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MINDMATTERS: UN PROGRAMMA AUSTRALIANO PER LA PROMOZIONE E LA PREVENZIONE DELLA SALUTE MENTALE

Louise Rowling

Background

In tutto il mondo c’è una crescente consapevolezza del fatto che molti bambini e adolescenti che necessitano di servizi per la salute mentale non li ricevono (Organizzazione Mondiale della Sanità, 2001). Se da una parte la dimensione dei problemi legati alla salute mentale variano da paese a paese, studi fatti in Australia (Zubrick et al. 1997), Nuova Zelanda (Ministero della Salute 2002) e Gran Bretagna (Meltzer, et al, 2000) riferiscono periodicamente che il 10-25% dei giovani con meno di 18 anni hanno problemi di salute mentale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) evidenzia come 1 ragazzo su 5 sperimenta un disturbo del comportamento emotivo (Hendren et al. 1994). Questo periodo inerente lo sviluppo può essere caratterizzato da un’aumentata esposizione al rischio predisponendo i bambini e i giovani a scarsi risultati per quanto concerne la salute mentale. L’adolescenza è un’età in cui i giovani possono sperimentare l’inizio di problemi legati alla salute mentale, come la depressione, l’ansia, i disturbi alimentari, l’abuso di sostanze e un deliberato autolesionismo. Il porsi come obiettivo i bambini e i giovani per la promozione e la prevenzione della salute mentale è diventata una priorità.

La promozione della salute mentale - una ‘nuova scienza’

La promozione della salute mentale costituisce una nuova scienza. Si basa sulle conoscenze derivanti da diversi settori, incluso la promozione della salute, la ricerca sulla prevenzione nell’ambito della salute mentale e la promozione della salute nelle scuole. Nell’attingere da questi settori di ricerca si verificano dei conflitti sul focus e sui risultati; sui piani di ricerca e di valutazione e su ciò che conta come evidenza. I documenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che delineano la pratica della promozione della salute hanno identificato la collaborazione intersettoriale e la partnership come principi basilari della pratica per la promozione della qualità della salute. In particolare, la Dichiarazione di Alma Ata ha affermato che l’azione "coinvolge, oltre al settore sanitario, tutti gli altri settori e aspetti dello sviluppo nazionale e della comunità che sono collegati (OMS 1978, p.2); lo Statuto di Ottawa per la Promozione della Salute "pone la salute nei programmi dei politici in ogni settore e ad ogni livello"; (OMS 1986, p.2).

Ritchie e Rowling (1997) sostengono che la pratica per la promozione di un buon stato di salute debba essere:

    1. "contestuale: il contesto è imprescindibile dall’azione di promozione della salute;
    2. partecipativa: è necessario tenere conto delle credenze e delle percezioni della comunità a cui si rivolge, del modo in cui le persone costruiscono le proprie relazioni con le agenzie sanitarie e non— soprattutto invitando a partecipare coloro la cui voce è spesso meno ascoltata;
    3. multistrategica: deve focalizzarsi sull’interazione di più mezzi di comunicazione per aumentare la possibilità di influenzare sulla situazione;
    4. dinamica: vedendo il processo come mutevole piuttosto che statico, ciclico piuttosto che lineare" (p8).

Hancock (1992) enfatizza il contesto, sottolineando la necessità di studiare gli "insiemi" che creano "condizioni con cause multiple e multipli effetti nell’ambito della vita reale". Ciò contrasta con la scienza della prevenzione, in cui l’obiettivo è solitamente l’individuo e il rischio piuttosto che le famiglie, le scuole e i simili; la protezione e il benessere; il contesto e le partnerships.

Sebbene riconoscano delle conquiste nella scienza per la prevenzione della salute mentale, gli studi recenti mettono in evidenza una serie di limiti (OMS 2004, Greenberg et al. 2001, Arthur e Blitz 2000). I limiti nella scienza attuale coinvolgono il focus sui fattori di rischio e le "singole" questioni; l’incapacità nel considerare gli effetti della prevenzione per l’intera popolazione; un maggiore interesse per i risultati del trattamento piuttosto che per quelli della prevenzione (come la l’accuratezza dell’implementazione); e la possibilità di molteplici risultati sanitari e sociali. Questo "approccio suddiviso per compartimenti ai problemi mentali, sociali, comportamentali e legali" (WHO 2004, p.53 ) mette in evidenza un problema significativo per la scienza della prevenzione e il campo della politica.

La comprensione e la concettualizzazione della promozione della salute mentale e della prevenzione della malattia per i bambini e gli adolescenti sono limitate, poiché la ricerca non ha accumulato lo stesso livello di conoscenza disponibile per gli adulti (Price et al, 2000). Si sa abbastanza dell’impatto del contesto sociale e culturale sui giovani per non cadere nella trappola di fornire la promozione della salute mentale e prevenzione dei disturbi psichici sulla base della ricerca condotta sugli adulti. Tuttavia, questa pratica si verifica ancora (Price et al, 2000) e c’è una ricerca più ampia sui fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi mentali in età adulta, rispetto alla ricerca fatta sui bambini e gli adolescenti sulla loro adattabilità alle situazioni negative e sulla loro capacità di recupero. Inoltre, i giovani possono essere fra tutte, la fascia di popolazione più vulnerabile.

Da una prospettiva di azione sulla salute della popolazione, l’impatto sullo stato di salute mentale dei giovani è efficace (Price et al, 2000). Un approccio "population health" coinvolge "considerazioni simultanee dei bisogni e degli obiettivi dei gruppi di popolazione che vivono nella comunità, e l’esame delle condizioni di vita che aumentano o limitano la loro salute o quella della comunità" (McMurray 1999, pag. 9). Adottare questa prospettiva ecologica per la salute mentale determina importanti implicazioni per la promozione della salute mentale basata sulla scuola. Sposta l’enfasi dai problemi e dai fattori di rischio ai punti di forza e alle condizioni di rischio, e dagli individui all’intera popolazione.

"Health promoting schools and healthy schools" è un approccio che è stato adottato globalmente (OMS 1992) e comprende tutte le questioni sanitarie scolastiche, include un programma sequenziale: la formazione per insegnanti e una partecipazione attiva nell’apprendimento da parte degli studenti. Questo programma è collegato alle strutture organizzative e ai processi dell’ambiente scolastico che dimostra l’ethos della scuola. Le scuole hanno bisogno di partnership ben sviluppate con i genitori, i caregivers e con chi fornisce i servizi, per poter gestire in maniera efficiente le questioni riguardanti la salute. L’evidenza per un’efficace pratica di promozione della salute mentale a scuola è basata su un misto di progetti di studio e una gamma di misure d’intervento di successo che corrispondono a diverse forme di intervento recentemente analizzate in dettaglio nella pubblicazione del 2000 dell’International Union of Health Promotion and Education (IUHPE). Tale pubblicazione stabilisce che:

    • Una salute compromessa ha effetti negativi sull’apprendimento. C’è anche una forte relazione fra un comportamento sano e i risultati dell’educazione.
    • I programmi di promozione della salute a scuola possono trasmettere conoscenze e abilità, e sostenere scelte sanitarie positive.
    • Le scuole sono luoghi efficienti per interventi di promozione solo dove questi interventi sono collegati agli orientamenti didattici della scuola, alle priorità della scuola e della comunità, siano importanti per lo sviluppo sociale e cognitivo dei giovani ,e qualora siano programmati e sperimentati.
    • Il risultato maggiore si raggiunge dove c’è un’adeguata formazione di insegnamento, dove i programmi sono globali e "olistici", collegano la scuola con gli enti, durano qualche anno e nei quali l’insegnamento è centrato sullo studente.
    • L’ambiente scolastico, incluso sia quello fisico e psicosociale, sono i fattori più importanti nella promozione della salute a scuola.
    • Anche la struttura organizzativa, incluso la gestione e la direzione scolastica, costituisce un fattore chiave (IUHPE 2000).

Ci sono tre aree nell’ambito delle scuole che promuovono la salute (si veda la Figura 1): programma didattico, insegnamento e apprendimento; organizzazione scolastica ed ethos ("l’ambiente scolastico"); partnership e servizi.

L’ambiente scolastico coinvolge: l’attenzione per le relazioni, attenzione per il benessere e il sostegno, le politiche sulla disciplina e la loro attuazione, sostegno nei momenti di transizione e opportunità per partecipazioni significative. Il programma, l’insegnamento e l’apprendimento includono: attività interattive e collaborative fatte in classe basate su alte aspettative, insegnanti supportati da uno sviluppo professionale, dallo sviluppo di valori personali e sociali e, programmi educativi sanitari conseguenti. La partnership include il collegamento di scuole e famiglie, la formazione di legami continui con la comunità e la collaborazione con gli operatori dei servizi per pianificare i percorsi di cura per i bambini e i giovani. La partnership, le relazioni fra il personale scolastico e i fornitori di servizi presentano spesso problemi. Una caratteristica di tante attività fatte sulla salute mentale all’interno delle scuole è un aumento del coinvolgimento dei professionisti nelle scuole e la conduzione di interventi mirati con gruppi di studenti. L’etichetta ‘salute’ mentale è creata attualmente in psicologia e psichiatria in termini di ‘malattia’ all’interno di una prospettiva biomedica. Non è un linguaggio rivolto agli insegnanti. Né la pratica che scaturisce da esso della "erogazione di un servizio" tende a far riconoscere e sentire motivato il personale scolastico che ad accollarsi la salute mentale degli studenti come un’importante preoccupazione. Un intervento precoce, per sua natura, cerca spesso di escludere l’insegnante dal processo di miglioramento dei risultati in termini di salute mentale degli studenti.

La promozione della salute mentale a scuola necessita di focalizzarsi su un ampio approccio scolastico globale, coinvolgendo persone e sistemi, costruendo punti di forza all’interno di un ambiente sicuro caratterizzato da senso di appartenenza e stima, di rispetto per le diversità e inclusività. Ciò si ottiene tramite un processo che crea condizioni per l’empowerment, lo sviluppo organizzativo e include la partnership e una partecipazione significativa. Il concetto di promozione della salute mentale a scuola va oltre l’obiettivo di aumentare i fattori protettivi fra gli individui. Identifica l’importanza fondamentale dell’intera scuola come ambiente di supporto. Si basa sulla salutogenesi: come studio del benessere, piuttosto che della patogenesi: come lo studio della malattia. L’attenzione è sulla "storia globale dell’essere umano" (Antonovsky 1987 p.12). La differenza di approccio fra la prevenzione della malattia mentale e la promozione della salute, è che la prima si focalizza sui fattori mentre la seconda ha un approccio olistico.

Nella promozione della salute mentale a scuola c’è un interesse a migliorare gli ambienti scolastici.

Una prospettiva ecologica per la promozione della salute mentale a scuola, un interesse per l’interazione ambiente-persona, inizia con l’ambiente scolastico. Questo approccio ha elaborato la struttura dell’ambiente scolastico, come punto di partenza, per facilitare un miglioramento della salute mentale dei giovani. Un ambiente di supporto è una situazione in cui gli studenti sentono che i loro insegnanti li trattano bene; sono vicini ad almeno un adulto importante e si sentono parte della scuola. Possono esistere diverse forme di supporto attraverso una gamma di elementi che creano ambienti di sostegno per la salute mentale. Questi elementi interagiscono e si sovrappongono:

    • Luoghi negli ambienti scolastici — la classe, gli edifici scolastici e i dintorni, il clima nella scuola e l’area locale;
    • persone - studenti, insegnanti, altro personale scolastico, famiglie, operatori sanitari e sociali;
    • processi e pratiche — processi decisionali, partecipazione, assistenza, scambio di informazioni;
    • politiche che coinvolgono linee guida per l’azione e per l’allocazione della risorse;
    • programmi per un apprendimento coordinato nelle classi e tramite attività scolastiche che si realizzano. Non è solo l’esistenza di tutti questi elementi, ma l’interazione, la cooperazione, la compatibilità e la coerenza che contribuiscono a creare ambienti di supporto.

La promozione della salute mentale a scuola coinvolge tutti i membri della comunità scolastica - insegnanti, genitori, studenti, professionisti ed enti che si occupano di salute mentale.

Affinché sia possibile una approccio scolastico globale, una "massa critica" di personale scolastico necessita di familiarizzare e essere sicuro di sé nell’agire in ambienti educativi positivi, usando approcci di insegnamento interattivi e lavorando con gli altri operatori sia interni sia esterni collegati al mondo della scuola.

Uno degli scopi della promozione della salute mentale a scuola è determinare un cambiamento organizzativo che fornisca le condizioni per l’empowerment dei membri della comunità scolastica. Le condizioni per l’empowerment si creano quando gli insegnanti vengono coinvolti nei processi decisionali, nella programmazione ed implementazione delle attività di promozione della salute mentale che hanno così un maggiore potenziale di efficacia nella loro scuola. Il processo è partecipativo e globale, includendo le percezioni delle comunità nel modo in cui esse costruiscono i loro rapporti con le agenzie sanitarie — coinvolgendo soprattutto le persone la cui voce è spesso meno sentita — ossia: i giovani. È necessaria una pratica multistrategica per focalizzare l’attenzione sul cambiamento strutturale e organizzativo e per l’azione nella comunità scolastica.

I principi basati sull’evidenza di setting specifici per la promozione della salute mentale a scuola, sono stati così articolati:

    • condurre un approccio scolastico globale
    • usare un approccio di competenza sociale piuttosto che focalizzarsi sui comportamenti legati ad un problema specifico, oltre ad impiegare metodologie interattive e partecipative
    • prevedere un’implementazione pianificata per alcuni anni
    • coinvolgere key partnes
    • costruire competenze chiave e abilità dei partecipanti,
    • utilizzare strategie di valutazione globale che impieghino modelli logici di valutazione ((Jané-Lopis, E. & Barry 2005, p.50-51)

La storia dei rapporti fra il servizio sanitario e le scuole vede spesso il personale scolastico in un ruolo passivo e non propositivo. E’ essenziale sviluppare una partnership. Gli operatori della salute mentale hanno bisogno di riorientare la loro visione dal considerare la scuola come un’organizzazione da cambiare, al percepirla come agente e titolare di un cambiamento per promuovere la salute mentale, collaborando con essa per raggiungere ciò. Questi principi e ambiti per la promozione della salute mentale a scuola sono riflessi nell’implementazione di un progetto australiano finanziato dal governo: MindMatters.

Mindmatters

Nel 1995/96, come parte del Primo Piano Nazionale sulla Salute Mentale (Australian Health Ministers, 1992), il Dipartimento della Salute del Commonwealth ha stanziato dei fondi per una ricerca volta a identificare la disponibilità delle scuole e gli eventuali ostacoli ad adottare all’interno del proprio piano di studi, programmi di promozione della salute mentale. Furono rilevati diversi fattori di rilievo: la scarsa fiducia mostrata degli insegnanti sulle proprie capacità di essere in grado di trasmettere concetti riguardanti la salute mentale; la mancanza degli spazi necessari e delle risorse appropriate; un piano di studi già eccessivamente intenso e in cui alla salute è assegnata una bassa priorità; insegnanti stressati e dal morale basso; ed inoltre lo stigma associato al termine "salute mentale" (Youth Research Centre and Centre for social Health, 1996; Sheehan et al., 2002). Queste informazioni fornirono il terreno per la fase di ricerca e lo sviluppo del Mindmatters, finanziato nel 1997 dal governo nazionale. Si tratta di una serie di iniziative, di carattere nazionale e aventi la scuola come sede elettiva, che, con lo scopo di promuovere la salute mentale dei giovani australiani, si rivolgono alle molteplici problematiche della salute nel contesto di un approccio scolastico globale. La loro progettazione ed implementazione sono in linea con l’effettiva pratica raccomandata.(Barry, Domitrovich & Lara 2005)

Sin dalla fase pilota nel 1998/1999, MindMatters ha sviluppato, come parte della campagna di promozione della salute mentale nelle scuole secondarie, finanziata dal governo australiano, una serie di risorse (http://cms.curriculum.edu.au/mindmatters). Il progetto si trova ora in una fase di divulgazione che comprende tutto il territorio e gli stati della nazione. E’ inoltre da considerarsi un programma in costante espansione attraverso lo sviluppo delle risorse necessarie, che può rivolgersi e trattare i nuovi bisogni che di volta in volta sorgono e si evidenziano.

MindMatters è sostenuto da un impianto concettuale (Wynn et al., 1999), che trova le proprie fondamenta sulla ricerca, secondo cui le scuole rappresentano un luogo adatto e un terreno fertile per la promozione della salute mentale. Questo include il concetto di scuola come entità promotrice della salute (concetto delineato in precedenza), un modello di salute mentale attuabile all’interno dell’ambiente scolastico postulato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (1994) e infine un modello volto allo sviluppo delle capacità (Hawe et al., 1998). La seconda cornice concettuale presa in considerazione dal MindMatter, fa riferimento ad una versione, adattata, del modello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (1994), come presentato nella figura 2. Il contributo chiave offerto da questo schema, è costituito dal fatto che può essere adottato dai docenti, al fine di potersi creare una rappresentazione mentale del ruolo che essi stessi devono assumere; oltre a ciò, viene facilitata la comprensione dei ruoli che devono essere svolti dal resto dei membri del sistema scuola e si è in grado di identificare e rendere chiari anche i ruoli delle agenzie esterne. Uno dei maggiori ostacoli all’accettazione della salute mentale, come materia all’interno della scuola, è il disagio manifestato degli insegnanti, nel percepire questo tema come un argomento troppo distaccato dal proprio ruolo specifico. In Australia, tra gli insegnanti, è comune l’idea che da essi ci si aspetti la capacità di fornire le prestazioni di uno psicologo o di un’assistente sociale, dato che queste figure professionali sono poco presenti nelle scuole. Il progetto da noi sviluppato, invece, è risultato molto convincente, dato che permette agli insegnanti di comprendere ed identificare che le proprie responsabilità non esulano dai ruoli scolastici tradizionali. In molti casi, si trattava, infatti, di comportamenti che gli insegnanti già attuavano all’interno delle proprie attività di assistenza e supporto e delle attività miranti al perseguimento del benessere degli studenti. Il modello, quindi, è già presente e messo in pratica, nonostante i docenti non abbiano ancora identificato questi comportamenti come vere e proprie azioni di promozione della salute mentale. Il primo livello dell’intervento situa i propri sforzi su di un approccio alla "salute della popolazione", dove sono presenti "una simultanea considerazione dei bisogni e degli obiettivi della popolazione residente all’interno della comunità e l’analisi delle condizioni di vita che rafforzano o ostacolano il proprio stato di salute o la salute della comunità nella sua interezza". Il secondo livello di intervento è rappresentato dall’attuazione di un progetto didattico, che sia aperto a tutti gli studenti ma che, allo stesso tempo, richieda il coinvolgimento dei soli docenti che abbiano ricevuto una formazione e che si sentano a proprio agio a ricoprire questo ruolo. Facendo riferimento a questo modello, l’OMS valuta che approssimativamente, per il 20/30% degli studenti, possa essere necessario un supporto aggiuntivo, utile ad esempio per coloro che siano stati testimoni, tra le mura domestiche, di conflitti tra genitori in fase di separazione o qualora sia presente un membro della famiglia affetto da una patologia mentale. Infine, solo una ridotta percentuale degli studenti potrebbe necessitare di un trattamento professionale di più lunga durata. Diverse nazioni si sono concentrate su livelli differenti. Ad esempio, dai miei colloqui con colleghi americani, sembrerebbe emergere che gli sforzi siano concentrati principalmente sui due livelli inferiori.

Il terzo livello fa riferimento alla capacity building (Hawe et al., 1998). Ciò richiede: uno sviluppo delle strutture organizzative, risorse, leadership, progetti di partnership e lo sviluppo della forza lavoro. L’attività di capacity building rende necessario, per le scuole, per il settore della salute mentale come anche per il personale non addetto alla tutela della salute, lo sviluppo di determinate abilità e un cambio di atteggiamento, allo scopo di promuovere la salute mentale. Questo comporta una profonda attenzione all’eventualità di poter intervenire sulle condizioni sociali che influiscono sulla salute mentale attraverso il loro repertorio di azioni (Rowling 2002, 2004). Queste ultime includono la cultura scolastica, l’ethos e la valorizzazione del coinvolgimento dei genitori e della famiglia. Le azioni di capacity building come lo sviluppo delle strutture organizzative e della forza lavoro saranno di aiuto a questo processo di riorganizzazione.

MindMatters, inoltre, basa il suo operato su ricerche relative l’implementazione di programmi scolastici efficaci e sull’assunto che l’aggiornamento professionale degli insegnanti sia un fattore imprescindibile per il successo di ogni programma innovativo. L’approccio attuato da MindMatters, concentrandosi sui fattori protettivi che sono alla base dell’integrazione, riconosce l’importanza della struttura organizzativa, dell’ambiente sociale, e del ruolo del singolo individuo all’interno del contesto in cui vive. MindMatters si distingue dai precedenti progetti, concernenti l’educazione alla salute mentale, per il fatto di averle assegnato un ruolo centrale all’interno della didattica scolastica invece di identificarla semplicisticamente come una materia che tratta della salute (Sheehan et al., 2002). Offre inoltre una cornice di riferimento per un’azione di integrazione selettiva dei programmi e delle iniziative che si occupano degli aspetti specifici della salute e della malattia mentale.

All’interno di questi ambiti il progetto MindMatters include un certo numero di risorse finalizzate a supportare un cambiamento globale della scuola, un maggior coinvolgimento della comunità, la salvaguardia della salute e del benessere degli insegnanti e programmi di integrazione e pari opportunità.

School Matters: Mapping and Managing Mental Health in Schools; questa parte del programma include una documentazione generale e una cornice di riferimento pratica, volta a coinvolgere l’intero "sistema scuola" al fine di permettere, ai gruppi centrali del progetto, non solo di analizzare i programmi già attivi, ma anche di realizzare proficue collaborazioni all’interno delle scuole e delle comunità affinché il processo di promozione della salute mentale sia reso accessibile a tutti i membri delle scuole e della collettività. Educating for Life: A Guide for School Based Responses to Preventing Self-Harm and Suicide, che si occupa della gestione della crisi, della prevenzione del suicidio e della capacità di individuare, negli studenti, i segni di potenziali comportamenti suicidari. MindMatter svolge un importante ruolo nell’incoraggiare le scuole ad esplorare quali tipi di interconnessioni esistano tra la comunità di appartenenza, gli aspetti culturali, l’identità personale e la capacità di resilienza di un individuo. Si fa inoltre carico di esplicitare i passi attraverso cui, la scuola, in comunione con le diverse "forze" presenti nella comunità possa farsi promotrice del benessere dei propri studenti. Solo in un periodo più recente, MindMatters ha iniziato ad impostare programmi pensati esclusivamente per il corpo docente. I primi esperimenti sono iniziati nel 2005. Questi nuovi programmi condividono, con MindMatters, un buon numero di materiali e si concentrano principalmente su cinque aree:

1) The Thriving Self - il ruolo fondamentale svolto dalle convinzioni che ognuno di noi possiede sui temi della salute mentale e del benessere personale: il modo in cui sono applicabili all’ambiente lavorativo

2) The Interpersonal domain- permette di cogliere l’influenza degli aspetti relazionali che si stabiliscono con le altre persone sul posto di lavoro

3) The Professional domain— ha un potenziale impatto positivo sulle possibilità di realizzarsi nel campo lavorativo e sull’accessibilità ad informazioni sulla salute più in generale e sul benessere

4)The Organisational domain— ha un ruolo nell’incoraggiare e supportare in modo specifico la salute e il benessere

5) Questo insieme di processi operano all’interno di un ampio contesto comunitario, la Scuola nella Comunità, che può anche agire con lo scopo di confermare, informare e rinforzare i temi del benessere e della salute all’interno del sistema scolastico.

Un altro elemento di notevole importanza, è rappresentato dalla creazione di un network di infrastrutture, che serva alla disseminazione delle varie iniziative volte alla realizzazione di un Team MindMatters a livello Nazionale, di programmi di formazione e aggiornamento del personale docente in ogni singolo stato e territorio. Tra le numerose iniziative svolte, MindMatters si è impegnata per la diffusione di uno strumento valutativo globale, oltre ad offrire alle scuole assistenza per la conoscenza e messa in pratica di tale strumento di valutazione. A tal fine, è stato messo a disposizione dell’utenza un sito internet (http://cms.curriculum.edu.au/mindmatters ) e una specifica rete di comunicazione. Sono disponibili un gran numero di strumenti e strategie di ampio respiro, atti al monitoraggio del processo e alla valutazione degli impatti, dei risultati e dei modelli logici di valutazione. La verifica della potenziale realizzazione del programma in ambito nazionale, l’analisi dei risultati ottenuti nell’ambito dei progetti di aggiornamento per il personale docente e l’impatto che essi hanno sul sistema scolastico.sono stati sottoposti ad una accurata analisi durante un periodo di 3 anni, ricorrendo a metodologie, sia di tipo qualitativo che quantitativo (si veda il sito MindMatters per gli Interim Report). Tra gli aspetti principali, messi in luce dall’analisi quantitativa su di un campione di 400 soggetti, selezionati casualmente, che avevano partecipato ai programmi di formazione, possiamo includere:

    • I corsi di aggiornamento professionale per i docenti hanno ricevuto una valutazione altamente positiva per la loro utilità e per il ruolo svolto nell’accrescere la comprensione dei temi relativi alla salute mentale riuscendo ad aumentare la fiducia degli insegnanti di essere in grado di compiere il proprio lavoro e di essere visti come adatti al ruolo assegnato.
    • La maggior parte dei partecipanti (85%), hanno consegnato delle relazioni alle scuole di appartenenza. L’ 88% di essi ha reso noto che avrebbe deciso in favore dell’implementazione del programma MindMatters, nel 62% dei casi, ha deciso la costituzione di un team centrale. E’ risultato minore, invece, (15-31%), il livello di coinvolgimento e di collaborazione tra la comunità scolastica (studenti e genitori) e la comunità più in generale.
    • In termini di impatto e sostenibilità del progetto, il 66% dei partecipanti ha dichiarato la propria disponibilità ad attuare il programma Mindmatters per un periodo più esteso di tre anni.

I risultati riguardanti gli studenti saranno resi disponibili entro la fine del 2005.

MindMatters Plus

Nel 2002 sono stati resi disponibili ulteriori fondi, con lo scopo di concentrarsi sugli studenti con evidente necessità di supporto. Il ricorso ad una espressione come "studenti con grande bisogno di supporto", è stata preferita a "studenti a rischio", non solo con lo scopo di limitare l’impatto stigmatizzante di tali termini sui giovani in questione, ma anche perché era l’espressione,che più di tutte le altre, riscontrava il favore degli esponenti del settore della Pubblica Istruzione. Questa iniziativa si rivolge non solo a quegli adolescenti con problematiche di carattere emozionale, sociale e comportamentale, ma anche a coloro che hanno la necessità di un sostegno addizionale volto a ridurre le possibilità di abbandono precoce della carriera scolastica. L’abbandono precoce della scuola è, infatti, considerato un rilevante fattore rischio per il sviluppo di problemi di salute mentale negli anni a venire.

Il progetto Mindmatters Plus, dunque, è in grado di combinare promozione della salute, prevenzione ed intervento precoce, il tutto all’interno di un approccio scolastico globale. Le scuole sono spesso il primo punto di contatto di quel processo che culmina con l’invio dei ragazzi alle prestazioni sanitarie più opportune. Quindi, il personale docente, con una adeguata formazione professionale e un numero sufficiente di risorse, si trova in un a posizione ottimale per poter rispondere alle esigenze individuali degli studenti e dei loro genitori e per impostare i percorsi di assistenza più appropriati per gli studenti.

Le scuole pilota, facenti parte del progetto MindMatters Plus, stanno vagliando diversi programmi complementari che si rivolgono a svariate problematiche riguardanti il tema della salute, come, ad esempio, quei programmi mirati alla prevenzione dell’ansia e della depressione e allo sviluppo delle capacità di resilenza. Tra i risultati attesi, si include lo sviluppo di una serie di modelli scolastici sostenibili, facilmente comprensibili e accessibili, che possano consentire alle scuole di rispondere in modo più efficace a quegli studenti che hanno maggiori esigenze nell’ambito della salute mentale. L’implementazione di questo programma include la verifica dei mezzi a disposizione e delle procedure di cui le scuole necessitano, all’atto di definire quali siano le combinazioni, tra i diversi programmi e le iniziative a disposizione, che maggiormente si addicono ai propri studenti. Un’iniziativa strettamente connessa a questo progetto, è il tentativo di coinvolgere le scuole con i medici di base e con gli educatori, al fine di ottimizzare e ampliare le reti di assistenza e cura disponibili per gli studenti. La valutazione di questa iniziativa, sarà terminata entro la fine del 2005.

È stato inoltre sviluppato un programma che si rivolge ai genitori ed alle famiglie: Families Matter. Legato al progetto Mindmatters, esso si propone di coinvolgere genitori e famiglie in dibattiti sui temi del benessere sociale ed emozionale dei giovani, all’interno del sistema scuola. Luneburg e Irby (2002) suggeriscono come, in un certo numero di studi, sia stato dimostrato che un effettivo coinvolgimento dei genitori, nelle dinamiche scolastiche, sia un fattore critico per la riuscita accademica degli studenti. In generale, genitori che possiedono delle elevate aspettative nei confronti dei propri figli:

    • Partecipano alle attività scolastiche
    • Sono più prodighi di incoraggiamenti
    • Sono in grado di offrire un ambiente domestico appropriato all’apprendimento

Gli autori sostengono che attività ben programmate possano accrescere il coinvolgimento di genitori e comunità con la scuola.

Sfide attuali nella promozione della salute mentale nelle scuole.

1. I legami scuola/salute

Collaborazioni tra le scuole, i servizi di salute mentale e altri servizi convenzionati, sono ritenute necessarie e comprendono lo sviluppo di un approccio volto alla cooperazione, all’interscambio e allo sviluppo di legami di comunicazione. Questo processo può essere promosso attraverso il ricorso ad un linguaggio educativo piuttosto che ad un linguaggio più ristretto e specifico dei temi della salute; è propedeutico, inoltre, concentrarsi sul rafforzamento e sulla valorizzazione delle conoscenze e delle abilità degli insegnanti, oltre che aiutare gli stessi nel comprendere come questi cambiamenti siano fonte di benefici per gli studenti. Sono essenziali le condizioni per il raggiungimento di una efficace collaborazione intersettoriale (Rowling & Taylor 2005). Per poter giungere a questo cambiamento, può rivelarsi necessario il ricorso alle capacità pratiche e teoriche di professionisti della salute mentale al fine di essere in grado di promuovere la salute mentale stessa.

2. La salute mentale degli insegnanti

Un’importante area in cui si concentrano gli sforzi più recenti, è la tutela della salute mentale del personale docente. Prendendo come unità di misura il livello di stress, l’Education International Study in Europe (2002), è giunto alla conclusione che la chiave per affrontare tale problematica nei docenti, consista in un approccio che faccia maggior leva sugli aspetti concernenti la scuola in quanto organizzazione e non sui fattori individuali dei singoli docenti (http://www.ei-ie.org/etuce/pdf/pdf/7609.pdf ).

Facendo riferimento al sito web http://.smhp.psych.ucla.edu, del Centre for Mental Health in Schools, presso l’università UCLA, è stato riscontrato che il file scaricato con maggiore frequenza, è il pacchetto Teacher Burnout. Il tema della salute mentale negli insegnanti, è stato già trattato all’interno della descrizione del programma StaffMatters, esposto in precedenza.

Sono molteplici le cause ritenute responsabili dello stato di stress negli insegnanti. Tra queste possiamo includere:

    • La mancanza di opportunità di programmi di aggiornamento professionale
    • Le pressioni di natura economica esercitate sulla scuola
    • Relazioni difficili tra i genitori degli alunni e gli insegnanti
    • Una pianificazione e una programmazione non soddisfacenti
    • L’eterogeneità della popolazione scolastica
    • Essere sottoposti a pressioni di natura sociale e personale
    • La scuola in quanto luogo fonte di stress

Va puntualizzato come le cause alla base dello stress nel personale docente, non siano da ricercare nell’insegnante in quanto singolo individuo, ma in fattori, che rimandano alle modalità di strutturazione e di organizzazione del lavoro all’interno del sistema scuola e alle pressioni di carattere sociale e personale a cui sono soggetti gli insegnanti. Oltre a ciò, lo stress del personale docente è ritenuto avere un impatto su:

    • La qualità dell’istruzione offerta
    • L’efficacia degli insegnanti
    • Il benessere degli studenti

3. Il processo valutativo

Un’altra area che si pone come ostacolo alla promozione della salute mentale nelle scuole, è la conduzione di programmi di ricerca e di valutazione (Rowling 2002, 2004). La possibilità di dare attuazione, nelle scuole, ad interventi di salute mentale, è ritenuta dipendente da una complessa interazione di numerosi fattori. Questi ultimi sono modellati da processi di ricerca, sia nel campo della salute mentale che in quello dell’educazione. Oltre a questo complesso quadro globale, i confini disciplinari della salute mentale e dell’ambito educativo possono mostrare aspetti contraddittori sulla scelta della tipologia di intervento più adeguata e degli strumenti di valutazione migliori per mostrare le prove dell’efficacia dell’intervento. Oltre a tutte queste problematiche sussistono delle discussioni sugli aspetti sui quali focalizzare l’attenzione, la promozione della salute mentale e/o la prevenzione della malattia mentale. Le differenze concettuali tra l’approccio rivolto all’analisi dei fattori rischio e quello più focalizzato su fattori contestuali, risultano quindi in disegni di ricerca differenti; differenze imputabili alle difformi visioni che sono la base di codesti diversi approcci. Nell’orientamento ai fattori di rischio, le evidenze che sono maggiormente valorizzate derivano da una revisione sistematica dei risultati ottenuti dalle ricerche, che ricorrono all’utilizzo di gruppi sperimentali randomizzati e controllati; il ricorso a questa procedura statistica sarà considerato come criterio base per definire quali siano le ricerche da includere nel programma di revisione. Il metodo di ricerca facente uso di gruppi sperimentali randomizzati e controllati, richiede un attento controllo delle condizioni sperimentali, che sono create artificialmente dallo sperimentatore. In un sistema fluido come quello scolastico, queste condizioni sperimentali non risultano facilmente manipolabili. Invece, interventi che prendono in considerazione aspetti più diversificati (di ampia prospettiva), necessitano di processi valutativi globali al fine di comprendere quanto ampiamente diffuso sia il programma e di documentare la grande varietà delle attività.

Conclusione

E’ necessario rendersi conto che, a livello internazionale, la salute mentale di bambini e adolescenti, viene influenzata da numerosi fattori, tra i quali alcuni legati specificamente alle singole nazioni di appartenenza: le credenze e le pratiche culturali, gli aspetti sociali, politici ed economici e le diversità nei sistemi scolastici e sanitari. Tuttavia, esistono alcune tematiche di maggiore rilevanza che oltrepassano questi limiti e, tra le iniziative rivolte alla salute mentale intraprese nelle scuole, alcune sono dotate di una rilevanza che le rende adatte per più di una nazione.

 

 

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Presentazione della Rubrica

Questa Rubrica è pensata come uno spazio aperto ai punti di vista di noi adulti, ma soprattutto ai punti di vista delle bambine e dei bambini, degli adolescenti, delle ragazze e dei ragazzi. Si tratta di dar voce alle nostre identità, a volte sospese, incerte, fluide; ma soprattutto ai loro sguardi sul mondo: il mondo che vedono, che vivono, che immaginano, che costruiscono.

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