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1 Contesto familiare e sviluppo personale

Il sig. Eugenio, di 37 anni, è il primogenito di quattro fratelli, in una famiglia in cui non è dato rilevare elementi psicopatologici di qualche rilievo. Ha svolto il suo curriculum di studi, che va dal liceo fino alla laurea in Lettere, con ottimo profitto, distinguendosi per il conseguimento di borse di studi, presalari, corsi di qualificazione.
Ha svolto il servizio militare in marina, senza problemi di nessun tipo.
Il nucleo familiare in cui egli è nato e cresciuto è un nucleo ordinato, borghese e tranquillo. Il fratello e le due sorelle (egli, come si è detto, è primogenito) sono nati ad una certa distanza da lui, rispettivamente 4, 7 e 11 anni. Non è facile dire se ci fossero in questo senso nuclei di gelosia da parte del primogenito, gelosia che in ogni modo viene da lui negata, ma sembra piuttosto che si trattasse di una situazione in cui al maggiore spettava un ruolo di vigilanza, controllo e protezione: in altre parole, un ruolo pedagogico ante litteram. Non possiamo naturalmente escludere che in questa situazione la dimensione pedagogica nasca in un contesto di formazione reattiva al vissuto di perdita d'oggetto che una primogenitura sempre comporta, con vissuti di fondo di frustrazione narcisistica e residui di vulnerabilità, che rappresentano il secondo piano conflittuale rispetto al primo livello, connesso ai meccanismi di difesa che mettono in opera le istanze didattiche e riparative. Ci corre l'obbligo però, a questo punto, per non ingenerare equivoci valutativi, di annotare come in realtà si debba supporre che sia quasi la regola che al di sotto di ogni tipo di simili istanze giacciano queste valenze conflittuali profonde.
Il contesto del paziente sembra essere dunque questo.
Il padre, rappresentante di commercio, di livello culturale formalmente limitato ma sostanzialmente adeguato, viene presentato come persona "semplice e intelligente", la madre come "dolce e mediterranea". Non è facile orientarsi sul significato di uno stereotipo culturale come questo, soprattutto in una persona così teoreticamente ed anche astrattamente indottrinata come il Sig. Eugenio, ma dobbiamo supporre che questo voglia indicare un modo di relazione affettuoso, collusivo e con forti valenze di accudimento. Erto, va notato che, per l'epoca dell'infanzia, che risale alla seconda metà degli anni '50, l'allattamento al seno è stato protratto per una durata notevole (18 mesi) testimoniando di una attitudine con un versante culturale (contadino) ed uno personale (iperaccuditivo). La famiglia è stata comunque sempre molto coesa e, in generale, collusiva con il Sig. Eugenio, il quale sembra abbia rappresentato il perno di rotazione, almeno culturalmente e per l'importanza del suo inserimento sociale, del nucleo: a giudicare da quel che si ricava dalla sorella, non è da escludere che esistessero sentimenti di isolamento per l'origine immigrata della famiglia, inserita in un contesto provinciale ed a dire il vero chiuso e non privo di qualche grettezza.
Lo sviluppo dell'infanzia avviene in una situazione atta a favorire lo sviluppo di dimensioni nostalgiche. Vissuto in un ambiente familiare non solo, come si è detto, ordinato, ma affettuoso e gioviale, tra l'attenzione, forse un po' eccessiva, materna e la serenità paterna, e, in seguito, la presenza e la compagnia dei fratelli, è comprensibile che egli viva in qualche modo con lo sguardo rivolto indietro, ad osservare un'epoca del suo passato infantile che viene poi a concretizzare le sue rappresentazioni ideali di un mondo apprezzabile, giusto, privo di disordine e di comportamenti surrettizi, senza ipocrisie e ombre di sospetti e raggiri. In altre parole la nostalgia può permettere di identificare i propri ricordi infantili con una visione ideale del mondo e con una concreta tendenza al rifiutarsi ai compromessi.
Non possiamo dimenticare che nella costituzione di questa rappresentazione ideale può aver contribuito il periodo, abbastanza lungo, in cui il piccolo bimbo, in epoca antecedente alla fase di latenza, era rimasto in qualche modo solo, padrone dell'area genitoriale, inducendo una costruzione di una sorta di età dell'oro, o, se si vuole, di prima della cacciata dall'Eden. E' evidente che in questo contesto abbondano elementi di split e di conseguenza della diade idealizzazione-disprezzo. L'area familiare e infantile è investita da un processo di idealizzazione e di negazione, che poi è a sua volta elaborato da una sorta di understatement della idealizzazione, in un complesso stratificarsi di elementi difensivi. In ogni caso mai, nella presentazione delle rappresentazioni mentali collegate a queste dinamiche sovrastrutturanti, viene meno la verosomiglianza, la credibilità e un buon grado di aderenza alla realtà della descrizione: il paesaggio infantile in una sorta di ricordi bucolici e dolcissimi, le immagini agresti (definite Leonardesche, e sul termine avremo occasione di tornare tra poco), che si mescolano con relazioni familiari investite da processi manipolativi di negazione, ma che appartengono a tutto il contesto (certo anche alla sorella).
In ogni caso questi dati, che sono, più che supposizioni, valutazioni su basi teoriche generali di una realtà abbastanza evidente, e che ci si può permettere di porre senza timore di allontanarsi dalla realtà, lungi dall'aver costituito un freno o un arresto allo sviluppo della vita intellettuale e relazionale del nostro sig. Eugenio, ne hanno indirizzato l'iter personale e culturale e ne hanno determinato la direzione e l'impulso: i quali, a giudicare dai risultati, sono stati da un lato un po' impaccianti, per un certo numero di disaccordi che hanno provocato con le strutture istituzionali, dall'altro ricchi di frutti sul piano socio-culturale. L'impegno nello studio sembra essere stato notevole, a giudicare dai numerosi riconoscimenti avuti, ma anche dai numerosi impegni culturali che ne sono derivati.
Nell'insegnamento ha spesso inserito nella sua attività esperienze collaterali sempre di natura didattica, seguendo un criterio che fiancheggiava certe sue posizioni e che talora gli rendeva non scorrevole il rapporto con le istituzioni, per una sua certa rigidità che gli impedisce i compromessi, una tendenza a non tollerare quelle che egli vive come prevaricazioni, con una vulnerabilità narcisistica notevole, che talora comportava una tendenza querulomane, ed al ricorso a vie legali. Bisogna dire che questa situazione di vulnerabilità e di difficoltà relazionale si è sempre diretta esclusivamente verso le strutture portatrici dell'autorità istituzionale, e mai verso le persone cui l'insegnamento era rivolto.
La sua storia personale sembra rispondere a modelli sufficientemente integrati, ma non usuali. Vive con i genitori ed ha relazioni del tutto annacquate ed a distanza con una signora che incontra, a quanto pare, in modo intermittente. La situazione ed il contesto non sono tali da permettere al consulente un approfondimento maggiore sulla vita sessuale, la quale peraltro, investita anch'essa da un'onda di negazione inconscia, è presentata con qualche reticenza e qualche imbarazzo. Al di là di una immagine di una vita sessuale regolare e tranquilla, come dato generico che egli presenta e su cui scivola via, vi sono allusioni al fatto che i suoi disaccordi potessero essere legati alla sua sessualità, e ad una certa fama di "tombeur de femmes", che egli ovviamente contesta: si nota subito come qui ci si trova di fronte ad una intensa ambivalenza e ad un nodo conflittuale profondo, intorno a cui adesso ed in questo setting, fondamentalmente fiscale, non è né possibile né corretto approfondire.
Notevole è stata la coerenza interna della sua vita: studente alacre, ha sempre seguito i modelli di quelli che per lui rappresentavano ideali sociali e comunitari positivi con grande intento e senza mai deflettere: sulla coloritura emozionale di questi elementi ideali portanti torneremo in seguito. Nel suo sviluppo culturale sembrano quasi una ovvia conseguenza organizzazioni di gruppi culturali, e comunque tutti elementi che indicano un rilevante impegno, che pur avendo aspetti spigolosi e compensatori, è positivamente orientato. E' quasi ovvio l'orientamento verso l'insegnamento di una persona siffatta, che in quell'ambito aveva indirizzato le proprie istanze, e che poteva portargli un livello di gratificazione sufficiente. Via via, si è costituito un nucleo centrale di grande investimento emotivo, che il sig. Eugenio, un po' espansivamente, definisce la cultura, nel senso tedesco di "Kultur" inteso come civilizzazione.
Le topiche culturali che sono state iperinvestite seguono, nella rappresentazione del nostro insegnante, tre direttive: l'inquinamento, il qualunquismo sociale, e l'approssimazione nella vita sociopolitica rappresentata dall'indeterminato espresso dai condizionali (egli è nemico, dice, dei "si dovrebbe", "si potrebbe"), che paralizzano, nella sua opinione, le realizzazioni. Egli si è dunque fatto un'idea, anche se in fondo un po' vaga e poco definita, dei mali del mondo, che occorrerebbe contrastare, che definisce "le forze irrazionali", concetto per altro che non è vissuto con un'alterata coscienza di realtà ma come un argomento accettabile, anche se troppo investito, e che è largamente condiviso, specialmente oggi, da molte persone con notevoli velleità culturali e sociali. Tutto questo ha avuto anche un risvolto in politica attiva, che è stata svolta senza particolari problemi, e senza neppure entusiasmi particolari, ma che ha lasciato in lui elementi di delusione e di disprezzo espressi peraltro con modalità moderate e facilmente condivisibili.
Si diceva dell'iperinvestimento: purtroppo questa modalità emotiva intensa di investire contenuti di per sé accettabili o socialmente condivisi si è indirizzata verso due aspetti che si sono concretizzati nelle dimensioni querulomane ed epistolomane, per usare due termini senza dar loro eccessivo peso di indicazione semeiotica. La sua tendenza è quella di scrivere numerose lettere, portanti numerosi indirizzi (colla tecnica burocratica del "...e per conoscenza") e dirette a più personaggi investiti di autorità ufficiale. I contenuti sono diversi, indubbiamente su diversi eventi di importanza socio-politica, o fondamentalmente perturbanti, dall'inquinamento, al naturalismo, ad eventi come attentati o altre cose di questo genere; l'aspetto formale, eccessivo ma mai scorretto o sconveniente, tende al rigore burocratico mescolato ad un vissuto di intensa rivendicazione. Si può dire rigore burocratico mescolato ad un vissuto di intensa rivendicazione.
Si può dire che non esistessero eventi importanti della cronaca, senza che il nostro sig. Eugenio, come via finale comune, si sedesse a tavolino e scrivesse una serie di lettere a importanti personaggi. Ultimamente, un aspetto inconsapevolmente querulo, ha condotto ad una serie di contenziosi e malintesi, e di conseguenza di scontri su problemi di poco momento (proteste normative, disaccordi sulla gestione di questioni marginali): questi scontri, condotti su temi ragionevoli e sensati, hanno innescato un esempio tipico di quei circoli viziosi, o bellicosità istituzionali, in cui alla rigidità del singolo fa riscontro la rigidità dell'istituzione, mettendo in moto una querulosità bilaterale.

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