DEPRESSION IN MEDICALLY ILL HOSPITALIZED OLDER ADULTS: PREVALENCE, CHARACTERISTICS, AND COURSE OF SYMPTOMS ACCORDING TO SIX DIAGNOSTIC SCHEMES
DEPRESSIONE IN PAZIENTI ANZIANI CON PATOLOGIA ORGANICA OSPEDALIZZATI: PREVALENZA, CARATTERISTICHE E DECORSO SINTOMATOLOGICO SECONDO SEI SCHEMI DIAGNOSTICI
KOENIG HG, GEORGE LK, PETERSON BL, PIEPER CF
AM. J. PSYCHIATRY 154: 1376-1383; 1997
Introduzione: Nei pazienti anziani ospedalizzati con patologia medica può essere complesso fare una diagnosi di depressione. La maggior parte dei sintomi indicati nei criteri diagnostici per la depressione maggiore possono essere una diretta conseguenza fisiologica della patologia organica di base o dei farmaci usati per trattarla. Basta pensare a sintomi quali diminuzione dell'appettito, astenia, difficoltà alla concentrazione e rallentamento psicomotorio che sono tipici di pazienti anziani ammalati, indipendentemente dal fatto che siano depressi. Nel DSM-III-R e nel DSM-IV l'approccio di valutazione dei sintomi per porre diagnosi di depressione è di tipo eziologico, in altri termini i sintomi vengono considerati utili per la diagnosi solo se non sono imputabili "a una condizione organica" (DSM-III-R) o "a una condizione medica generale" (DSM-IV). Questo modello porta i clinici a dover decidere il significato di "dovuto a condizione medica". In tutto esistono sei diversi approcci per fare diagnosi di depressione maggiore in pazienti con patologie mediche, infatti oltre al sopracitato approccio eziologico esistono i seguenti schemi: inclusivo, esclusivo e sostitutivo, questi ultimi a loro volta suddivisi in esclusivo-inclusivo, esclusivo-eziologico, sostitutivo-inclusivo e sostitutivo-eziologico.
Scopo: Valutare e confrontare le percentuali di depressione, i correlati e il decorso sintomatologico in pazienti anziani ospedalizzati, applicando sei diversi schemi diagnostici.
Metodi: Sono stati inclusi nello studio 460 pazienti con età superiore ai 60 anni, consecutivamente ricoverati in ospedale per una patologia medica. Durante il ricovero è stata effettuata una valutazione psichiatrica mediante la Center for Epidemiologic Studies Depression (CES-D) Scale, la Hamilton Depression Rating Scale (HDRS) e la National Institute of Mental Health Diagnostic Interview Schedule (DIS). I pazienti in cui è stata fatta diagnosi di depressione sono stati contattati telefonicamente a intervalli di 12 settimane per 48 settimane dopo la dimissione ed è stata effettuata un'intervista con la DIS per valutare le modificazioni dei sintomi depressivi.
Risultati: La prevalenza di depressione maggiore è risultata variare tra il 10%, valutato secondo lo schema esclusivo-eziologico, e il 21%, in base al modello inclusivo. Per quanto concerne la depressione minore la prevalenza variava tra il 25%, ottenuto con l'approccio inclusivo, e il 14%, rilevato con il metodo eziologico. Le sei diverse strategie diagnostiche non sono risultate significativamente differenti relativamente alla validità predittiva (un approccio diagnostico valido deve identificare i pazienti depressi con caratteristiche che sono riconosciute essere associate a depressione maggiore) a alla severità dei sintomi depressivi (validità di convergenza). Il punteggio medio alla CES-D era simile per tutti gli schemi e andava da 26.1 per l'approccio inclusivo a 27.3 per quello esclusivo-eziologico. La strategia diagnostica che meglio identificava una depressione maggiore severa e persistente è risultata essere quella con approccio esclusivo-eziologico, tuttavia questo modello non ha riconosciuto il 49% dei pazienti con depressione maggiore identificati mediante l'approccio inclusivo, il 60% dei quali ha continuato a esperire sintomi persistenti di depressione nelle settimane successive alla dimissione.
Conclusioni: Le diverse strategie diagnostiche considerate in questo studio hanno evidenziato percentuali di prevalenza di depressione maggiore o minore con una differenza di circa il doppio tra i due estremi. Tuttavia non sono molte le ragioni per preferire uno schema ad un altro. Si può, in generale affermare che la strategia diagnostica dovrebbe essere scelta in base allo scopo che l'esaminatore si pone, ricordando che mentre l'approccio esclusivo-eziologico identifica le depressioni più severe e persistenti, quello inclusivo è il più sensibile ed è un predittore medio di depressione persistente.