logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina

Romolo Rossi

Prefazione al volume Il debito della Chiesa di Leonardo Ancona

Questo libro era, in qualche modo, atteso da tempo. Diciamo che era dovuto: certo, la mia generazione se lo aspettava e la nuova generazione se ne gioverà.

Leonardo Ancona porge con esso una testimonianza importante di un momento della nostra disciplina (intesa in senso generale, della psicoanalisi alle scienze umane): l’autore di questo libro ha svolto, in un momento cruciale, funzioni fondamentali, che potrei riassumere così: il collegamento tra psicologia e psichiatria, tanto da poterlo considerare quasi l’immagine antropomorfica della psicologia clinica. Tra le tensioni, fastidiose talora, sempre immotivate, tra psicologia e psichiatria, egli rappresenta la realtà di un passaggio soft e di commistione creativa e produttiva dall’una all’altra, sia nella clinica, che nella situazione istituzionale, sia nell’insegnamento: questa visione globale ha, a suo tempo, confortato tutti noi che di questa armonia facevamo una condizione di sopravvivenza, come clinici e insegnanti universitari, e continua a consolarci nei momenti dei nostri fastidi per le convivenze.

In secondo luogo, Leonardo Ancona fa parte di quel gruppo di persone, ch’io conosco bene, che hanno condotto, nel nostro paese, la difficile trattativa culturale e clinica tra le psicoanalisi e la psichiatria, impedendo alla psicoanalisi di rinchiudersi sdegnosa in un ambito di sussiegosa sufficienza, in un mondo che richiedeva tutt’altro, e dall’altro lato alla psichiatria di definirsi come un rudimentale abbono di evidenze comportamentali di lesioni, palesi o occulte, del sistema nervoso centrale.

Di per sé, questo basterebbe. Ma c’è un’altra dimensione del nostro autore, quella che in questo, libro si snoda, e ne fa un documento originalissimo e indispensabile per la comprensione di un’area di grande respiro della cultura. Egli, d’origine cattolica, sul piano culturale ed emotivo, da sempre docente e clinico nell’area cattolica, cresciuto in questo ambito, ma con precoce vocazione (mi si passi il termine blasfemo) psicoanalitica, ha portato in modo diretto e pieno su di sé, uno degli immensi conflitti (uno dei tanti) in cui il cattolicesimo ha implicato gli italiani, quello tra religione cattolica e psicoanalisi.

Il conflitto è cruciale per molti, e nasce da lontano.

Se è vero quel che dice Eissler (Medical Orthodoxy and the Future of Psychoanalysis), non dal potere politico di allora, ma dalla Chiesa arrivò la ventata oppositiva che soffocò, a suo tempo, la psicoanalisi italiana, che era, in fondo, partita bene. Non so se ciò sia esatto, ma a giudicare dalle accanite polemiche di padre Gennaro sulla Civiltà Cattolica, il problema era di quelli complessi, che tra elementi formali, di poca importanza, ed altri sostanziali, profondi e ineludibili, consumarono gli studiosi e i clinici . Io ricordo bene l’epoca successiva (ormai quaranta anni fa) quando in ambito cattolico la psicoanalisi traboccò, come una pentola a pressione a cui venga tolto il coperchio: ricordo bene il Congresso del Passo della Mendola, e un giovane Leonardo Ancona in prima fila, tra i protagonisti. Era ora dunque che egli ci prendesse per mano e, con la profondità ed il distacco che lo hanno sempre contraddistinto, ci conducesse attraverso questa strada complessa e tortuosa, ricca di meandri e zone recondite, etiche, cliniche e filosofiche, teoriche e operative. Per conoscenza teorica ed esperienza in prima persona, toccava a lui farlo. Ed è quel che fa in questo libro prezioso: nel susseguirsi di cinque capitoli, anzi di cinque lezioni, si snoda la complessa storia di un tormentoso problema, che a partire da una incompatibilità tra clinica e problemi etici, e tra teoria psicoanalitica e concetto del sacro, muove da un sovvertimento di cui la psicoanalisi era portatrice, proponendo dimensioni antropologiche contrarie a quelle cristiane. Il fatto è che, a partire dalla questione sessuale e della educazione, in realtà venivano toccate prerogative antiche della Chiesa.

Leonardo Ancona traccia con sapienza un lungo cammino fatto per arrivare ad oggi, quando molte cose sono cambiate: le convergenze, anche per la coerenza e la fondatezza di entrambe le posizioni, erano inevitabili.

Dal documentato e vissuto filo storico-scientifico che l’autore dipana, è evidente che la psicoanalisi è venuta perdendo molti depositi ottocenteschi (positivistici e razionalistici), poco addetti al confronto con il sacro, e l’evoluzione, pur attraverso pericoli ed incongruenze, si può seguire attraverso l’opera di quattro psicoanalisti, Winnicot, Bion, Matte Blanco e Foulker, che non si impigliano più nelle impercorribilità positivistiche freudiane, ma si confrontano con molto efficacia col mistico, col sacro, col divino e col trascendente, fino ad illuminare, a loro volta, la Chiesa. Ecco l’idea centrale di Leonardo Ancona, che qualifica il libro e lo rende speciale tra i tanti scritti sull’argomento. Per la prima volta sentiamo dire una cosa straordinaria: la Chiesa deve molto alla psicoanalisi, e deve sdebitarsi. E’ questo un colpo da maestro di Leonardo Ancona, di cui sentiamo qui la grande esperienza grippale.

Specialmente Foulker, e la gruppoterapia che egli propone, introduce elementi di trascendenza capaci di togliere quella incompatibilità di modelli antropologici da cui si era partiti con tanta animosa incomprensione.

LINKS

TORNA ALL'INDICE DEL MESE

CERCHI UN LIBRO?

CERCHI UNA RECENSIONE?

FEED-BACK:
SUGGERIMENTI E COLLABORAZIONI

Se sei interessato a collaborare — o se vuoi fare segnalazioni o inviare suggerimenti e commenti — non esitare a scrivere al Responsabile di questa Rubrica, Mario Galzigna, che si impegna a rispondere a tutti coloro che lo contatteranno.


spazio bianco
POL COPYRIGHTS