logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina

Il contributo di Ferdinando Barison alla Psicopatologia fenomenologica della schizofrenia

di Giovanni Gozzetti ( Padova 1998)

INTRODUZIONE

RIASSUNTO

L'Autore espone una sintesi critica del pensiero psicopatologico di Ferdinando Barison, prospettandone un collocamento nell'ambito della analoga ricerca fenomenologica europea.

SUMMARY

In this paper the Autor makes a critical syilthesis of the psychopathological tought of Ferdinando Barison and suggests a connection with analogous phenomenological research in Europe.

 

 Ferdinando Barison è morto i1 17 novembre 1995, era nato a Padova il 9 aprile 1906. Conseguì la libera docenza in malattie Nervose e Mentali giovanissimo, prima di essere richiamato come Ufficiale medico ed inviato all'isola di Creta. Dopo aver vinto la nomina a Direttore dell'Ospedale psichiatrico a Imola, Ferrara e Padova optò per quest'ultima sede, che diresse dal 1947 al 1971. Fondò il Centro Medico Psicopedagogico e ne fu responsabile, una struttura per la cura di disturbi gravi, che fu un vertice della assistenza e della ricerca; l'interesse per la psicopatologia infantile continuò per tutta la sua vita, testimoniato da pubblicazioni personali e della sua allieva Dott.ssa Silvana Del Monaco.

Già negli anni 50 si aprì al territorio, dapprima cogli ambulatori in tutta la Provincia e poi colle esperienze di Settore. Fu il primo Direttore in Italia ad introdurre in Ospedale la psicologia clinica, primo Consulente verso la fine degii anni 50 fu la Prof.ssa Dolores Passi Sognazzo, attuale Professore ordinario di Tecniche di indagine della personalità; presso il suo Istituto ogni mercoledì il prof. F. Barison ha tenuto un Seminario permanente sul test di Rorschach, interrotto dalla sua dipartita.

Insegnò come Professore stabilizzato Neuropsichiatria infantile presso la facoltà di Medicina dell'Università di Padova (sezione staccata di Verona) dal 1969 al 1976, e Psicopatologia come incaricato nella facoltà di Psicologia di Padova, oltre a numerosi insegnamenti presso le scuole di specializzazione di Modena, Verona e Padova.

Presso la Clinica psichiatrica dell'Università di Padova, ospite del Direttore Prof. L. Pavan, tenne ogni anno più Seminari di Psicopatologia.

È stato v. Presidente della Società Italiana di Psichiatria, Socio onorario della stessa e Socio fondatore e Presidente onorario dell'Associazione per il Rorschach.

Ha fondato e diretto la Rivista Psichiatria Generale e dell'Età Evolutiva, il cui Direttore attuale è il suo allievo Prof. Giovanni Gozzetti.

In Barison, come ha scritto L. Patarnello suo allievo e docente presso la facoltà di Psicologia, "lo studio della psichiatria e la sua organizzazione istituzionale rappresentano le due facce della stessa medaglia... egli è stato il rappresentante di un sapere e di un potere illuminato che in Italia avrebbe dovuto aspettare un bel po' per realizzare una psichiatria umanistica come sapere ed una psichiatria umana come potere".

La ricchissima produzione scientifica di Barison che comprende anche neurologia, neuropsichiatria infantile e organizzazione assistenziale, ha due filoni di preminente interesse: la schizofrenia ed il Rorschach.

Barison fu uno psicopatologo dotato di una singolare originalità, le sue osservazioni sono sempre colte dal vivo dell'esperienza, passava ore nel dialogo con pazienti, scrivendo poi dettagliatamente in cartella.

Egli prescriveva a sé stesso ed ai suoi collaboratori l'uso dei tratti descrittivi, con aggettivazioni della vita di ogni giorno, al posto di locuzioni semeiologiche standard per redigere le cartelle, in modo da rendere bozzetti vivi, quasi dei ritratti, quello che nei vecchi manicomi era la fotografia, doveva diventare un esame-colloquio vissuto, che permettesse alla sola lettura di riconoscere il paziente.

La sua originalità non scaturisce solo da genialità e passione, ma trova il suo fondamento nella sua scelta di dare sempre preminenza all'esperienza del colloquio col malato. Era un attento lettore, che si alzava prestissimo per studiare e desiderava spesso condividere le sue letture con chi tra gli allievi aveva voglia e possibilità di partecipare, ricordo la traduzione di primo mattino della Die beginnende Schizophrenie di Klaus Conrad.

Quando scriveva un articolo si basava innanzitutto sulle esperienze sue e dei suoi collaboratori vissute nell'incontro coi malati e solo successivamente consultava la letteratura. Ogni esperienza dialogica riproponeva quel novum, quel plus che sempre lo appassionava.

Credo che ogni volta egli riusciva a ritrovare quella "area del silenzio e dello stupore misterioso che si accompagna ad ogni incontro dialogico", come ha scritto Eugenio Borgna, verso il quale negli ultimi anni ha sentito affinità, consonanze, e una comune passione e immersione in una Stimmung musicale, che ha permesso loro un trovarsi - ritrovarsi a1 di 1à delle generazioni.

Un'altra profonda affinità nel vivere e condividere la conoscenza del mondo del malato si è avverata negli incontri con Gaetano Benedetti (emerito Università di Basilea) l'ultimo dei quali a Verona, presso l'Ospedale S.Giuliana, organizzato dall'allora Direttore (ora tornato alla facoltà di Psicologia di Padova) Prof. Giorgio Maria Ferlini, suo allievo. I1 loro interesse è centrato sull'incontro ed il dialogo come modalità di ricerca di una compenetrazione di senso, di una verità condivisibile, che origina, come scrive Benedetti come "una scoperta comune... una verità duale che non è evidentemente una verità soggettiva. La verità terapeutica trascende il singolo soggetto nella dualità ed è inoltre obbiettiva nella misura in cui induce delle trasformazioni obiettive nella persona del paziente che ritrova sé stesso e nella persona del terapeuta che progredisce nel suo sé, attraverso l'arricchimento fornitogli dal paziente".

Una recente recensione gli da l'occasione di esprimere la sua ammirazione: "Benedetti quando parla e quando scrive, conduce nei mondi che racconta affascinando sempre, perché luci sempre nuove sorgono ad illuminarli".

Per passare ora al tema del mio intervento: una fugace ed incompleta rassegna della sua opera, è necessario un tentativo di collocazione del suo pensiero nell'ambito del divenire della conoscenza psicopatologica europea.

COLLABORAZIONI

POL.it è organizzata per rubriche e sezioni affidate a Redattori volontari che coordinano le varie parti della Rivista. Anche tu puoi divenare collaboratore fisso o saltuario della testata, scrivi utlizzando il link proposto sottto, dando la tua disponibilità in termini di tempo e di interessi, verrai immediatamente contattato. Come tante realtà sulla rete POL.it si basa sul lavoro cooperativo ed è sempre alla ricerca di nuovi collaboratori, certi come siamo che solo un allargamento della cerchia dei suoi redattori può garantire alla Rivista la sua continua crescita in termini di contenuti e qualità. ti aspettiamo.....

Scrivi alla Redazione di POL.it
spazio bianco

RED CRAB DESIGN

spazio bianco

Priory lodge LTD