22 FEBBRAIO 2002 - SPECIALE GIOVANI La sala Cavalieri 1 ancora una volta è gremita di gente, i quattro ricercatori riescono a tenere alto l'interesse della platea per tutta la durata della sessione, tutte le relazioni sono di alto livello e gradite dal pubblico. A. Bertolino(Bari) riporta i risultati dei suoi ultimi studi di imaging cerebrale (MRI) con N-acetil aspartato, un amminoacido marker di integrità neuronale (in particolare per quel che riguarda i neuroni piramidali glutammatergici). Viene riportato un calo dei livelli di tale amminoacido nei pazienti schizofrenici a livello della regione prefrontale dorsolaterale. Interessante la possibilità di valutare l'effetto della terapia farmacologia: gli antipsicotici di prima e di seconda generazione sono in grado di aumentare in modo selettivo e reversibile, i livelli di N-acetil aspartato nella corteccia prefrontale dorsolaterale. C. Pariante (Londra) ricorda la presenza di disfunzioni a livello dell'intero asse ipotalamo-ipofisi-corticosurrene nella depressione riportando interessanti e innovative evidenze. Nei pazienti depressi infatti l'ipercortisolemia potrebbe essere spiegabile con l'impossibilità da parte di tale ormone di agire con feedback negativo sull'asse a causa di una ridotta funzionalità dei suoi recettori GR intracitoplasmatici. Un ruolo importante potrebbe essere giocato anche da trasportatori per i glucocorticoidi in grado di limitare la quantità di ormone intracellulare. Secondo gli studi di Pariante i farmaci antidepressivi sono in grado di ripristinare la funzionalità dell'asse proprio agendo come bloccanti su tali trasportatori. In futuro potrebbero essere messe a punto altre due classi di farmaci antidepressivi:modulatori dei i recettori del CRF e dei glucocorticoidi e modulatori dei trasportatori per i glucocorticoidi. Pariante con simpatia ed entusiasmo spiega il significato del curioso titolo della sua relazione: Il cortisolo nella depressione: da “la febbre del sabato sera” a “Pulp Fiction”. Bisogna evitare l'effetto John Travolta (scomparso dagli schermi negli anni '80-90, periodo in cui anche gli studi su cortisolo e depressione erano in disuso) e rimanere con la ricerca sempre sulla cresta dell'onda senza scoraggiarsi. P. Pietrini (Pisa) si conferma, come sempre, come una delle personalità di più alto livello nel panorama psichiatrico italiano, oltre che come ricercatore capace e appassionato. Analizza lo stato dell'arte nella ricerca inerente le basi neuronali delle funzioni cerebrali normali e patologiche. Riporta interessanti studi sulla aggressività, modulata a livello delle corteccia prefrontale ventro-mediale, in modo diverso fra uomo e donna, come comprensibile in un ottica evolutiva e studi sulla plasticità cerebrale. A. Serretti illustra con grande chiarezza espositiva i risultati delle ricerche nell'ambito della farmacogenetica. Esiste una variabilità interindividuale su base genetica sia per quel che riguarda la farmacocinetica che la farmacodinamica dei composti terapeutici. Grazie ai promettente risultati del gruppo di ricerca del San Raffaele l'applicazione nella pratica clinica di tali conoscenze non appare più così remota. Esistono già alcuni validi perditori della risposta agli antidepressivi e al litio, la ricerca continua per arrivare ad avere predittori sempre più validi e concretamente utilizzabili per indirizzare la scelta delle terapia.
| Dato l'alto numero degli avvenimenti congressuali che ogni anno vengono organizzati in Italia e nel mondo sarebbe oltremodo gradita la collaborazione dei lettori nella segnalazione "tempestiva" di congressi e convegni che così potranno trovare spazio di presentazione nelle pagine della rubrica. |