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Bollati Boringhieri Novità MAGGIO - LUGLIO 2005

 

Francesco Altan e Elisabetta Forni

La prospettiva del ranocchio

Lo sguardo dei bambini sul mondo adulto

"Variantine", formato 11x17, pp. 176, con 71 vignette EURO 9,50

Il contenuto

Che il mondo occidentale contemporaneo si contraddistingua anche per il suo adultocentrismo è già stato osservato e documentato ampiamente. Ma molto resta da fare per suscitare negli adulti una coscienza critica e una disponibilità a ridefinire i propri valori e comportamenti in relazione ai bisogni e ai diritti dell’infanzia. E molto resta da capire su cosa pensino i bambini riguardo a questa negazione della realtà infantile di cui sono responsabili gli adulti e sulle conseguenze che ne derivano alla loro vita. Alla luce di questo duplice obiettivo è nato il presente libro, per il quale Elisabetta Forni si è ispirata alle vignette di Altan. La rilettura critica di alcune di queste è stata completata coinvolgendo in una parziale riscrittura dei loro testi un gruppo di scolari di una quarta elementare. Da tale "dialogo" tra Altan e i bambini è derivato un interessante approfondimento delle due prospettive: quella adulta critica e quella infantile (la prospettiva "dal basso", la prospettiva del ranocchio, appunto). I temi trattati, scelti dai due autori perché giudicati particolarmente forti e attuali, sono: le violenze dirette, ma anche strutturali e culturali, subite dai bambini; la videodipendenza, la pubblicità e altri effetti della tv sui bambini; i valori che trasmettiamo ai bambini e i diritti dell’infanzia; il modo incoerente e spesso ottuso con cui noi adulti ci rapportiamo al mondo e la conseguente immagine che del genere umano offriamo ai bambini.

Gli autori

Elisabetta Forni è nata a Parma e vive a Torino, dove insegna Sociologia urbana alla Prima Facoltà di Architettura del Politecnico. È autrice di volumi e saggi su vari aspetti del mutamento sociale e culturale in Occidente e in Africa. Negli ultimi anni ha orientato i suoi studi sul tema della condizione dell’infanzia, e in particolare sul rapporto tra habitat e diritti dei bambini.

Francesco Tullio-Altan è nato a Treviso e vive e lavora ad Aquileia. Disegnatore su molti periodici e quotidiani, ha pubblicato per vari editori libri per bambini, raccolte satiriche, opere teatrali e multimediali.

In libreria a Maggio


 

Piero Coppo

Le ragioni del dolore

Etnopsichiatria della depressione

"Saggi. Storia, filosofia e scienze sociali", formato 15x22 pp. 176, con 4 tavole fuori testo a colori, EURO 16,00

Il contenuto

Depressione, panico, ansia, fatica cronica: si tratta di malattie in diffusione epidemica, o piuttosto dell’epidemia di determinate diagnosi e prescrizioni? Di un fenomeno davvero inedito, o di nuovi nomi dati a sofferenze antiche? L’approccio etnopsichiatrico rende oggi finalmente possibile un esame a tutto campo (storico e geografico) della questione. Coppo percorre le tappe cruciali della depressione in Occidente, dalla figurazione della malinconia nella Grecia antica alla costruzione della moderna nosografia, indugiando su momenti e connessioni illuminanti, come la casuale scoperta dei primi farmaci antidepressivi e il loro ruolo nella definizione psichiatrica del disturbo: oggi le dinamiche relative alla produzione delle nuove molecole sembrano essere il principale motore della elaborazione di teoria in psichiatria. Anche l’analisi degli esperimenti su animali, in particolare su scimmie antropomorfe, con cui vengono validati gli antidepressivi, ci aiuta a capire meglio quale sofferenza si versi, qui e ora, nei contenitori allestiti dalla psichiatria. Ma è così ovunque? Attraverso due storie cliniche, Coppo descrive i repertori che, in altre culture, continuano ad accogliere sofferenze analoghe, senza necessariamente medicalizzarle, e che ci indicano la pluralità di strade percorribili dagli operatori della psiche.

 

L’autore

Piero Coppo, medico, neuropsichiatra e psicoterapeuta, insegna Etnopsichiatria all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha partecipato a diversi interventi in salute mentale in Mali, Guatemala e Somaliland volti alla valorizzazione dei sistemi locali di cura. Tra i suoi ultimi saggi: Etnopsichiatria (il Saggiatore, 1996) e Passaggi. Elementi di critica dell’antropologia occidentale (Colibrì, 1998).

 

Giorgio Vallortigara

La gallina e l’origine dei pensieri Visite (guidate) tra etologia e neuroscienze

Introduzione di Edoardo Boncinelli "Saggi. Scienze", formato 15x22, pp. 168 con 64 figure nel testo, EURO 21,00

Il contenuto

Perché talvolta la gallina dorme con un occhio aperto? Come può, senza linguaggio, trarre inferenze o capire la geometria? Cosa sa di quel che c’è dietro l’angolo? E che cosa può insegnarci tutto ciò sul modo in cui funziona il cervello umano? Non abbiamo difficoltà a riconoscere che molte aree della scienza debbano un tributo di riconoscenza a creature anche molto distanti da noi, dal moscerino della frutta a Escherichia coli, il batterio ospite dell’intestino umano. Ma che dire dello studio della mente? In questi anni etologi, psicologi sperimentali e neuroscienziati hanno fornito un contributo importante alla comprensione dei processi mentali, ma il fatto che molte di queste acquisizioni siano il risultato dell’indagine paziente e meticolosa sul comportamento e sul sistema nervoso di creature ritenute cognitivamente umili non è pienamente apprezzato. Quanta parte dei nostri processi cognitivi è possibile decifrare usando a modello il tanto denigrato "cervello di gallina"? Giorgio Vallortigara, psicologo comparato e neuroscienziato, ci conduce in un viaggio d’esplorazione delle complessità della mente che ha come guida (o pretesto) il cervello di gallina.

L’autore

Giorgio Vallortigara ha svolto attività di ricerca al Centre for Neuroscience, all’Università del Sussex in Gran Bretagna, ed è ora professore di Neuroscienze comportamentali e di Cognizione animale presso la Facoltà di Psicologia e il Centro BRAIN per le Neuroscienze dell’Universitàdi Trieste. È autore del volume Altre menti. Lo studio comparato della cognizione animale (Il Mulino, 2000).

In libreria a Maggio

 

A cura di Stephen A. Mitchell e Lewis

Aron Psicoanalisi relazionale

Volume 1 L’intersoggettività nell’esperienza clinica

Presentazione di Nino Dazzi

Traduzione di Maria Antonietta Schepisi "Programma di Psicologia Psichiatria Psicoterapia", formato 16x24, pp. 252, EURO 26,00

Il contenuto

Attraverso una serie di articoli di importanti autori, alcuni dei quali già noti al pubblico italiano, il volume traccia per la prima volta una storia della psicoanalisi a partire dagli anni ottanta, da cui risulta che questa nuova psicoanalisi pone l’accento soprattutto sulla relazione: relazione tra paziente e analista (e dunque coinvolgimento personale dell’analista), ma anche dialogo: con altre forme di terapia, con altre teorie psicologiche, con le altre scienze umane, con gli ultimi sviluppi del femminismo. La dimensione dialogica è presente anche nella struttura del libro: ciascun articolo è introdotto dai curatori e contestualizzato rispetto all’epoca in cui è stato scritto, ed è seguito da alcune pagine in cui l’autore stesso precisa, oggi, qual è stata l’evoluzione ulteriore del proprio pensiero. Per motivi di utilizzazione didattica, si è scelta la formula della pubblicazione in due volumi per questo che è tra i libri più significativi di argomento psicoanalitico recentemente apparsi.

I curatori

Stephen A. Mitchell, scomparso nel 2000, è stato analista supervisore e didatta presso il William Alanson White Institute di New York, e professore alla New York University. In questa collana sono usciti i volumi: Gli orientamenti relazionali in psicoanalisi, Influenza e autonomia in psicoanalisi, Speranza e timore in psicoanalisi e, scritto con Margaret Black, L’esperienza della psicoanalisi.

Lewis Aron, psicologo e psicoanalista, è professore alla New York University e direttore della rivista "Psychoanalytic Dialogues".

In libreria a Luglio

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