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Congresso Nazionale della Società Italiana
di Psicopatologia
(SOPSI)
LA PSICHIATRIA CHE CAMBIA IN UN MONDO IN TRASFORMAZIONE Roma.
Hotel Hilton Cavalieri
22 febbraio - 26 Febbraio 2005 |
IL CONGRESSO ON LINE
MERCOLEDI' 23 FEBBRAIO 2005
INTERVISTA A A. GALEAZZI e S. PRIEBE
In base alla vostra esperienza, ci sono sintomi “sottosoglia”, presenti nelle popolazioni esposte ad eventi bellici, che possono essere predittivi dello sviluppo di un PTSD o che possono avere una valenza clinica indipendentemente da questo?
Il PTSD comprende una serie di sintomi che si possono sviluppare in seguito al trauma e senza che il quadro completo si manifesti solo alcuni di essi possono essere presenti. In alcune persone pur esposte a traumi, invece, la manifestazione sintomatologia prevalente fa si che si pongano diagnosi quali depressione, alcoolismo, disturbo d’ansia.
Non si possono identificare come predittivi tali sintomi ma va analizzata la storia del singolo caso per stabilire la valenza patogena del manifestarsi di un dato quadro sintomatico che potrebbe evolvere verso i piu’ svariati disturbi comprese le modificazioni della personalita’.
Sono previste applicazioni pratiche future basate sui dati dello studio che state conducendo?
Questo e’ certamente uno degli obiettivi che cerchiamo di ottenere. Proprio il fatto che la ricerca sia multicentrica e che si occupi di misurare l’utilizzo dei servizi a livello locale ci consentira’ di proporre modelli operativi adatti a realta’ simili. Inoltre, prevedendo un follow-up di molti anni dal trauma, questo studio puo’ fornire informazioni utili alla pianificazione dei bisogni delle popolazioni colpite. Due domande che ci siamo posti e alle quali speriamo di fornire una possibile risposta sono: ha piu’ senso fornire assistenza medica e psicologica oppure supporto sociale? E quale dei due e’ l’intervento piu’ economico? Non ci sono dati che possano rispondere a queste domande ma il nostro studio dovrebbe fornire per la prima volta informazioni sulla base delle quali progettare un intervento mirato ed utile anche perche’ vengono presi in considerazione e studiati anche pazienti affetti da lungo tempo.
PER UN APPROFONDIMENTO DEI TEMI VEDI: Psichiatria, quanto male fa la guerra?
(a cura di L. Adriano, M.Fenocchio, W. Natta)
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