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INTRODUZIONE

Il Ser.T di Mestre ha iniziato a somministrare il Naltrexone Cloridrato nel 1989.
Da allora, sino al 31/12/1996, centosettantacinque pazienti hanno utilizzato tale farmaco. Le azioni farmacologiche del naltrexone (antagonista degli oppiacei) sono principalmente utilizzate al fine di prevenire le recidive, cosicché il suo impiego terapeutico è rivolto a quei pazienti che inizieranno, con il sostegno del farmaco, un progetto di recupero, volto ad una migliore comprensione della realtà e delle proprie problematiche.
Nella nostra esperienza, la terapia con il naltrexone prevede, dopo la fase di induzione, la somministrazione del farmaco presso il Servizio tre volte alla settimana: i lunedì, mercoledì e venerdì. Tale modalità si è verificata la più adatta, dopo la fase iniziale di sperimentazione, permettendoci di escludere il trattamento domiciliare affidato al controllo familiare, in quanto è risultato, spesso, non opportuno ad obbiettivi di autonomia ed autoregolazione, invasivo, ricattatorio e non pertinente ai fini terapeutici.
La durata della somministrazione del farmaco, nei programmi terapeutici, è di un anno ed affianca un percorso psicoterapeutico individuale o di gruppo. Durante la somministrazione vengono effettuati esami delle urine o del capello casuali e controlli ematochimici bimensili focalizzati soprattutto alla valutazione della funzionalità epatica.
L'esperienza acquisita dagli operatori del Servizio a tutt'oggi, ha portato ad individuare tre modalità di utilizzo del farmaco:
1. In fase di Accoglienza - Valutazione, quando le continue ricadute e le difficoltà di contenimento personale e familiare inficiano la continuità richiesta alla definizione del progetto terapeutico, ma è autentica la richiesta di aiuto. Ciò è possibile con utenti che possiedono una motivazione sufficiente ed una capacità di riconoscere la propria realtà e fragilità nei confronti dell'impulso - bisogno che gli spinge alle recidive.
Tale collaborazione permette la definizione di un programma con una maggiore consapevolezza ed in tempi più brevi. In tali situazioni la durata della terapia farmacologica varia da due a più mesi a seconda della situazione.
2. Come prova di realtà, quando il programma proposto viene osteggiato e non riconosciuto necessario dal paziente. Permangono modalità di uso di eroina più sporadiche, percepite dallutente come capacità di controllare la propria dipendenza. A tal punto si chiede allo stesso una prova di realtà: assumere il farmaco e frequentare il servizio per colloqui di verifica e di sostegno.
Lo scopo è quello di far sopraggiungere una crisi, generalmente manifestata con l'interruzione del trattamento farmacologico e la ripresa dell'assunzione delleroina, tale da permettere al paziente lavvio del progetto in precedenza non riconosciuto necessario.
3. Come programma terapeutico: la terapia farmacologica integra una psicoterapia individuale o di gruppo. Se si considerano solo le somministrazioni farmacologiche si evidenzia un elevato tasso di abbandono degli utenti (63%). Ciò è in relazione alle prime due modalità di utilizzo del farmaco. Infatti se invece si prende in considerazione il Programma integrato di Psicoterapia di Gruppo si evidenzia che l80 % dei pazienti ottiene il fine programma. E da segnalare che l'avvio dell'utilizzo della somministrazione del Metadone (1995) è coinciso con un aumento dei trattamenti con Naltrexone.

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