| | "Outsideof a dog, a book is a man's best friend. Insideof a dog, it's too dark to read." GROUCHOMARX AntonioSemerari I processicognitivi nella relazione terapeutica, NIS, Roma 1991, pp. 170, £25.000* AntonioSemerari Larelazione terapeutica come strumento di cambiamento nella terapia cognitivadel paziente grave", Seminario tenuto a Bolognail 29/11/97* A.Carcione, M. Falcone, G. Magnolfi, F. Manaresiri Lafunzione metacognitiva in psicoterapia: Scala di Valutazione della Metacognizione(S.Va.M), in"Psicoterapia" n. 9, 1997, pp 91-107, £ 24.000* *(Recensionia cura di Nicola Marsigli) Da diversianni a questa parte l'approccio cognitivista sta focalizzando l'attenzionesui pazienti cosiddetti gravi, cercando nuove strategie terapeutiche chepossano rivelarsi efficaci. Effettivamente il modello terapeutico con ipazienti meno gravi, centrato sul lavoro intorno ai contenuti mentali ealla loro organizzazione cognitiva, si è mostrato poco efficacea causa dei deficit delle funzioni mentali che i pazienti gravi presentano.Si è quindi cominciato a dare maggiore risalto alla relazione terapeuticae al lavoro sulle funzioni mentali soprattutto quelle metacognitive.Tra gli autori che maggiormente spiccano per tale lavoro sicuramente occorreannoverare Antonio Semerari, autore nel 1991 di un importante libro cheha tentato di mettere in luce quali processi cognitivi intervengono nellarelazione terapeutica. Il libro è diviso in 3 parti. La prima,sostanzialmente teorica, dedicata ai principi della terapia cognitiva,con un interessante capitolo dedicato al concetto di transfert psicoanaliticoriletto come processo cognitivo; una seconda parte dove viene esposta sostanzialmentela tesi centrale dell'autore; una terza- definita come appendice dallo stesso autore - dove vengono affrontatiil tema dell'interpretazione nell'approccio cognitivo e della validazioneempirica del modello. La tesi centraledel libro è che, attraverso il rapporto con il terapeuta, nellarelazione si formano neostrutture cognitive che permettono al pazientedi aumentare la complessità del proprio sistema cognitivo e quindidi affrontare con più risorse le difficoltà che fino ad alloraha incontrato. Il processo terapeutico è segnalato da continui testcon i quali il paziente valuta l'affidabilità e la "forza" del terapeuta;il superamento positivo di tali test permette al paziente di utilizzareil terapeuta come modello di riferimento e come validatore della propriaesperienza: avviene all'incirca in questa fase che il paziente cominciaa riferire in seduta che di fronte ad una situazione gli è venutoin mente il terapeuta e che cosa il terapeuta gli avrebbe detto o che cosaavrebbe fatto in tali situazioni (nel decimo capitolo è anche riportataun piccola ricerca con altri terapeuti cognitivisti per vedere se taleesperienza era presente anche nei loro pazienti). Questo fenomeno vienespiegato dall'autore come l'inizio della neostruttura cognitiva chenon è ancora integrata nel paziente: l'integrazione avveràquando il paziente comincerà a fare le cose validate dal terapeutapensandole come proprie. Anche duranteil seminario tenuto a Bologna il 29/11/97Semerari ha mostrato come con i pazienti gravi il lavoro sulla relazioneterapeutica sia fondamentale; si è soffermato particolarmentesul concetto del testing, cioè della messa alla prova delterapeuta evidenziando come si possano trovare indici empirici e particolariper valutare se il testing è in corso e se è statosuperato. Inoltre ha evidenziato l'importante concetto della condivisione,cioè un aspetto particolare della relazione definito come un comunespazio mentale tra il terapeuta e il paziente. La condivisione,che rappresenta uno dei momenti fondamentali della terapia, puòessere di natura emotiva, cognitiva o empatica; secondo Semerari diventanecessario, con i pazienti gravi, segnalare esplicitamente questi momentidi condivisione per poter promuovere aumenti di capacità metacognitivanel paziente stesso e quindi poter applicare le tecniche dirette sui sintomi. Proprio lametacognizione rappresenta un importante elemento del recente lavoro delgruppo di Semerari; vale la pena considerare in proposito l'interessantearticolo di A. Carcione, M. Falcone, G. Magnolfi, F. Manaresi. Il crescenteinteresse per la Metacognizione (MC)e il conseguente bisogno di creare uno strumento per la valutazionederiva, come già sottolineato, anche dal fatto che da qualchetempo a questa parte nel trattamento del paziente grave si ritiene necessariointervenire sui deficit delle funzioni mentali. L'articoloè sostanzialmente diviso in due parti: la prima prettamente teoricaed esplicativa del concetto di Metacognizione (MC) e di Teoria dellaMente, e la seconda centrata ovviamente sulla Scala di Valutazione dellaMetacognizione (S.Va.M.). Questo concettoviene definito da diversi autori come la capacità di rappresentarsii propri e gli altrui stati mentali. In questo articolo gli autoriassumono una definizione abbastanza ampia e complessa, ovvero la capacitàdell'individuo di compiere operazioni cognitive euristiche sulle proprieed altrui condotte psicologiche, nonché la capacità di utilizzaretali conoscenze a fini strategici per la soluzione di compiti e per padroneggiarespecifici stati mentali di sofferenza. La partecentrale dell'articolo è dedicata dagli autori ad evidenziare ilbackground teorico che ha supportato la creazione della scala;con particolare riferimento al concetto di Teoria della Mente; aglistudi sul rapporto tra MC e i pattern d'attaccamento; all'influenza dellaMC nelle diverse strategie cognitive come il percorso che il soggettosegue per affrontare un determinato compito cognitivo (pag. 96) e nelcontrollo delle stesse come l'insieme delle operazioni che sovrintendonoalla realizzazione di una determinata strategia e quindi all'effettuazionedel compito (pag. 96). La secondaparte è dedicata alla presentazione integrale della scala, che consente,sulla base delle trascrizioni delle sedute, di valutare le variazioni dellaMC nel paziente durante la terapia. La scala è eterosomministrataed è composta da 40 item a risposta sì/no. Indaga la presenzadell' Autoriflessività, della Comprensione dellamente altrui - ovvero della capacità del soggetto di rappresentarsieventi mentali e di compiere operazioni cognitive euristiche sia sul proprioche sull'altrui funzionamento mentale; del Decentramento- relativo alla capacità del soggetto di rappresentarsieventi mentali e operazioni cognitive della mente altrui non riferendosiesclusivamente al proprio funzionamento mentale - e infine della Mastery- definita come la capacità di rappresentarsieventi mentali come problemi da risolvere e di quali strategie vengonomesse in atto. Per ciascun concetto gli items sono esposti in modo gerarchicoe rappresentano capacità sempre più complesse. La parte finaleè dedicata brevemente ad alcune esemplificazioni cliniche.
Tornaalla pagina delle recensioni
InformazioniEditoriali: http://www.ie-online.it/ Case Editricion-line: http://alice.it
|