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Ecstasy e danni neurologici

Gli studi condotti negli ultimi due anni confermano la neurotossicità della molecola

Monica Oldani


Tratto da le scienze news http://www.lescienze.it

L'uso della metilendiossimetilanfetamina (MDMA), meglio nota come ecstasy, adam o MDM, come droga ricreativa deve rappresentare un problema di salute pubblica e suscitare non solo un più attento approfondimento scientifico ma anche un maggiore impegno educativo. Questa la raccomandazione del gruppo di ricercatori dell'Università di Sydney che ha pubblicato su "The Lancet" del 20 maggio una revisione delle ricerche effettuate negli ultimi due anni.

Sintetizzata per la prima volta nel 1912 e mai commercializzata, la MDMA fu utilizzata ufficiosamente negli anni settanta come "facilitatore sociale" da alcuni psichiatri statunitensi; è assurta a notorietà, tra le cosiddette droghe del sabato sera, negli anni ottanta, e dal 1984 è tra le sostanze sottoposte a controllo dalla Food and Drug Administration.

La molecola è uno dei numerosi derivati sintetici dell'anfetamina che vengono prodotti e distribuiti illegalmente con ampia diffusione, data anche la relativa facilità di preparazione in laboratori clandestini.

La sua neurotossicità era già nota da studi sperimentali sugli animali, ma recenti indagini tomografiche ne confermano l'esistenza anche nell'uomo, pur in assenza di una sintomatologia evidente.

L'assunzione di MDMA a dosi elevate e per lungo tempo compromette l'attività dei neuroni serotoninergici, implicati nella regolazione di diverse funzioni (memoria, sonno, umore, appetito, comportamento sessuale). Molti degli effetti immediati della droga sono infatti riconducibili a un'attivazione acuta del sistema serotoninergico; ma all'iniziale liberazione massiva di serotonina, segue una completa inibizione dell'attività dei neuroni, determinata dall'azione neurotossica del MDMA e di alcuni suoi metaboliti.

Resta da chiarire se la perdita di fibre serotoninergiche evidenziata dalle immagini tomografiche possa essere determinata anche da una singola somministrazione e a dosi moderate, e se sia reversibile dopo un periodo di astinenza o assuma piuttosto un andamento progressivo.

Per quanto riguarda gli effetti acuti, uno studio del London's National Hospital for Neurology and Neurosurgery da poco pubblicato sul "British Medical Journal" (13 maggio) ha puntato l'attenzione sull'allarmante aumento di incidenza di danni vascolari cerebrali in individui giovani consumatori di cocaina, MDMA e altri anfetaminosimili. In soggetti con alterazioni vascolari preesistenti, magari non note, l'effetto vasoattivo delle sostanze stimolanti può infatti provocare fatali emorragie.


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