Apre la giornata di studio L. Ferrannini, il quale, dopo un breve saluto introduttivo, lascia la parola al primo relatore, R. Rossi, con "Il principio di Oblomov". Egli definisce il concetto di "spettro" come il tentativo di recuperare per via biogenetica la funzione di unita della mente. In precedenza denominato "Obsessive Reaction", il "Disturbo Ossessivo Compulsivo" e cosi definito a partire dal DSM-III. Impulso e Compulsione: tra spinta ed inerzia ripetitiva; lidentita della parola e data dal suo prefisso, "in-" verso lesterno (avversativo, moto a luogo), "con-" nella cornice che conchiude lo spazio interno (comprendere, conchiudere). Sul piano lessicale compulsione ed impulso hanno origine comune. Ma i due estremi possono toccarsi, ed a questo punto Rossi li rappresenta attraverso il comportamento di due personaggi famosi nella letteratura classica russa: Oblomov e Dimitri Karamazov. Il primo incarna lossessione pura, linerzia, nella motilita, nella postura, nel dubbio, nel pensiero vischioso e faticoso, il movimento della psiche contro un attrito immenso; nel secondo troviamo, invece, leccesso dellagire, nellatto incontrollato, nella coscienza alterata cui segue il pentimento, la mancanza di freni conduce ad un agire precipitoso a soddisfare la pulsione. Si tratta di due estremi cui si puo arrivare nel momento in cui, sotto la spinta della pulsione, si rompe un complesso equilibrio adattativo. Differenti fattori contribuiscono al mantenimento di questultimo: la forza delle pulsioni, fattori educativi di controllo, dati situazionali, i meccanismi di difesa, fattori psicopatologici discontinui e continui. Qualora tale equilibrio venga a spezzarsi, si puo avere una risposta di Ipercontrollo, con la liquidazione della pulsione per abolizione, mediante uninibizione parziale, utilizzando la formazione reattiva, lisolamento, la conversione, la sublimazione (il metodo migliore), oppure uninibizione globale con unonda inibitoria che sommerge tutto. Puo esservi, allopposto, una risposta di Discontrollo degli impulsi, parziale (Sucht = intensa spinta, brama) o globale (Kurtschlussreacktion = reazione a corto circuito), con lespulsione della pulsione per soddisfazione; ricorda a tal proposito il concetto Kretschmeriano di personalita esplosiva e sensitiva. Anche nel quotidiano si possono ritrovare "gli Oblomov" con le loro inibizioni, identificabili in comportamenti quali vischiosita, mancanza diniziativa, particolarismo, astenia diffusa, prudenza eccessiva, noia, dilazione. Il relatore inquadra pertanto Oblomov nel Disturbo Ossessivo Compulsivo, nello psicoastenico di Janet, Dimitri Karamazov nel Disturbo esplosivo intermittente, borderline, ciclotimico: entrambi devono evitare la "autodistruttivita kafkiana del Processo". LOblomovismo, quindi, inteso come ossessivo compulsivo, non produce piacere, mentre il Sucht si, ma la soluzione non sta ne in Oblomov ne in Karamazov, bensi nel pensiero di Goethe dellessere spinti innanzi, di una pulsione utilizzata per tutta la vita, che porta nel suo caso anche ad un amore senile. Rossi conclude riferendo il pensiero di Freud, secondo il quale "linconscio desiderio e un impulso scaricato attraverso lazione senza la consapevolezza dellaffetto che laccompagna. La fantasia inconscia e espressa impulsivamente dal comportamento
(che) e in relazione a conflitti fuori dellorganizzazione cosciente".
Interviene, quindi, F. Bogetto, il quale presenta unanalisi concernente "Clinica, diagnosi e terapia del disturbo ossessivo-compulsivo". Lapproccio al paziente affetto da tale disturbo deve, a suo parere, prevedere innanzitutto una corretta diagnosi, lassessment mediante lidentificazione e la misurazione dei sintomi, la restituzione della diagnosi, la programmazione degli opportuni interventi ed il monitoraggio dei risultati. Al fine di formulare la diagnosi e necessario un buon accoglimento del paziente, teso ad instaurare unutile alleanza terapeutica, evitando di entrare eccessivamente nei dettagli e rassicurando il paziente che nella maggior parte dei casi si vergogna nel riferire i propri disturbi. Bisogna poi identificare i sintomi principali del DOC, quale sia laspecifico perturbante - lidea, la paura, limpulso - che conduce alla risposta specifica, la compulsione mentale che porta al rituale ed alla reiterazione della risposta. Si deve tener conto del continuum esistente fra carattere ossessivo e disturbo conclamato, entrambi presenti nel 2-3 % della popolazione generale, in realta differenti fra loro e non correlati, e delle possibili comorbidita, specie con i disturbi dellumore. E invece assai elevata la percentuale di sintomi sotto soglia. Non si rileva una diversa incidenza del DOC nei due sessi, tranne che nel DOC ad insorgenza giovanile, relativamente piu frequente nel sesso maschile: vi e una grande varieta di ossessioni e compulsioni, frequente e la presenza di tics, di comorbidita con diversi tipi di disturbo di personalita e di familiarita di tipo genetico, medesima e la prevalenza rispetto a quello ad insorgenza in eta adulta. In questultimo e piuttosto frequente la comparsa (1/4 delle donne affette) dopo il parto, identificato pertanto come possibile fattore scatenante.
La corretta individuazione dei sintomi ossessivo compulsivi prevalenti, che sono predittori della risposta al trattamento, e indispensabile per la restituzione della diagnosi e soprattutto preziosa per la programmazione degli interventi, basti pensare come si siano ottenuti risultati migliori utilizzando, per esempio, la terapia cognitivo comportamentale per i cosiddetti "Lavatori", quella farmacologica per i "Controllori" e la combinazione di entrambe per i "Raccoglitori", o ancora la psicoterapia per i Disturbi di Personalita, la farmacoterapia per il DOC, lintervento psicoeducazionale per i familiari dei pazienti.
Negli anni 60 gli interventi disponibili si limitavano alla Clorimipramina, alle flebo di Anafranil, ora esiste una gerarchia di priorita mirata a guidare lintervento: usualmente si tende ad intervenire con una terapia cognitivo comportamentale nei casi di DOC di grado lieve, qualsiasi sia leta dinsorgenza, mentre in un DOC di entita grave nelladulto si e soliti prescrivere degli SSRI ad alte dosi, che hanno un tempo di latenza piuttosto lungo, maggiore che nel Disturbo Depressivo, salendo piu rapidamente con la posologia, eventualmente associando la suddetta terapia. Si ottiene in media un miglioramento sintomatologico nel 50 % dei pazienti affetti da DOC.
Grazie al successivo monitoraggio dei risultati, si sono potuti estrapolare i seguenti dati. Sembra essere piuttosto utile effettuare una terapia con SSRI della durata di un anno e mezzo almeno: la possibilita di una ricaduta e assai maggiore nei pazienti che sospendono la terapia, i quali oltretutto ottengono minori risultati nelleventuale riassunzione della terapia; puo essere anche sufficiente una dose dimezzata. E da tenere poi in considerazione quale sia il coinvolgimento della famiglia, in certi casi diretto, con comportamenti di evitamento, di rassicurazione o di partecipazione ai rituali, il quale comporta ovviamente un carico emotivo eccessivo, oppure in altri casi apertamente critico nei confronti dei sintomi del familiare, con lassurda pretesa che "se ne liberi". A tal riguardo Bogetto considera di estrema utilita il lavoro effettuato mediante i Gruppi Familiari Psicoeducazionali, teso a creare unalleanza terapeutica, a fornire informazioni ai familiari, a diminuire il loro coinvolgimento nei rituali e di conseguenza il carico emotivo, lo stigma e la vergogna che naturalmente ne conseguono.
G. Corsini effettua un "Viaggio ideale in un ambulatorio dedicato al DOC", ove collabora con alcuni colleghi. Pone innanzitutto laccento sulla difficolta del riconoscimento di tale patologia: il 19,3 % dei pazienti trattati dal medico di base per un Disturbo dAnsia sono invece affetti da DOC. Presenta, quindi, tre interessanti casi clinici, al fine di chiarire, attraverso quella che e la pratica clinica, diverse sfaccettature di questa patologia. Nel primo, relativo ad una tredicenne dedita ad unincessante attivita di preghiera, indaga sul destino del cosiddetto DOC giovanile: dalla letteratura si apprende come sicuramente si vada incontro ad un esito peggiore qualora vi sia lassociazione con tics, S, di Gilles de la Tourette, ADHD. Esiste una frequente comorbidita con il Disturbo Depressivo, Il Disturbo Bipolare e con quello Ciclotimico; in questultimo caso sono piu numerosi i casi di tentato suicidio e di switch maniacale con aggressivita. Pertanto nel DOC con bipolarita e bene, se possibile, evitare la Clorimipramina, mentre sono obbligatori gli stabilizzatori dellumore, meglio se Litio o Valproato, e prestare molta cautela ai possibili tentativi di suicidio.
Se dal secondo caso, concernente un soggetto di 25 anni, il cui esordio sintomatologico risale alleta di 18 anni, si evince come il "poor insight" sia un elemento predittivo negativo per la terapia farmacologica, venendo anche a conoscenza del fatto che dopo circa sei mesi di terapia alcuni pazienti acquisiscono altresi maggiore insight, dal terzo ed ultimo caso clinico presentato si evidenzia come il paziente affetto da DOC con "tendenza allaccumulo" e spesso dotato di scarso insight ed ottiene pertanto scarsi benefici da una psicoterapia, mentre si avvale piu proficuamente di una terapia cognitivo comportamentale. Il trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo mobilita una vasta area di competenza e di risorse, non in ultimo il frequente necessario ricorso allaiuto delle Assistenti Sociali, e necessita di uno scambio di notizie e di una collaborazione integrata.
Cambia prospettiva, presentando un raffronto tra "DOC e patologie neurologiche: evidenze scientifiche e modelli patogenetici a confronto", il quarto relatore, M. Vaggi. Esiste, infatti, uno spettro di disturbi che vedono affiancarsi DOC e patologie neurologiche ed a supportare tale correlazione vi sono dati clinici, aspetti genetici, reperti di neuroimaging ed evidenze terapeutiche. Il relatore, in tale sede, intende prendere in considerazione due dei principali disturbi neurologici implicati: la Sindrome di Gilles de la Tourette e la Corea di Sydenham.
Tourette e famoso per lomonima sindrome, da lui definita in maniera sistematica nel 1885, seppur la prima descrizione o case report risalga gia al 1825; pochi lo ricordano per la sua collaborazione con Charcot e Babinski, per il suo profondo interesse per patologie quali listeria fu denunciato da una paziente per averla ipnotizzata senza il suo consenso e successivamente assolto e la neurolue, dalla quale fu colpito, finendo i propri giorni in un manicomio, affetto da un disturbo bipolare organico. Il rapporto con il DOC venne evidenziato gia da Tourette stesso. Dalla ricerca bibliografica condotta da Vaggi risultano presenti in letteratura solo 107 articoli al riguardo: nel 60 % dei casi compaiono dei sintomi ossessivo compulsivi, ma solamente nel 6-7 % viene fatta diagnosi di DOC; nel 70 % dei casi esiste una comorbidita con il DOC ad esordio giovanile. Per le sue caratteristiche cliniche, il DOC nella S. di Gilles de la Tourette sembrerebbe essere differente dal DOC da solo, in quanto presenta un esordio piu precoce, una sintomatologia maggiormente grave ed evidente, caratterizzata spesso da ritualismi compulsivi, ed una scarsa risposta agli SSRI. Gli studi genetici rilevano nel 70 % la presenza di un parente di I grado con tics ed hanno inoltre condotto allidentificazione di regioni alleliche connesse con il rischio di sviluppo di questa patologia. Gli studi di brain imaging nel Disturbo Ossessivo Compulsivo mediante TC e RMN forniscono dati morfologici quali un allargamento dei ventricoli presente solo nel DOC ad esordio precoce ed unasimmetria del nucleo caudato con prevalenza della sostanza grigia, e dati funzionali ottenuti con la PET quali un aumento dellattivita metabolica a livello di nucleo caudato, corteccia orbitofrontale, giro cingolato e talamo, gia in condizioni basali, aumento ancor piu consistente in condizioni di stimolazione di sintomi ossessivi e riduzione di tale attivita grazie alle cure. I dati morfologici ottenuti per la S. di Gilles de la Tourette non riscontrano anomalie a carico dei recettori D1 e D2, mentre per quanto riguarda i dati funzionali si puo dire siano sovrapponibili a quelli del DOC, specie in caso di esordio precoce o in presenza di neurological signs; si ritrovano inoltre significative analogie con simili alterazioni neuroradiologiche evidenziate in bambini con ADHD. Per quel che concerne la terapia di DOC e Sindrome di Gilles de la Tourette, si e riscontrata una minore efficacia degli SSRI ed una maggior utilita, invece, degli Anti Psicotici quali Aloperidolo (0,5-40 mg, anche se in Italia vengono usate in media dosi di 0,5-1 mg) e Pimozide (1-20 mg) che sono attivi nel 60-80 % dei casi ma possono portare effetti collaterali extrapiramidali, specie la distonia tardiva. Per ovviare a cio si adoperano, ottenendo buoni risultati, Anti Psicotici Atipici a dosaggi bassi come Risperidone (2,5 mg), Olanzapina (2,5-5 mg), Quetiapina e Clozapina, nonche Clonidina (0,1-0,6 mg) la cui monoterapia sembra essere efficace nel 50 %, anche se i dati al riguardo sono discordanti; infine, nei soggetti abusatori, anche i Cannabinoidi sembrano avere un efficacia dell82 % nel ridurre la sintomatologia in entrambe le patologie. Nel caso della triplice comorbidita DOC-Tourette-ADHD, la terapia delezione sarebbe il Metilfenidato, che puo, pero in certi casi peggiorare i tics per agonismo dopaminergico oppure solo interferire lievemente; non esistono dati per definire la scelta della terapia, uno degli ultimi studi (2002) suggerisce lassociazione di Clonidina e Metilfenidato come maggiormente efficace.
La Corea di Sydenham vede la sua prima descrizione o case report nel 1418, mentre la sua definizione sistematica venne fatta dallomonimo autore nel 1648: viene vista in rapporto allo Streptococco Beta Emolitico, con il riscontro di un aumento del TASL, della presenza di Anticorpi Anti Neuroni, di alterazioni dellEEG, del reperto alla RMN di infiammazione dei gangli della base e di un ipermetabolismo dello striato alla PET. Complicanza della febbre reumatica, di solito ha prognosi benigna, nonostante la tendenza alle recidive, rispondendo molto bene ai neurolettici; cause di immunogenicita differenti alla base di tale patologia sono LES, HIV, neoplasie ed infezioni batteriche.
Si riscontra una frequente concomitanza fra DOC e Corea di Sydenham: il 20 % dei pazienti affetti da questultima risponde ai criteri per il Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Vaggi evidenzia quindi la presenza di una correlazione tra Doc e patologie neurologiche e di un sottotipo di DOC ad esordio precoce con una marcata compromissione neurocognitiva, la quale rispecchia il danno neurologico.
Conclude la giornata T. Bandini, ordinario di Psichiatria Forense dellUniversita di Genova, il quale interviene sui "Rapporti fra Nevrosi ed Imputabilita", che ritiene siano attualmente poco esplorati. Secondo larticolo 90 gli stati emotivi e passionali, infatti, non limitano limputabilita. Gli psichiatri forensi del XIX secolo si sono interessati di DOC e Disturbo da Discontrollo degli Impulsi, quindi di cleptomania, gioco dazzardo patologico, parafilie; trattandosi di reati ripetitivi, comunque non proporzionati nella loro entita e privi di una finalita, incoercibili, quando non evidente un substrato patologico, gli psichiatri si sono sforzati di descrivere la patologia della volonta. Se dal mondo medico sono visti come reati patologici, quello giuridico li ritiene, invece, punibili, in quanto nella sua ottica non ce unalterazione della ragione, nella nevrosi non esiste un vizio di mente. Nellambito di uno studio effettuato a Genova su processi relativi a reati commessi sotto la guida di un impulso scarsamente controllabile, si e rilevato come la perizia psichiatrica sia stata richiesta in 1/3 dei casi e solamente nel 20 % di questi si sia riscontrato un vizio totale o parziale di mente, per lo piu in compresenza di altre patologie quali la schizofrenia, in nessun caso per Disturbo Esplosivo Intermittente o DOC. Nel 10 % dei casi lautore dei reati presi in esame si e suicidato prima della cattura o del giudizio.
Ponti, a Milano, ha preso in esame 45 casi di "omicidio per impeto", che sono stati diagnosticati con differenti categorie, quali reazione esplosiva, reazione cortocircuitarla, reazione crepuscolare, discontrollo episodico; vi e a suo parere il rischio che il perito cada in un ragionamento tautologico secondo il quale il discontrollo possa essere sempre inquadrato in una psicopatologia e sulla base di cio egli costruisca la sua difesa. Non esiste, infatti, una casella diagnostica che definisca limputabilita, secondo la giurisprudenza solamente nel caso in cui il discontrollo sia associato ad un'altra patologia puo riscontrarsi uninfermita, altrimenti viene ritenuto parafisiologico. Pinel nell800 ha classificato per la prima volta la malattia come "mania parziale senza delirio dovuta ad impulso", Esquirol ha definito "monomania omicida" limpulso piu o meno violento incontrollabile ad uccidere, Lombroso ha parlato di "malattia amorale", Georget "malattia della volonta". Il Codice Napoleonico prevedeva lassenza di responsabilita nel caso il delitto venisse commesso sotto la spinta di una forza incontrollabile, tale da non potervi resistere, che togliesse la ragione. Nellottica psichiatrica si verrebbe pertanto a configurare unequivalenza tra reato impulsivo e patologia mentale Gullotta e Fornari ritengono patologico il discontrollo episodico mentre per il Codice Rocco, attualmente in vigore, tale forza deve essere patologica: non imputabilita e infermita mentale sottendono il riconoscimento di una vera e propria patologia della ragione e non della volonta.
Vi sono stati, nel corso della storia, continui ragionamenti sullimputabilita: a partire dal Codice Beccaria alla fine dell800, luomo e stato considerato responsabile delle proprie azioni e relativamente libero di agire nella difficile trama delle regole dei codici giuridici.
La giurisprudenza accetta solo spiegazioni razionali, anche su pensieri ed emozioni.