SPIGOLATURE BOLOGNESI......IN MARGINE AL CONGRESSO DELLA SIP
Di ritorno da una intensa settimana di lavoro a Bologna in occasione del XLIII Congresso Nazionale della SIP, lavoro che ha prodotto, per merito dei giovani e validi redattori della rivista, una mole notevole di documentazione a cui rimando i lettori, credo sia doveroso esperimere il punto di vista di POL.it sui risultati dell'evento.
Cominciamo dai risvolti scientifici, puntualmente riassunti nei nostri report giornalieri del 20 21 22 23 24 ottobre e ulteriormente approfonditi dalle interviste con i protagonisti:
mi pare che le "plenarie" siano state di livello ma l'elemento più caratterizzante sono stati sicuramente i simposi collaterali organizzati, come è costume della SIP, dalle sezioni regionali, uno spazio che tipicamente la Società mette a disposizione un'occasione importante credo per consentire a molti di presentare la propria produzione scientifica in una logica di decentramento decisionale che raramente si riscontra "altrove".
Ma il Congresso è stato anche e soprattutto un momento "politico" visto che nella giornata di mercoledì vi sono state le lezioni per il rinnovo dei vertici della società e credo che anche su questo punto sia opportuno proporre ai lettori le nostre libere considerazioni nella speranza che suscitino un dibattito:
più che la scontata e per noi positiva, riconferma, nel solco della continuità, del gruppo dirigente uscente che si è raccolto quest'anno attorno alla lista capeggiata da Carmine Munizza ed Eugenio Aguglia che ha preso il posto per la componente universitaria di Mario Maj, mi pare importante sottolineare la presenza di ben 120 schede bianche emerse dalle urne - credo sia opportuno meditare su questi numeri che nulla tolgono al successo largamente maggioritario della lista vincitrice (e unica... vi è da dire) nella misura in cui probabilmente o sono segno di un dissenso che non ha saputo "organizzarsi" o di un "disagio" che non ha trovato altra via, altro modo per esprimersi
forse varrebbe la pena domandarsi se il meccanismo della delega e della rappresentanza così come è stato fino ad oggi organizzato risulta ancora valido o se non varebbe la pena individuare altri percorsi più al passo con i tempi lungi dall'ipotizzare delle, credo, irrealistiche "primarie" per individuare i candidati presidenti forse varebbe la pena considerare l'ipotesi di qualche cambiamento nel metodo con cui si arriva alle elezioni dei nostri rappresentanti in quella che resta la più grande società scientifica italiana per numero di iscritti forse andrebbe allargato il numero dei candidati consiglieri che si riconoscono in un programma elettorale, che forse dovrebbe "girare" un po' prima (molto prima....) che qualche giorno avanti all'apertura delle urne, consentendo da una parte "la proposta" di altri visi (che si riconoscono in quella piattaforma programmatica) in aggiunta all'elenco ingessato proposto ogni volta, tra cui scegliere i venti eletti, che a quel punto forse potrebbero rappresentare ancor meglio la base che gli esprime, magari con una più significativa e, a parere nostro ineludibile, maggiore presenza femminile tra i consiglieri vista la sempre forte declinazione al femminile della pratica professionale psichiatrica in Italia
Quelle che ho esposto sono solo spigolature che propongo ai lettori nella speranza di aprire un dibattito pronto come sempre a pubblicare in questo spazio altri pareri ( anche di dissenso...) se mi verranno inviati nella logica pluralista ed indipendente che da sempre caratterizza il nostro percorso di informatori della pischiatria italiana in rete
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