare quelli composti da soggetti con Disturbo Borderline di Personalità, per cercare di approcciare i gravi problemi relazionali proposti dal paziente schizofrenico. Limportanza della componente relazionale tra i membri del gruppo è ben espressa dall intervento di un paziente che afferma "
di continuare a ringraziare sua madre per il suo stare bene, ma che lei, ogni volta, gli risponde che in realtà è i suoi fratelli che deve ringraziare per il suo stare bene".
| COLLABORAZIONI Dato l'alto numero degli avvenimenti congressuali che ogni anno vengono organizzati in Italia e nel mondo sarebbe oltremodo gradita la collaborazione dei lettori nella segnalazione "tempestiva" di congressi e convegni che cos potranno trovare spazio di presentazione nelle pagine della rubrica. Il materiale concernente il programma congressuale e la sua presentazione scientico-organizzativa puo' essere mandato via posta elettronica possibilmente in formato WORD per un suo rapido trasferimento online Scrivi alla REDAZIONE DI POL.it |