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Riccardo Dalle Luche continua la sua regolare collaborazione a questa rubrica. L'autore, psichiatra, da molto tempo impegnato in una ricerca su psicopatologia e cinema, ha prodotto su questo tema, insieme alla collega Alessandra Barontini , un "saggio di psicopatologia dal cinema di Cronenberg "( R. Dalle Luche, A. Barontini, Transfusioni. Baroni Editore, Viareggio-Lucca 1997.) Lo spazio dedicato al cinema di POL.it è aperto a suggerimenti e contributi.
L'esistenza è un videogame biologico.Meditazioni sullo stato agonico del cinema da eXistenZ di David Cronenberg (Can, U.K.1999) Per chi ha seguito con passione fin dagli esordi l'iter creativo di David Cronenberg -ed io credo di poter essere annoverato tra quelli - eXistenZ non è che uno strabordante frullato di idee, situazioni, stilemi narrativi e invenzioni visive e, soprattutto, emotive già note, una riflessione sulla paranoia in cui il corpo muta ed è mutato secondo prassi ormai abituali (il nuovo organo sessuale è qui un ano preternaturale in sede lombare, con funzioni di bioporta cibernetica) e la macchina influenzante e l'organizzazione persecutoria, in omaggio ai tempi, non sono più le multinazionali farmaceutiche, i chirurghi pazzi, i persuasori occulti televisivi, i produttori di droga, bensì i programmatori di videogames e i manopolatori genetici. La variazione tematica è strutturalmente irrilevante e, come sempre in Cronenberg, serve a rinnovare in forma postmoderna questioni ontologiche (chi siamo, cos'è la realtà) e esistenziali sul rapporto indecifrabile tra passività biologico-deterministica e libertà individuale, peraltro giungendo ad affermare un radicale agnosticismo: non vi è modo di sapere se i personaggi del film sono veri o virtuali, se sono i giuocatori/programmatori o i personaggi di un videogame di cui credono di essere i creatori, insomma, se Chuang Tzu ha sognato di essere una farfalla o la farfalla di essere Chuang Tzu. Il corpo mutato/mutante, il corpo reso macchina, ormai non è che l'altra faccia (l'inter-faccia) di macchine dall'aspetto totalmente biologico, feti indifferenziati/totipotenti connessi/connettenti corpi di uomini adulti regrediti ad un narcisismo manipolatorio primario, privi di identità psicologica differenziata perché capaci di essere chiunque in un interscambio infinito di generi sessuali e di ruoli sociali, dove tutti sono perseguitati e persecutori, seduttori e sedotti, assassini e assassinati. Metafora di un mondo come pura rappresentazione senza volontà, eXistenZ, non è che un membro della serie di film quali Strange Days (Bigelow,1995), Nirvana (Salvatores,1997), The Truman Show (Weir,1998), e molti altri, fino all'iperbolico Matrix (Wiecholwski, 1999), saghe fantascientifiche, fumettoni high-tech per i quali si parla di film solo perché ancora sono prodotti su pellicola, ma che in realtà non sono cinema, ma un miscuglio di tutti i generi espressivi multimediali. Come in quelli, si assiste ad eXistenZ nell'attesa di rari momenti di residua genialità narrativa e visiva, di capacità di evocare emozioni -cioè di momenti di vero cinema-, sia pure nella forma di acmi di disgusto repulsivo, non affidati all'eccesso quantitativo ma alla sottrazione qualitativa. L'attesa non è del tutto delusa benchè questi rari barlumi siano equamente garantiti da effetti speciali (le immagini protoplasmatiche dei titoli di testa, il bellissimo anfibio-rettile mutante con due teste, la pistola assemblata con le ossa degli anfibi bolliti) e da frammenti drammatici nei quali i personaggi, consentendo sia pure effimere identificazioni, sono in grado di evocare emozioni situazionali profonde (ad esempio quando avvertono, molto umanamente, di sprofondare nella psicosi). Ma i vari personaggi sono ben lontani dall'avere una caratterizzazione umana, perché sono deliberatamente androidi uomini/fumetti/personaggi Playstation ad inoltre hanno le facce e le caratteristiche di tutti i precedenti characters cronenberghiani: ad esempio Ted Paykel (Jude Law) non è che un clone di Max Renn (dell'indimenticato Videodrome) e di James Ballard/James Spader di Crash, mentre Allegra Geller (Jennifer Jason Leigh) oscilla pericolosamente tra la Judy Davis di Naked Lunch e Jessica Rabbit. Il già visto non si ferma ai personaggi e alle situazioni ma coinvolge perfino le scenografie ed i ben noti feticci cronenberghiani (le officine e i depositi di ferri vecchi di Videodrome e Crash, le fabbriche di Naked Lunch, l'interno dei corpi e gli interventi chirurgici di Dead Ringers e The Fly etc.), la luce e perfino il bel commento musicale di Howard Shore, purtroppo anch'esso troppo familiare (Dead Ringers). Non diversamente dagli altri grandi Autori che si sono ripresentati recentemente sugli schermi (Polanski, Scorsese...), anche Cronenberg sembra ormai avviato su un percorso di manierismo autocelebrativo, con tanto di sito Internet (www.eXistenZ.com) su cui si vendono i gadget del film insieme alle T-shirt col faccione ed il risaputo pensiero del suo Autore. Gli anni passano per tutti, e forse anche il destino del cinema come corpo-mutante è in altre mani (il cinema invedibile di Shinya Tsukamoto ? - il non cinema dell'ultimo von Trier ?). Riccardo Dalle Luche
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