nonostante l'assenza di una precisa indicazione nel Progetto obiettivo.
Il vincolo di almeno il 5% viene rafforzato dall'introduzione nel Progetto obiettivo del concetto di budget del Dsm, negoziato annualmente dal direttore del Dsm con la direzione generale dell'azienda, in funzione degli obiettivi prefissati.
Il quadro delle innovazioni rispetto alle risorse si può completare con le novità introdotte da Dlgs 229/99. Il previsto superamento del sistema unico della tariffazione, se realmente applicato, avrebbe coperto non oltre il 50% dei costi delle attività per la tutela della salute mentale.
Al di là della scelta del modello formale, il Progetto obiettivo garantisce in ogni caso per il Dsm specifiche risorse, omogeneità di programmazione del loro utilizzo e unitarietà del controllo d gestione economica, con particolare riferimento alle risorse di personale, tramite una direzione unica del Dsm.
I punti principali di innovazione rispetto al precedente P.O. 94-96 sono essenzialmentei seguenti:a) Attenzione specifica ai problemi della salutementale dell'infanzia e dell'adolescenza, cui è dedicato l'interocapitolo "Area organizzativa dei Servizi di salute mentale e di riabilitazionedell'età evolutiva";
- si considera fondamentale un intervento globaleche comprenda la prevenzione e l'educazione alla salute, allargato allafamiglia e all'ambiente scolastico, e che tenga conto della reciproca interazionedelle varie aree di sviluppo (motoria, cognitiva, psico-affettiva e relazionale);
- dal punto di vista organizzativo di prevedeuna rete integrata articolata in : servizi ambulatoriali territoriali confunzioni preventive, diagnostiche e terapeutiche riabilitative; un polo"day-hospital" e "polo pediatrico di neuropsichiatria infantile";comunità diurne e residenziali per adolescenti;
b) Priorità da dare agli interventidi prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi mentali gravi, con altorischio di cronicizzazione e di emarginazione sociale:
- progetti di interventi di prevenzione miratiall'individuazione nella popolazione giovanile, soprattutto adolescenti,dei soggetti, delle culture e dei contesti a rischio, con lo scopo di conteneree ridurre evoluzioni più gravemente disabilitanti;
- indicazione di una necessaria prassi e diun atteggiamento non di attesa in quei casi in cui il paziente con gravidisturbi mentali rifiuta le cure ambulatoriali, mirati a intervenire direttamentenel territorio (domicilio, scuola, luoghi di lavoro, etc.), rispondendoper la prima volta alle diffuse rimostranze dei familiari per la mancanzadi un intervento degli operatori;
- necessità di promuovere iniziativedi INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE GENERALE, sui disturbi mentali gravi,con lo scopo di diminuire i pregiudizi e diffondere atteggiamenti di maggioresolidarietà;
c) Indicazione chiara per una formalizzazionescritta degli obbiettivi e delle attività che il Dipartimento diSalute Mentale si impegna a svolgere, dell'organigramma, degli ambiti diattività per le varie figure professionali, delle linee di sviluppodel servizio:
- Il "dichiarare quello che si fa"impegna i D.S.M. ad adottare, entro 24 mesi, linee guida e procedure diconsenso professionali per una buona pratica clinica per una serie di temi,tra i quali : le modalità di accoglimento e di valutazione delladomanda dell'utente e/o della famiglia, i criteri di presa in carica, lemodalità di definizione e di verifica dei piani terapeutico-riabilitativi,le modalità per assicuraregli interventi di emergenza/urgenza 24ore su 24 ogni giorni per tutto l'anno, il riconosciemnto e trattamentodegli effetti collaterali dei farmaci, le modalità di facilitazionedei reclami, della loro classificazione e di risposta agli stessi;
- viene prevista per la prima volta l'attivazioneper ogni D.S.M. di un Nucleo di Valutazione e miglioramento della qualità(professionale, percepita e manageriale) impegnato nella valutazione dell'efficaciae dell'efficienza delle attività, anche attraverso l'effettuazionedi studi di follow-up e l'identificazione di eventi sentinella (quali adesempio i suicidi di utenti in carico, atti di aggressività e reaticommessi);
- viene ritenuta opportuna l'applicazione dellestrategie terapeutiche giudicate di maggiore efficacia, alla luce dei criteridella Medicina basata su prove di efficacia (Evidence Based Medicine).
d) I Comuni dovranno garantire il piùampio sviluppo degli interventi di prevenzione primaria, il diritto allacasa, strutture per i servizi, e partecipare alla programmazione localee regionale, nonchè alla verifica dei risultati conseguiti dalleaziende sanitarie nel campo della tutela della salute mentale. Alle Universitàviene affidato almeno un modulo-tipo del DSM, in relazione alle specifichefunzioni assistenziali svolte complementarmente a funzioni di formazionie di ricerca.
e) Maggiore attenzione all'integrazione conil distretto sanitario e i medici di base, agli inserimenti lavorativi,in particolare attraverso lo sviluppo delle cooperative sociali, alla necessitàdi una implementazione del sistema informativo, della formazione e dell'aggiornamento.
Il modello organizzativo dipartimentale siconferma come il più idoneo a garantire l'unitarietà degliinterventi e la continuità terapeutica, come del resto indicatodal Piano Sanitario Nazionale.
PERSONALE DEI D.S.M.
Si evidenzia una carenza di personale e si conferma un organico di almenoun operatore ogni 1.500 abitanti. Le componenti organizzative del D.S.M.rimangono le stesse rispetto al precedente P.O. 94-96 e in particolare:
a) il centro di salute mentale (C.S.M.,sede del coordinamento degli interventi,attivo 12 ore al giorno, per 6 giorni alla settimana);
b) il servizio psichiatrico di diagnosi e cura (S.P.D.C., con un numeronon superiore a 16 posti letto e un numero complessivo di 1 posto lettoogni 10.000 abitanti);
c) il Day-Hospital (D.H., aperto almeno 8 ore al giorno per 6 giorni allasettimana);
d) il Centro Diurno (aperto almeno 8 ore al giorno per 6 giorni alla settimanae che può essere gestito anche dal privato sociale e imprenditoriale);
e) Le Strutture Residenziali (con uno standard tendenziale di 1 posto lettoogni 10.000 abitanti, collocate in località urbanizzate e facilmenteaccessibili, anch'esse gestite dal privato sociale e imprenditoriale).
Rimane aperta la questione del recepimentodel Progetto non solo formale, in considerazione delle inadempienze didiverse Regioni e aziende sanitarie locali rispetto all'applicazione delP.O. 94/96, più volte denunciate dalla Consulta naionale per lasalute mentale e recentemente evidenziate dallo stesso Ministro della Sanità.
A fronte dei cambiamenti sopravvenuti dopola Legge 180 e con il superamento definitivo dell'ospedale psichiatrico,occorre, tuttavia, segnalare alcuni aspetti, tuttora problematici, chedevono essere affrontati:
1) Assenza di un'attenzione specifica ai problemidella salute mentale in età evolutiva;
2) Carenza di valutazioni sistematiche in ordine all'efficienza delle risorseimpiegate e all'efficacia degli interventi attuati;
3) Mancata attuazione, tranne che in poche realtà, del monitoraggiodella spesa con istituzione di centri di costo;
4) Rischio di interventi non coordinati e di conflittualità frale varie figure professionali, in mancanza di una esplicitazione puntualedella "missione" affidata agli operatori e ai servizi, e degliinterventi che devono essere assicurati in via prioritaria;
5) Presenza di situazioni di "istituzionalizzazione" che nonsono state toccate dal processo di superamento degli ex O.P. (istituzionalizzazionedi pazienti in età evolutiva e O.P.G.);
6) Necessità di definire l'offerta complessiva e l'utilizzo di posti-lettoper media e lunga degenza, ai fini terapeutico-riabilitativi, in struttureresidenziali attualmente differenti per dimensione e tipologia. Necessitàdi contrastare ogni nuova forma di "nuova istituzionalizzazione"all'interno delle strutture residenziali;
7) Relativa insufficienza per i servizi di salute mentale dei requisitiminimi di autorizzazione, approvati recentemente;
8) Carenza del personale di assistenza e/o presenza di situazioni di eccessivoturnover, con conseguenze negative per la continuità terapeutica;
9) Necessità di chiarezza e omogeneità nei rapporti con nuovisoggetti erogatori di servizi socio-sanitari (Onlus e privato imprenditoriale),che chiedono ai dipartimenti di salute mentale di definire modalità,requisiti e tipologie di possibili "mix" pubblico-privati;
10) Necessità di sviluppare il ruolo strategico e le risorse deglienti locali (in partcolare dei Comuni), nel contribuire alla definizionee alla realizzazione di innovative politiche di salute mentale intesettoriali;
11) Importanza di sviluppare la collaborazione con le Associazioni deifamiliari e degli utenti, riconoscendole il ruolo attivo e il valore fondamentalecome risorse al fianco delle èquipes dei servizi;
12) necessità di rinnovare e articolare l'offerta formativa deglioperatori dei servizi, ma anche dei soggetti che, a diverso titolo, concorronoa pianificare e/o programmare, realizare e valutare progetti di promozionee di mantenimento della salute mentale (enti locali, Onlus, privato imprenditoriale).
Tutto ciò giustifica pienamente un nuovoprogetto obiettivo mirato a individuare in maniera cocente obiettivi einterventi prioritari, precisare i modelli organizzativi, prevdere specifichemodalità di verifica dei risultati.
I D.S.M. DOPO IL PROGETTO OBIETTIVO94-96
Risorse umane e componenti organizzativedei Dipartimenti di Salute MentaleA) PERSONALE
Nel Paese sono presenti complessivamente 30.978operatori.
Distribuzione:
- medici ............................................................5.094(16,6%)
- psicologi........................................................ 1785.(5,8%)
- sociologi.......................................................... 148.(0,5%)
- terapisti della riabilitazione psichiatrica....... 138 .(0,4%)
- educatori professionali................................ 1.054 .(3,4%)
- assistenti sociali........................................... 1.544 (5%)
- infermieri.................................................... 15.482(50,5%)
- operatori addetti all'assistenza e ausiliari... 3.731 (12,2%)
- amministrativi...................................................472(1,5%)
- "altro"............................................................1.530(5%)
La percentuale dei MEDICI varia dal 6,3% delMolise e 8,5% della Basilicata al 18,9% del Piemonte e Valle D'Aosta, 19,5%di Calabria e Sicilia, 21,3% del Lazio;
La percentuale degli PSICOLOGI varia da 1,3%del Molise, 2,8 di Valle D'Aosta e Veneto a 8,2% della Toscana, 9,1% dellaCalabria e 13,9% del Lazio;
I SOCIOLOGI sono presenti quasi esclusivamentenelle regioni meridionali: sopra l'1% Puglia e Sicilia, e quasi 2% in Campania;
Scarsamente presenti i TERAPISTI DELLA RIABILITAZIONEPSICHIATRICA in tutte le regioni. Ciò può in parte spiegarsicon la recente istituzione del relativo corso di formazione universitaria;
Più rappresentati gli EDUCATORI PROFESSIONALI,con percentuali più alte in Piemonte, Lombardia, Marche ed EmiliaRomagna;
La percentuale degli ASSISTENTI SOCIALI èpiù elevata nelle regioni del Centro-Sud, rispetto a quelle delNord. Ciò è dovuto, in parte, al fatto che in queste ultimeregioni gli assistenti sociali non sono in carico al DSM, ma ai servizisociali;
Gli INFERMIERI rappresentano la figura professionaledi gran lunga più numerosa, con l'unica eccezione del Molise (14%);
Nella voce "ALTRO" si comprendonogli infermieri "psichiatrici" provenineti dagli ex O.P. (in Piemontee Puglia le percentuali maggiori), soprattutto OPERATORI DI COOPERATIVESOCIALI IN CONVENZIONE (Molise, Umbria in testa);
Il TASSO NAZIONALE OPERATORI/POPOLAZIONE èpari a 0,95, di poco inferiore, quindi, allo standard di riferimento.
I Tassi più alti si hanno in Molise (1,62), Umbria (1,34), FriuliV.Giulia e Liguria (circa 1,30), Toscana (1,18%);
I Tassi più bassi si riscontrano in Valle D'Aosta (0,53), Puglia(0,68), Basilicata (0,71), Lombardia (0,75), Abruzzo e Piemonte (circa0,82).
TABELLA - OPERATORI DEI D.S.M. REGIONE PERREGIONE