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Ultimoaggiornamento 22 aprile 2000


SPECIALIZZANDI IN FORMATO UE
Via libera di Bruxelles alla direttiva sullorario di lavoro deimedici in formazione. Settimana a 48 ore e un mese di ferie Rivoluzionesolo tra 9 anni.

(da Il Sole 24 ore sanità del 18-24 aprile 2000, pag. 23)

a cura di Gennaro Esposito

Per gli specializzandi in Medicina è in arrivo da Bruxelles unalegislazione finalmente più equa: un orario di lavoro meno pesantee una serie di garanzie in più. E questo il contenuto della riformadella direttiva, appena approvata dall'Unione europea, in materia di orariodi lavoro (n. 93/104). Ma i nuovi benefici per i medici in formazione nonarriveranno da subito: la rivoluzione voluta da Bruxelles dovrebbe produrrei suoi effetti solo tra nove anni.

Il testo riguarda quelle categorie cbe in un primo momento erano stateescluse dalla direttiva per le particolari tipologie del loro lavoro: pescatori,ferrovieri e operatori sulle piattaforme offshore e, appunto, medici informazione. Tra l'altro l'approvazione è arrivata dopo un iter legislativopiuttosto travagliato: ci sono stati diversi contrasti tra Consiglio deiministri europei e Parlamento, per la prima volta co-decisori in materiadi Sanità e Affari sociali.

Per arrivare a un accordo si è dovuto arrivare a formare un comitatodi conciliazione composto da rappresentanti delle due istituzioni. Allafine, un sofferto testo comune è uscito fuori. Ma dai tempi di attuazionesi evince il peso di un compromesso. Bisognerà aspettare un minimodi nove anni e un massimo di dodici per vedere applicate le disposizionisull'orario di lavoro.

Il comitato di conciliazione ha mediato le opposizioni che il Parlamentoaveva fatto al Consiglio in seconda lettura. Con ogni probabilità,entro la fine di maggio, l'accordo raggiunto in sede di conciliazione saràformalizzato definitivamente con un voto favorevole delle due istituzioni.Un passo precedente alla pubblicazione sulla «Gazzetta» europea.

La direttiva prevede una serie di garanzie sociali che migliorerannolo status del medico in formazione. Spesso costretto a orari massacrantiper supplire alle lacune organizzafive del Sistema sanitario nazionale,lo  specializzando effettuerà un quantitativo di ore piùcontenuto rispetto a quello di oggi. Seppur molto gradualmente, si passeràda 58 a 48 ore di lavoro settimanale.

Nel corso della settimana sarà assicurato un giorno di riposo.Lo specializzando potrà andare in vacanza per un mese. È,infatti, previsto un congedo annuale di alme.no quattro settimane in conformitàalle condizioni di ottenimento e di concessioni previste da legislazionee prassi nazionali.

Sarà garantito un periodo minimo di riposo giornaliero di undiciore consecufive per il periodo di ventiquattro ore.

Il punto dolens di questa direttiva resta, come già detto, neilunghi periodi di attesa necessari, prima, a effettuare il recepimentonegli ordinamenfi giuridici nazionale dei Quindici dell'Unione europea,poi nel cosiddetto periodo transitorio.

Si tratta senz'altro di una direttiva che non riguarda gli attuali specializzandi,ma quelli del futuro. Ci vorranno ben quattro anni di tempo per trasporrela direttiva comunitaria. nel diritto nazionale dei rispettivi Paesi. Aiquattro anni vanno sommati ben altri cinque anni di periodo transitorio.

È nel corso di questo periodo di transizione che si passeràda 58 ore nei primi tre anni a 56 negli ultimi due. Finito il periodo transitorio,entrerà definitivamente in vigore il tetto delle 48 ore. Questoperiodo di nove anni si potrebbe, però, ulteriormente prolungaredi altri due o tre anni. È possibile che uno Stato membro chiedadi allungare di due anni e, eventualmente, di un terzo anno il periodotransitorio.

Tuttavia, per questi due ulteriori prolungamenti, che porterebbero aundici o a dodici il numero di arnii necessari all'applicazione della direttiva,sono fissati dei requisiti ben precisi. Il Paese che farà richiestadi prolungamento, dovrà dimostrare di trovarsi in «difficoltàreali» legate all'organizzazione del Servizio sanitario e dell'assistenzasanitaria. La Commissione europea dovrà fornire un'opinione sulladomanda dello Stato membro.

Malumori sulla lentezza attuativa provengono sia dalla Commissione europeache dal Parlamento. Il commissario agli Affari sociali, Anna Diamantopoulou,lha definitq «troppo lungo» il periodo di transizione accordato.Anche il Parlamento europeo Chiedeva che fossero quattro - e non cinque- gli anni previsti per la transizione. Tuttavia è la prima voltache Consiglio e Parlamento co-decidono in forza dell'articolo 129 del Trattatodi Amsterdam, entrato in vigore il 1 maggio dello scorso anno. Che stabilisceche gli interventi pubblici per la protezione e la tutela della salutepubblica rappresentano una parte fondamentale delle politiche dell'Unione.

(Pierdavid Pizzocchero)


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