DEPRESSION IN PARKINSON’S DISEASE. THE IMPACT OF SYMPTOM OVERLAP ON PREVALENCE.
DEPRESSIONE NEL MORBO DI PARKINSON. L’IMPATTO DELLA SOVRAPPOSIZIONE SINTOMATOLOGICA SULLA PREVALENZA.
HOOGENDIJK WJG, SOMMER C, TISSINGH G ET AL.
PSYCHOSOMATICS 39: 416-421; 1998.
Introduzione: La comorbilità tra episodio di depressione maggiore (MD) e morbo di Parkinson (PD) è un fenomeno clinico di frequente riscontro, con una prevalenza media del 40%. Tuttavia, le percentuali di prevalenza di depressione in pazienti con PD sono altamente variabili, entro un range che va dal 2,7% al 70%. Diverse sono le ragioni di tale variabilità. Innanzitutto le popolazioni di pazienti in studio sono altamente eterogenee; secondariamente la depressione e il Parkinson condividono molti segni e sintomi. Caratteristiche importanti della depressione quali insonnia, calo ponderale, ritardo psicomotorio e perdita di energia vengono frequentemente riscontrate nel PD anche in assenza di umore depresso. La sovrapposizione sintomatologica rappresenta un problema diagnostico per il PD e rende le valutazioni globali, basate solamente sull’osservazione o su autovalutazione del paziente, di dubbia validità. Il DSM non fornisce linee guida sull’applicazione del criterio in base al quale, per una diagnosi di MD, vanno esclusi i sintomi chiaramente causati da malattia somatica. In particolare, nel PD, questo criterio di esclusione è difficile da attuare in quanto frequentemente è difficile stabilire se il sintomo sia causato dalla malattia fisica oppure no.
Scopo: Formulare regole in base alle quali sia meno difficoltoso attribuire un sintomo o a depressione maggiore o morbo di Parkinson e testare l'ipotesi secondo cui la prevalenza di depressione nel PD diminuisce se vengono applicate tali regole.
Metodi: E' stato condotto uno studio su un campione di 100 pazienti con morbo di Parkinson (50 uomini, 50 donne; età media 64±8.2 anni) afferenti ad un servizio ambulatoriale. L'inclusione prevedeva la presenza di un punteggio minimo pari a 24 al Mini-Mental State Exam (MMSE). Sei pazienti non avevano ancora assunto farmaci e 94 erano in trattamento con levodopa e/o un agonista dopaminergico. Nessun paziente era in terapia antidepressiva. La diagnosi di depressione è stata effettuata mediante un'intervista clinica semistrutturata basata sui criteri del DSM-III-R per MD e, inoltre, è stata utilizzata la 17-item Hamilton Depression Rating Scale (Ham-D). I punteggi relativi agli item di entrambi gli strumenti sono stati calcolati sia con il metodo standard inclusivo, in cui i sintomi vengono segnati indipendentemente dalla loro origine sia con un metodo diagnostico-eziologico esclusivo, in base al quale sono stati eliminati dai calcoli quei sintomi che presumibilmente erano da attribuirsi al PD. La prevalenza di MD è stata quindi calcolata per entrambi i metodi di punteggio.
Risultati: Dei 100 pazienti intervistati è stata effettuata una diagnosi di MD in 23 (10 donne e13 uomini) in base al criterio inclusivo e in 13 (6 uomini e 7 donne) in base a quello esclusivo; tale differenza risulta statisticamente significativa (P=0.029). Non sono invece state rilevate differenze significative tra i pazienti depressi e i non depressi relativamente a variabili quali età, sesso, tipo e dosaggio di farmaco utilizzato. Le maggiori differenze tra i due metodi sono emerse per i seguenti item del DSM-III-R: perdita di interesse, agitazione psicomotoria o inibizione e perdita di energia o affaticamento. Il punteggio medio totale alla Ham-D nei 100 pazienti era significativamente più basso se calcolato con il metodo esclusivo rispetto all'inclusivo (7.4±3.5 vs 11.2±4.0, P=0.036). Con il metodo esclusivo i punteggi significativamente più bassi sono emersi relativamente agli item: lavoro ed interessi, rallentamento del linguaggio e dei movimenti e sintomi somatici generali.
Conclusioni: I risultati di questo studio sulla prevalenza di depressione maggiore in pazienti con morbo di Parkinson indicano che la prevalenza calcolata con il metodo inclusivo (23%) è significativamente superiore a quella emersa in base al metodo esclusivo (13%) e tale differenza è fortemente influenzata dal minore punteggio relativo all'item "perdita di interesse". Questi dati forniscono un supporto empirico alla rilevanza della nuova categoria diagnostica inserita nel DSM-IV, vale a dire "disturbo dell'umore dovuto a una condizione medica generale".