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MARCOBELLOCCHIO: Brevi note su vita e opere
Francesco Scarsi e Guglielmo Fornasero 1-Glianni della formazione 2-L'impegnopolitico 3-Unnuovo tipo di cinema 4-Lafollia come sovversione 5-Dueeroi romantici
1-Glianni della formazione
Scarse sono le notizie che riguardano l'infanzia.Nasce a Piacenza nel 1939, dove studia dai Fratellidelle Scuole Cristiane, e in seguito al Liceo di Lodi retto dai PadriBarnabiti. Si iscrive poi alla facoltà di Filosofia efrequenta l'Accademia dei Filodrammatici. Nel 1959 entra alCentro Sperimentale di Cinematografia dove frequenta un anno direcitazione e due di regia. Vince una borsa di studio alla SladeSchool of Fine Arts di Londra, dove si congeda con una ricerca suimetodi di Antonioni e Bresson nel lavoro con gli attori. In questianni le prime tracce della produttività di Bellocchio sonotentativi sparsi, ma già consistenti: i due cortometraggirealizzati al CSC (nel 1961 La colpa e la pena enel 1962 Ginepro fatto uomo), un documentario suicimiteri (Abbasso il zio) nel 1961, alcune poesieed interventi critici sui Quaderni Piacentini.La molla che spinge Bellocchio a realizzare il suo primolungometraggio, ponendo termine alle esperienze propedeutiche, èla necessità di definirsi in qualche modo con la realtàdel cinema, di uscire dalle aspirazioni indifferenziate dell'etàformativa, del mondo delle possibilità aperte e non ancorarealizzate. I pugni in tasca (1965), film a bassocosto(finanziato in parte dai familiari), si ispira ai problemigenerali dell'adolescenza (...l'ambizione veramentesfrenata, l'egocentrismo assoluto, l'ingenerosità enello stesso tempo la sua totale impotenza, la sua totale incapacitàdi adeguamento... e mette in scena un caso volutamente estremo(tare ereditarie, incesti, delitti) che però non sminuisce ilvalore emblematico della vicenda e non attenua la denuncia dellacrisi dei valori borghesi: la dissoluzione dell'istituzionefamiliare viene attuata dall'epilettico e paranoico Alessandroche decide di sollevare l'unico fratello sano dal peso deifamiliari malati e compie una serie di drammatici omicidi. Il titolotrae ispirazione dal verso di Rimbaud J'allais les poingsdans mes poches crévées/ Mon paletot aussi étaitidéal.Il successo de I pugni in tasca procura a Bellocchio uncontratto con la VIDES, che produce il suo successivo LaCina è vicina (1967), nel quale il regista (con lacollaborazione artistica di E. Tattoli) allarga il campo della suaanalisi: dopo la borghesia del film precedente, ecco l'incontrotra individui appartenenti a classi diverse (un professore nobile, unragioniere socialista, un leader marxista-leninista), per passaredall'analisi comportamentale dei personaggi alla descrizione diuna situazione politica, accentuata dall'uso del grottesco e deitoni caricaturali.
2-L'impegnopolitico
Alla fine del 1968, spinto dal bisogno di inserirsi in manieradiretta nella realtà politica e sociale, gira Discutiamo,discutiamo, un mediometraggio inserito in Amore erabbia (film a episodi che propone una dissacrante riletturadelle parabole evangeliche) che costituisce un tentativo dicollaborazione nel soggetto, nella regia e nella sceneggiatura con iragazzi del movimento studentesco dell'Università diRoma, superando così il ruolo tradizionale di regista o diautore responsabile del testo.Sono gli anni dell'impegno, dove si apre il lungo dibattito sulcinema politico e si abbozzano le prime posizioni teoriche: ilregista aderisce all'Unione dei Comunisti Italiani, dove lavoranella sezione stampa e propaganda realizzando due film didocumentazione, Paola, storia di occupazione dicase organizzata dai militanti del partito nell'omonima cittàe Viva il primo maggio rosso, sulle manifestazioniche l'Unione aveva organizzato nel 1969 in varie cittàitaliane.Sempre nel 1969 Bellocchio, già consacrato da una certa fama,dirige la regia del Timone d'Atene, di W.Shakespeare, al Piccolo di Milano.Nel 1971 gira Nel nome del padre, grottescoritratto dell'universo chiuso di un collegio gestito dai pretinegli anni 50, metafora dell'altro mondo che èfuori, che vuole rappresentare il volto sclerotico e incapace dirinnovarsi della società. Utilizzando i propri ricordipersonali il regista tratteggia un ritratto fortemente caricaturaledei rituali della vita ecclesiastica e collegiale, riproducendo ledinamiche che allora agitavano la realtà sociale: lo scontrotra vecchio e nuovo, decadenza e reazione, repressione e fantasia,sfruttamento e ribellione, e, più in generale, desiderio epotere, follia e ragione. Presentato contemporaneamente a Nel nome del padre esceSbatti il mostro in prima pagina (1972), tentativodi inserire il cinema politico nel filone del giallo tradizionale: ilredattore capo di un grande quotidiano milanese strumentalizza uncaso di stupro con omicidio montando una campagna diffamatoria controun extraparlamentare di sinistra. Il film affronta il complesso temadel quarto potere nella strategia della tensione rappresentandol'istituzione giornalistica, le sue servitù, leconnivenze con i settori più reazionari, le tecniche dimanipolazione delle notizie.E' del 1974 Nessuno o tutti-Matti da slegare(Tre storie-Matti da slegare nella versione 16 mm),documentario sulla dimissione dei ricoverati dall'OspedalePsichiatrico di Colorno e dai manicomi minori della provincia diParma. Quattro i realizzatori: oltre a Bellocchio Silvano Agosti,Stefano Rulli e Sandro Petraglia. Il film, costruito alla moviola inuna lunga fase (nove mesi) di montaggio, si differenzia da altromateriale sulle esperienze psichiatriche in quanto non evidenzia illavoro svolto da medici, assistenti sociali, tecnici o politici, maprivilegia la testimonianza di tre ragazzi passati attraverso le casedi correzione e giudicati irrecuperabili, scoprendone il loropassato, lo sfruttamento della loro infanzia nei ricoveri, le miseriefamiliari, l'arretratezza dei paesi dell'AppenninoEmiliano. Un esempio di cinema che tenta di superare l'isolamentodella follia, sciogliendola nella sua socializzazione e lasciandolela parola.In Marcia trionfale (1976) Bellocchio rappresentauna fedele e naturalistica descrizione della vita militare perindagare i vincoli psicologici del rapporto padrone-servo(l'istituzione militare appare come terreno privilegiato) eosservare e analizzare i meccanismi di controllo del potere: ungiovane appena laureato presta servizio di leva, il suo superiore fadi lui prima una vittima, poi un confidente, senza accorgersi che ilragazzo è diventato l'amante della moglie.
3-Unnuovo tipo di cinema
Con Il gabbiano (1977), trasposizionepersonalissima dell'omonimo testo di Cechov, si apre un periododedicato alla riflessione sull'arte, sulla funzione dellascrittura (il proprio ruolo di autore), sul teatro, sul cinema, dopola presa di coscienza della fine degli anni sessanta. In questomomento di intimo scrutarsi si inserisce il successivo Lamacchina cinema (1978), documentario realizzato dallostesso collettivo di Matti da slegare e inteso come filmsul cinema che, evitando la retorica, si propone di osservare ilcinema stesso nelle vite di coloro che ne erano rimasti esclusi, nonavendo voluto cedere alle condizioni dell'industria o non avendopotuto farsi accettare. ...Il cinema è una macchina cheproduce merce. In questo processo elimina una grande quantitàdi scorie, che nel caso specifico sono uomini e donne in carne eossa. Chi non accetta questo meccanismo come unico possibile rimettein discussione il funzionamento della macchina cinema, costituita amisura del profitto.(Radio e TV, anno XX,223,1978).Salto nel vuoto (1980), film a soggetto intriso dielementi autobiografici, è una sorta di giallo psicologicoche, con la consueta attenzione per le dinamiche familiari e le turbepsichiche, rispecchia la crisi dei rapporti di coppia fondatisull'esercizio maschile del dominio e su quello femminile dellasottomissione. Due fratelli di mezza età, Mauro e Marta,vivono soli nella casa della propria infanzia. Marta, sacrificatasiper anni ad accudire il fratello, attraversa una profonda crisidepressiva. Per sbarazzarsi della sorella, che teme stia diventandopazza, il fratello le presenta una persona priva di scrupoli che,inaspettatamente, la guarirà. Sarà lui alla fine amorire.Prima di girare Salto nel vuoto Bellocchio aveva fattoalcune riprese cinematografiche delle sue vacanze nel paesino diBobbio, il paese de I pugni in tasca, dove aveva una casaed era solito trascorrere l'estate con la moglie e il figlio.Dopo Salto nel vuoto, rimettendo le mani su quelmateriale, aveva pensato di riadattarlo e montarlo in un discorso cheandasse al di là del semplice diario. Nasce cosìVacanze in Valtrebbia (presentato a Venezia nel1980), film sperimentale a metà strada tra il documentario ela fiction che mescola vita privata e finzione, cronaca e metafora,in un personale ritratto di famiglia che si amplia fino a diventareradiografia di un epoca e di una generazione.Spingendosi sempre più avanti in questa sua ricerca di unnuovo tipo di cinema, equidistante dal pubblico e dal privato, dalsingolare e dall'universale, dal diario e dalla metafora, tra ilcinema commerciale e quello d'autore, e rovesciando l'esperienzadi Vacanze in Valtrebbia (che partiva dalla cronaca perdivenire fiction), Bellocchio nel 1982 dirige Gli occhi, labocca: si tratta di un film a soggetto dove peròtutto è autobiografico, tanto da fagocitare i personaggi e lastoria, che diventano immagini speculari dell'autore edell'attore (Lou Castel, già protagonista de Ipugni in tasca, interpreta un attore dallo spirito ribelle chetorna a casa per la morte del fratello gemello e si innamora dellafidanzata del defunto, che volendo rompere la relazione aveva causatoil suicidio), i quali si interrogano, alla fine di un epoca, sullatrasformazione di un identità e di un ruolo sentiticostrittivi e riduttivi (ci riferiamo a quella mascheraantisociale, di contestatore irriducibile e marginale che inqualche modo ha caratterizzato il personaggio Bellocchiofin dal suo esordio): per meglio dire la necessità delregista, costretto nel paradigma dei suoi temi, (famiglia, potere,follia), di cambiare e rinnovarsi.
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