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Unaricerca sui tossicodipendenti in carcere a Rimini:

aumentala cocaina

Dott.Daniele Righini

Miinserisco nel dibattito sulle modifiche dell'uso di sostanzestupefacenti avvenute tra i tossicodipendenti negli ultimi anni,portando l'esperienza della realtà penitenziariaItaliana.Da circa 5 anni opero come psicologo per il PresidioTossicodipendenze ed HIV della Casa Circondariale di Rimini ed i mieitrascorsi di ricercatore hanno fatto sì che organizzassil'archivio del servizio in modo da poter accedere ai dati informa aggregata e sotto vari indici.Dopo aver premesso che la CasaCircondariale di Rimini rappresenta un osservatorio particolarmenteprivilegiato per quanto riguarda il fenomeno “tossicodipendenze”,dato che la percentuale di detenuti in tale condizione varia, secondoi periodi, dal 63% ad oltre l'80% (contro una media nazionaledel 28%) passo ad analizzare come si sia modificato l'uso el'assunzione di sostanze stupefacenti da parte dei soggettidetenuti presso tale carcere, negli ultimi anni.In particolare sonostati posti a confronto i dati medi relativi al periodo 1992/95 conil dato relativo all'ottobre 1999 e si è potuto rilevarecome:- si registra un calo del 10% circa nell'uso esclusivo dieroina contro un incremento del 30% dell'uso esclusivo dicocaina- l'uso della sostanza in forma esclusiva o combinata conaltre, vede un incremento dell'uso di cocaina di circa il 30%(dal 61,9% al 79,2%) e, per contro, una diminuzione del consumo dieroina di circa l'11% (dal 65,2% al 58,3%).- complessivamente,il 58,3% dei detenuti italiani in condizione di TD usa eroina mentregli utilizzatori di cocaina sono ben il 79,2%.- particolarmentepreoccupante il fenomeno della assunzione di cocaina per viaendovenosa, modalità questa che può indurre ai ben notiepisodi allucinatori accompagnati da deliri persecutori fino allosviluppo di psicosi strutturate e persistenti; tale modalità,un tempo utilizzata in forma rara ed occasionale da un numero ridottodi soggetti, oggi viene utilizzata abitualmente da ben il 30% deiconsumatori di tale sostanza.- l'uso di cocaina risulta diffusotra il 60% dei detenuti Italiani ristretti presso il carcere doveopero, anche se, nella maggioranza dei casi, abbinato ad altre“droghe pesanti”- da informazioni ricevute dai detenuti inmerito alla spiegazione dei fenomeni fin qui descritti, si ricavacome, per certi brevi periodi si verifica sul “mercato”dello spaccio, una riduzione del flusso di eroina; oltre a ciò,negli ultimi tempi, si è notevolmente abbassato il costo dellacocaina parallelamente alla cappillirizzazione della suadistribuzione a livello del piccolo spaccio.Se a ciò siaggiunge come, nello stile di vita che si è andato affermandoa livello sociale si è passati dalla ricerca di calma, relax eriflessione, valori abbastanza diffusi e ricercati in passato, allaricerca dell'eccitazione per un attivismo spesso fine a sestesso, si riesce a comprendere come l'uso di oppiacei,soprattutto per il tipo di effetto da loro indotto, risulti ormaiobsoleto.


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