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Edizioni FrancoAngeli

Viale 106 - 20127 Milano tel. 02 28371442 - fax 02 2613268 traversa@francoangeli.it

 

Questo Notiziario presenta le nostre nuove proposte effettivamente disponibili dalla data indicata.

 

 

LE NOVITA' in libreria: febbraio - marzo 2003

 

 

 

PSICOLOGIA

 

Matteo Lancini

ASCOLTO A SCUOLA. La consultazione con l’adolescente

pp. 192, € 15,50, Cod. 8.17 (V), Collana: Adolescenza, educazione e affetti, diretta da Gustavo Pietropolli Charmet, ISBN 88-464-4291-1

Perché gli adolescenti di oggi hanno deciso che a scuola si può parlare di sé e dei propri problemi? Come le competenze psicologiche possono facilitare la crescita dell’adolescente? E quale ruolo hanno i docenti e i genitori?

La pratica dell’ascolto e della consultazione psicologica con l’adolescente a scuola, che in questi ultimi anni si è sempre più inserita nella realtà scolastica, necessita di modelli di riferimento che la orientino in modo sempre più adeguato e rigoroso.

Il presente volume si propone di fornire questi strumenti; partendo da una descrizione degli aspetti affettivi e relazionali che caratterizzano i nuovi adolescenti e analizzando le diverse modalità con cui i due sessi affrontano la crescita e l’esperienza scolastica, viene presentata una metodologia di ascolto e consultazione e di seguito proposti alcuni casi tratti dall’esperienza professionale dell’autore.

Nella parte conclusiva, il volume si sofferma su alcuni modelli teorici e applicativi di psicoanalisi dell’adolescenza, particolarmente utili per chi svolge la propria attività professionale a contatto con adolescenti e per chi desidera approfondire aspetti e caratteristiche della metodologia illustrata.

Il volume si rivolge non solo a insegnanti, psicologi, psicopedagogisti ed educatori, ma anche a tutti quei genitori che desiderano comprendere al meglio le problematiche dei propri figli e a tutti coloro che sono interessati ad ascoltare e sostenere la crescita dell’adolescente.

Matteo Lancini svolge attività di formazione e ricerca, dedicandosi prevalentemente allo studio dell’adolescenza, nell’ambito della consultazione e prevenzione nel settore scolastico, socio-sanitario e privato. Socio dell’Istituto Minotauro, è professore a contratto della Scuola di specializzazione in Psicologia del ciclo di vita dell’Università degli Studi Milano-Bicocca, dove è docente della Silsis e cultore della materia incaricato per il corso di Psicologia dinamica.

 

Bianca Bertetti, Marco Chistolini, Gloriana Rangone, Francesco Vadilonga

L’ADOLESCENZA FERITA

Un modello di presa in carico delle gravi crisi adolescenziali

pp. 288, € 21,50, Cod. 1250.55 (V), Collana: Psicoterapie, ISBN 88-464-4313-6

Ci sono ragazzi così disperati da sembrare inconsolabili, così arrabbiati da mettere a dura prova operatori e strutture, così ostili da suscitare nell’adulto che cerca di aiutarli un senso di inutilità e sconfitta.

Sono gli adolescenti "impossibili": quelli per i quali i progetti falliscono, le collocazioni non sono mai adatte, le psicoterapie inefficaci. Alcuni di loro hanno alle spalle esperienze traumatiche, altri le stanno vivendo, altri ancora patiscono il lento accumularsi dei danni di contesti di crescita apparentemente normali ma intrinsecamente distonici rispetto ai loro bisogni.

Dall’esperienza accumulata in anni di lavoro presso il Centro di Terapia dell’Adolescenza di Milano, una struttura del privato sociale che collabora con i servizi di zona e con la magistratura, emergono le riflessioni qui illustrate.

Il volume propone metodi di intervento a più dimensioni che coniugano l’approccio clinico familiare con quello individuale, all’interno di una prospettiva di lavoro in cui vengono valorizzati i contributi socio-educativi ed enfatizzata la progettualità condivisa.

La prima parte, teorico-metodologica, fornisce una guida per la formulazione di ipotesi eziologiche per l’impostazione di prese in carico sia diagnostiche sia di trattamento; la seconda è dedicata alla disamina di alcune tipologie di adolescenti difficili.

Il libro è rivolto a tutti gli operatori che a vario titolo si occupano di adolescenza e in particolare a psicologi e psicoterapeuti.

Bianca Berretti, psicologa e psicoterapeuta, insegna presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Collabora con il Centro di Terapia dell’Adolescenza (CTA) di Milano ed è autrice di numerosi articoli di settore.

Marco Chistolini, psicologo e psicoterapeuta familiare, si occupa di tutela minorile presso il CTA di Milano. Autore di diversi articoli, ha collaborato al volume L’affido familiare: un modello di intervento (Angeli,1997).

Gloriana Rangone, psicologa e psicoterapeuta familiare, coordina il settore formazione del CTA di Milano. Autrice di articoli di settore, ha collaborato alla stesura del volume La tutela del minore, a cura di D. Ghezzi e F. Vadilonga (Cortina, 1996).

Francesco Vadilonga, psicologo e psicoterapeuta familiare, è responsabile del CTA di Milano. Curatore, con Dante Ghezzi, del volume La tutela del minore (Cortina,1996), ha collaborato alla pubblicazione di L’affido familiare: un modello di intervento (Angeli, 1997) e L’affidamento familiare in Emilia Romagna (Angeli, 2000).

 

 

PSICOLOGIA (Riproposte)

 

Franco Di Maria, Lavanco Gioacchino (a cura di)

PSICOLOGIA GRUPPI FORMAZIONE

Idee e strumenti per promuovere il cambiamento e costruire le competenze

pp. 304, € 20,00, 2ª ed. 2003, Cod. 829.9 (U), Collana: Isas - collana dell'Istituto di scienze amministrative e sociali, diretta da Giuseppe Noto, ISBN 88-464-2366-6

La persuasione è che il mondo della formazione professionale dovesse essere dotato di alcuni strumenti per leggere e intervenire nei cambiamenti, per stimolarli, proporli, gestirli. Il percorso all'interno di questo volume è per questo, volutamente, un percorso di lavoro, un insieme di strumenti, uno spazio di riflessione e discussione.

 

Tommaso Senise (a cura di)

L' ADOLESCENTE COME PAZIENTE. Intervento medico e psicologico

pp. 264, € 17,50, 5ª ed, 2003, Cod. 1110.8 (U), Collana: Medicina e psicologia - diretta da Giorgio Calderini, Marcello Cesa-Bianchi, Franco Del Corno, Margherita Lang, Pierre B. Schneider, ISBN 88-204-3512-8

Questo libro non è un trattato sulla patologia della e nella adolescenza: il suo obiettivo è quello di fornire una migliore conoscenza di ciò che un adolescente sente, prova e agisce.

Gioacchino Lavanco

PSICOLOGIA DEI DISASTRI

Comunità e globalizzazione della paura

pp. 208, € 19,50, Cod. 1240.203 (U), Collana: Serie di Psicologia, ISBN 88-464-4340-3

La catastrofe è al centro della riflessione di questo volume che affronta la diffusione del panico nella società contemporanea. Da un lato la ricerca di onnipotenti soluzioni davanti a disastri che oggi si manifestano nelle forme naturali, ma anche nelle forme determinate dall’uomo e dalle sue scelte (terrorismo, tecnologie ad alto impatto ambientale, forme di insicurezza sociale diffusa); dall’altro il percorso che dalle suggestioni teologiche porta all’individuazione di un percorso psicologico sociale che conduce alla paura al tempo della globalizzazione. La dimensione del disastro attiene così alle forme dell’incertezza e della caducità della specie uomo, ma anche alla possibilità che proprio questa incertezza determini il senso del legame sociale, della coesione, del conflitto interpersonale. Infatti, un’emergenza di massa è definita come una situazione di crisi, di stress collettivo. Essa si verifica quando la sopravvivenza del sistema sociale, o di una sua parte vitale, è minacciata. La specificazione di "massa" attribuita al termine emergenze, si riferisce al coinvolgimento di una pluralità di individui.

I saggi contenuti in questo libro scelgono di approfondire direttamente le forme della paura nella società dell’emergenza di massa, ma si propongono anche come contributo sugli interventi e le strategie di sostegno sociale, la dimensione della promozione di una cultura del senso di comunità che freni le tendenze disgregatrici insite nell’emergenza di massa. Non sottovalutando i temi della prevenzione e della formazione ad una mentalità che iscriva l’emergenza nelle forme della nostra società.

Scritti di: Cusano Michele, Guccione Karin, Lavanco Gioacchino, Mannarini Terri, Novara Cinzia, Rizzuto Francesca, Varveri Loredana.

Gioacchino Lavanco è professore di Psicologia di comunità presso l’Università di Palermo e membro del direttivo nazionale della Società Italiana di Psicologia di Comunità. È inoltre consulente per lo sviluppo di comunità di amministrazioni comunali e regionali e di numerosi enti del privato sociale. Attualmente coordina un gruppo di ricerca nazionale sui temi del panico e dell’emergenza di massa. Fra le sue ultime pubblicazioni Psicologia del gioco d’azzardo (Milano, 2001) e Culture di gruppo (Milano, 2002).

 

Gilda Sensales (a cura di)

PERCORSI TEORICO-CRITICI IN PSICOLOGIA SOCIALE

pp. 240, € 20,00, Cod. 1243.36 (U), Collana: Psicologia sociale, diretta da G. Trentini, ISBN 88-464-4380-2

Sono raccolti contributi sulla psicologia sociale inquadrabili in diverse prospettive teorico-critiche. In particolare si presentano e discutono punti di vista accrescitivi del corpus disciplinare, di risistematizzazione del sapere psicologico-sociale, rifondativi del settore. Viene così prestata attenzione alla "Teoria Critica", al "Costruzionismo sociale", al rapporto della prospettiva critica con il post-modernismo, alla relazione della tradizione sperimentalista mainstream con quella degli studi sulle rappresentazioni sociali e con il discorsivismo, a temi relativi alla psicologia sociale evoluzionistica, ai problemi di genere, alla condizione umana nelle società contemporanee ed al ruolo delle scienze sociali. Gli studiosi che animano il dibattito provengono da diverse aree geografiche e contesti socio-culturali.

Scritti di: Gilda Sensales, William McGuire, Eraldo De Grada, Marino Bonaiuto, Arie W. Kruglanki, Jst John T., Grazia Attili, Angela Arruda, Maria A. Banchs, Piero Amerio.

Gilda Sensales ricopre l’insegnamento di Teorie e modelli in psicologia sociale presso la Facoltà di Psicologia 2 dell’Università di Roma "La Sapienza". Affianca agli interessi teorico-critici l’attività di ricerca storica. Conduce inoltre indagini, sul campo e di laboratorio, inquadrate nella tradizione delle rappresentazioni sociali, presentandone i risultati su riviste nazionali ed internazionali. Per i tipi della Franco Angeli ha pubblicato: L’informatica nella stampa italiana. Le comunicazioni di massa nel processo psico-sociale delle rappresentazioni (Milano: Franco Angeli, 1990).

 

 

RIPROPOSTE

 

Gian Piero Quaglino, Gian Piera Carrozzi

IL PROCESSO DI FORMAZIONE. Dall'analisi dei bisogni alla valutazione dei risultati

pp. 256, € 19,50, 14ª ed., Cod. 1240.28 (U), , Collana: Serie di Psicologia, ISBN 88-204-9733-6

Questo libro offre un quadro dello stato attuale delle problematiche attinenti l'analisi dei bisogni e la valutazione dei risultati in riferimento al più ampio panorama dei temi della pratica psicosociale entro cui l'attività di formazione si colloca e fornisce sia un modello di lettura sia un insieme di indicazioni in base alle quali orientare le scelte operative di tecniche e strumenti d'indagine.

Gian Piero Quaglino è docente di Psicologia sociale nel Dipartimento di Psicologia, Università di Torino.

 

 

SANITA’/SERVIZI SOCIALI

 

Giuseppe Orfanelli, Antonio Tiberio

L’INFANZIA VIOLATA

pp. 144, € 10,50, Cod. 1130.148 (U), Collana: Politiche e servizi sociali, ISBN 88-464-4383-7

Questo testo vuole offrire la possibilità di capire, comprendere ed analizzare il pedofilo, nella sua perversità più profonda, nella sua seduttività più nascosta.

Il testo affronta il problema della rilevazione e del trattamento dei minori dopo un abuso sessuale, cerca il modo per affrontare nell’ambito della psicologia clinica e diagnostica tale fenomeno attraverso il lavoro di ricerca empatica con il minore e cerca tecniche e leggi a disposizione per combattere il fenomeno.

Un excursus storico precede l’analisi degli aspetti più tecnici dell’analisi delle perversioni, dell’esposizione della rivelazione da parte del bambino e delle conseguenze a livello familiare, sociale e dei servizi.

Il testo affronta vari aspetti di un problema che coinvolge psicologi, assistenti sociali, educatori, pediatri e ginecologi, avvocati, procuratori e giudici; dunque risulta un utile strumento di documentazione per molte categorie professionali coinvolte nell’evento abuso.

Nella parte finale illustra i centri regionali e nazionali più affermati e conosciuti in Italia al fine di fornire uno strumento pratico ed utile nel lavoro quotidiano.

Giuseppe Orfanelli, psicologo-psicoterapeuta, specialista in Criminologia clinica. Laureato in Psicologia, Sociologia, Pedagogia, opera come psicologo clinico da circa 28 anni in Struttura psichiatrica accreditata. È consulente delle Procedure della Repubblica Abruzzesi per reati di abuso sessuale su minori e omicidio. È giudice del Tribunale dei minori dell’Aquila dal settembre 1992. È autore di pubblicazioni varie nell’ambito della Psicologia.

Antonio Tiberio è docente e coordinatore del Corso di laurea in Servizio Sociale presso l’Università "G. d’Annunzio" di Chieti, e docente presso l’Università di Macerata. Tra le numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative segnaliamo: Legislazione sociale e sanitaria, NIS, Roma, 1995; I Servizi sociali tra memoria e progetto, EISS, Roma, 1996; Manuale del Sociale, FrancoAngeli, Milano, 1997; I processi comunicativi nella relazione d’aiuto, EISS, Roma, 1997; Vi dichiaro separati, FrancoAngeli, Milano, 1999; Società e Servizio sociale, FrancoAngeli, Milano, 2000; Dizionario del Sociale, FrancoAngeli, Milano, 2001; Il mondo dell’empatia, FrancoAngeli, Milano, 2002.

 

Franco Celeghin, Antonello Grossi, Raffaello Raboni (a cura di)

POLICONSUMO DI DROGHE: SCENARI ED INTERVENTI FORMATIVI

pp. 208, € 15,00, Cod. 1130.149 (U), Collana: Politiche e servizi sociali, ISBN 88-464-4233-4

La collaborazione tra i sistemi socio-sanitari europei ed il connesso scambio di informazioni tra le diverse organizzazioni, favorendo un esame più articolato ed approfondito sui temi della salute dei cittadini, consentono di sviluppare nuove forme/modelli di approccio alle problematiche che interessano la vita della società. Tra le priorità da affrontare, sta emergendo quella sul poliabuso di droghe, fenomeno di recente manifestazione, che richiede nuove modalità di approccio e nuove risposte.

Scopo del volume è quello di offrire, con una serie organica di saggi, una descrizione della dimensione del fenomeno del poliabuso di droghe e di quali aspetti, connessi alla formazione degli operatori dei servizi delle tossicodipendenze, possano essere sviluppati per affrontare adeguatamente il problema a livello europeo.

In tal senso, va sottolineato che uno dei più importanti fattori chiave per contrastare il fenomeno del policonsumo di droghe è individuato nelle capacità e conoscenze degli operatori che abitualmente si occupano di quest’area. La formazione di costoro diventa quindi rilevante per una crescita del livello di qualità, efficacia ed efficienza delle risposte che i servizi socio-sanitari di prevenzione e cura delle tossicodipendenze mettono in atto.

Scritti di: Andreotti Laura, Astolfo Romano, Ballotta Danilo, Berterame Stefano, Buisman Wim, Celeghin Franco, Cuccuru Maria Giovanna, Di Furia Lucia, Finessi Andrea, Grossi Antonello, Mantovani Alessandro, Montanari Linda, Montonen Marjatta, Okruhlica Lubomir, Olszewski Deborah, Raboni Raffaello, Romano Astolfo, Rossi Mariangela, Savani Natalia, Schifano Fabrizio, Selle Piero, Solberg Ulrik, Tessari Gianni.

 

Oim

GLI ALBANESI IN ITALIA

Inserimento lavorativo e sociale

A cura di Ugo Melchionda

pp. 320, € 22,00, Cod. 1144.7 (U), Collana: Politiche migratorie, coordinata da Mara Tognetti Bordogna, ISBN 88-464-4377-2

L’immigrazione albanese in Italia presenta caratteristiche tanto peculiari da farne uno degli oggetti di studio più rilevanti per la sociologia delle relazioni etniche e uno dei casi paradigmatici delle migrazioni mediterranee.

Gli elementi di interesse sono molteplici: l’Albania è al secondo posto tra i paesi di provenienza degli immigrati in Italia, ma gli albanesi, europei, mediterranei, ammiratori della nostra lingua, cultura e società, i più vicini a noi, caratterizzati da nuclei di minoranze etniche giunte secoli fa in Italia e ormai perfettamente integrate (gli arbresh) sono per certi aspetti i più stigmatizzati dal pregiudizio etnico, i più lontani dalla solidarietà popolare che dipinge l’albanese come lo straniero pericoloso, con un carattere difficile e ben poche possibilità di inserimento.

Se tuttavia si analizzano i dati relativi alla presenza e all’inserimento lavorativo, ci si trova di fronte a dati positivi tanto in settori tradizionali quanto in settori nuovi, tanto in forme tipiche di lavoro dipendente quanto nelle prime esperienze imprenditoriali di lavoro autonomo. Tale buon livello di inserimento lavorativo si avvale di sistemi e canali di avviamento al lavoro non ufficiali ed informali, si appoggia ad una rete associativa a bassa visibilità, fa del mimetismo sociale la strategia della riuscita invisibile, perché tra l’inserimento lavorativo e l’integrazione sociale si frappone il diaframma costituito dal pregiudizio etnico nei loro confronti.

La ricerca, realizzata da docenti universitari specialisti dell’immigrazione di dieci università italiane e dall’équipe del dossier statistico immigrazione della Caritas, sotto la direzione dell’OIM, si articola lungo tre assi distinti e complementari l’uno all’altro: i dati statistici relativi alla presenza albanese in tutte le regioni italiane; l’inserimento nel mondo lavoro nelle principali dieci regioni per presenza albanese; l’integrazione degli albanesi nella società di accoglienza con particolare riferimento alle reti associative, ai servizi ed alla fruizione dei diritti e soprattutto all’immagine che ne accompagna i processi di inserimento.

 

Pier Giorgio Gabassi, Dario Gregori (a cura di)

INDAGINI E VALUTAZIONI IN SANITÀ

Aspetti psicologici e organizzativi

pp. 290, € 23,00, Cod. 1227.11 (U), Collana: Psicologia delle organizzazioni, diretta da Enzo Spaltro, ISBN 88-464-4393-4

Le valutazioni in ambito sanitario stanno assumendo un’importanza crescente nell’ultimo decennio, sia dal punto di vista "quantitativo" (valutazioni di efficacia ed efficienza dei servizi sanitari), sia dal punto di vista più prettamente psicologico ed organizzativo, rivolgendo l’attenzione alla qualità del servizio e alla soddisfazione dei clienti/utenti.

Se è vero che ci stiamo muovendo anche in questo settore verso un’ottica gestionale di Qualità Totale, è evidente la necessità di procedere in senso multi-disciplinare, tenendo conto dei principi del "Total Quality Management", che naturalmente non può prescindere dal considerare l’importanza del clima organizzativo e delle patologie emergenti riconducibili allo stress e più in particolare al burnout.

Questo volume cerca di individuare, dapprima da un punto di vista teorico, le dimensioni fondamentali che concorrono a modificare la prestazione offerta da un servizio sanitario, per poi passare ad esperienze dirette sul campo che hanno fornito informazioni interessanti in termini di valutazione di clima aziendale, impatto del burnout e valutazione della qualità del servizio offerto.

Pier Giorgio Gabassi, professore ordinario di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni presso l’Università degli Studi di Trieste. È autore di numerose ricerche volte all’analisi dei molteplici aspetti del lavoro, della leadership, dell’ergonomia e del burnout.

Dario Gregori, ricercatore in Statistica per le scienze sperimentali e tecnologiche presso il dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell’Università di Trieste. È autore di cinque monografie e di oltre trenta articoli pubblicati su riviste peer reviewed.

 

Maria Grazia Ricci, Fedele Ruggeri (a cura di)

LE RADICI DEL PRESENTE. Anziani, memoria, narrazione

pp. 208, € 16,50, Cod. 1130.151 (U), Collana: Politiche e servizi sociali, ISBN 88-464-4337-3

La raccolta di studi che si propone vuole essere un contributo per approfondire la riflessione critica in tre direzioni distinte.

C’è, innanzitutto, la volontà di scoprire a livello empirico e di motivare a livello concettuale il ruolo degli anziani, anche di quelli che ci sono vicini, come fonte di conoscenza sociale.

C’è, inoltre, la possibilità di indagare, per loro tramite, i problemi propri delle società moderne e le forme con cui esse si vengono componendo attraverso lo strutturarsi delle relazioni fra i propri attori.

C’è, infine, la pretesa epistemologica di considerare la memoria principio autentico di conoscenza e di rivendicare l’attendibilità dei risultati che così sono disponibili.

Il filo che tiene insieme questi studi, a parte la consuetudine e la discussione reciproca fra i loro autori, è rappresentato, in definitiva, dalla convinzione che il problema sociale a proposito di quale ruolo gli anziani abbiano nella società ed il problema epistemologico a proposito di quale ruolo abbia la memoria nella conoscenza scientifica finiscono per essere due facce della stessa medaglia.

Scritti di: Simona Carboni, Paolo Montesperelli, Piero Paolicchi, Carla Passalaqua, Mariano Pavanello, Alessandra Tognetti.

Maria Grazia Ricci collabora organicamente all’attività didattica e di ricerca del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Pisa; ha condotto e conduce studi e ricerche sulla ridefinizione dei ruoli degli attori individuali e collettivi e sulla dimensione sociale della memoria. Ha pubblicato fra l’altro: Istituzioni sociali e processi di sviluppo. I ruoli della tradizione e dell’innovazione nella modernità sistemica (1991); Gli anziani nelle ricerche empiriche: confronti e prospettive conoscitive (1993); Gli anziani come problema: vecchi concetti e nuove realtà (1998).

Fedele Ruggeri insegna Politica sociale presso l’Università di Pisa; per i nostri tipi ha pubblicato fra l’altro: Politica sociale e sviluppo (1990); Scelta razionale ed azione politica (a cura di, con A.A. Martino, 1995); Quale cittadinanza? (a cura di, con A. Messeri, 2000) e La società e il suo doppio (a cura di, 2001).

 

Francesco Carchedi, Giovanni Mottura, Enrico Pugliese (a cura di)

IL LAVORO SERVILE E LE NUOVE SCHIAVITÙ

pp. 312, € 22,00, Cod. 1144.8 (U), Collana: Politiche migratorie, coordinata da Mara Tognetti Bordogna, ISBN 88-464-4373-X

Il traffico di esseri umani e le nuove forme contemporanee di schiavitù hanno assunto negli ultimi anni una rilevanza sociale e un interesse particolare. Ma alla carenza di indagini scientifiche ha corrisposto un interesse a volte morboso e una diffusa mitologia, che hanno contribuito a confondere le idee e peggiorare l’immagine degli immigrati. Si è così confuso il fiorente mercato di trasporto illegale utilizzato da quanti intendono entrare, nonostante la chiusura delle frontiere, nei paesi dell’Unione europea - lavoratori migranti e loro familiari, perseguitati e richiedenti asilo - con il traffico di persone da destinare alla prostituzione coatta o ad altre forme di grave sfruttamento. La ricerca affronta a livello teorico e empirico le differenze e i nessi tra i due fenomeni di traffico (trafficking) e trasporto illegale di persone (smuggling). Essa ha avuto come obiettivo principale quello di definire un quadro di sfondo per la conoscenza di situazioni di rapporti di schiavitù e para-schiavistici che si registrano a scapito di segmenti particolarmente deboli di popolazione straniera presenti sul territorio nazionale (in particolare, ma non solo, donne che esercitano la prostituzione). Senza trascurare forme gravi di super sfruttamento in situazioni lavorative di tipo comune (edilizia, lavoro domestico, etc.), la ricerca ha inteso individuare e documentare quei fenomeni che, nelle manifestazioni più estreme, si possono configurare come nuove forme di schiavitù, in quanto i rapporti che intercorrono tra gli attori coinvolti sono caratterizzati dalla completa coercizione subita da alcuni da parte degli altri.

Francesco Carchedi è responsabile del settore ricerca presso Parsec — Ricerca ed Interventi sociali di Roma e consulente presso la Fondazione Internazionale Lelio Basso. Di recente, per i tipi FrancoAngeli, ha curato: I colori della notte: Migrazioni, sfruttamento sessuale, esperienze di intervento sociale.

Giovanni Mottura insegna Sociologia del lavoro presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Autore di ricerche e saggi sull’immigrazione straniera, negli anni ’90 ha presieduto l’Istituzione per i servizi all’immigrazione (I.S.I.) del Comune di Bologna; attualmente è supervisore del progetto Mondoinsieme del Comune di Reggio Emilia.

Enrico Pugliese, docente di Sociologia del lavoro all’Università di Napoli "Federico II", è attualmente direttore dell’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del Cnr. Studioso del mercato del lavoro, ha condotto numerose ricerche sulla emigrazione italiana all’estero e sulla immigrazione in Italia.

 

Anna Muschitiello, Elisabetta Neve (a cura di)

DEI DIRITTI E DELLE PENE. Servizio sociale e giustizia

pp. 176, € 14,00, Cod. 1416.13 (U), Collana: Servizio sociale e formazione, a cura dell’Associazione italiana docenti di Servizio sociale, ISBN 88-464-4376-4

Questo lavoro, scaturito da un convegno svoltosi a Sarzana (SP) nel novembre 2000, organizzato dal Coordinamento assistenti sociali della Giustizia, analizza l’evoluzione del sistema dell’esecuzione della pena, attraverso il confronto tra i principali protagonisti quali gli assistenti sociali ed i magistrati della cognizione e della sorveglianza, con il contributo di giuristi ed esperti di servizio sociale.

I vari autori cercano di rispondere ai numerosi interrogativi, che negli ultimi anni sono stati portati all’attenzione dell’opinione pubblica, sempre più attraversata da un bisogno di sicurezza. Ci si è interrogati su: la validità dell’attuale sistema normativo penale e sanzionatorio; la corrispondenza dell’esecuzione delle pene ai principi di rieducazione e individualizzazione del trattamento interno ed esterno al carcere; l’opportunità di introdurre elementi finalizzati alla cosiddetta "certezza della pena"; l’adozione di misure esterne al carcere come pene principali; l’inserimento del servizio sociale professionale anche nella fase processuale; il ruolo del territorio, della comunità locale e dei servizi pubblici e privati nella gestione delle misure alternative alla detenzione.

Tra le possibili risposte emerge come, ad una funzione della pena che miri al recupero del condannato, deve corrispondere necessariamente una approfondita conoscenza della persona, pertanto in qualunque fase del processo penale si decida d’intervenire il ruolo del servizio sociale risulta fondamentale. È anche per questo necessario che il servizio sociale e la magistratura avviino un dialogo costante e approfondito, che metta a confronto due culture con radici diverse e apparentemente lontane tra di loro, perché entrambi impegnati con la medesima utenza. Inoltre il territorio deve essere l’elemento centrale di riferimento nell’esecuzione della pena, perché è nel territorio che si delineano le strategie d’intervento per l’inclusione sociale e si sviluppano le reti sia di sostegno alla persona, ma anche di controllo, attraverso apposite agenzie ed interventi mirati, finalizzati al recupero dei più svantaggiati e alla sicurezza di tutti i cittadini.

Il volume si rivolge perciò ai professionisti che si occupano di esecuzione penale e Giustizia nei diversi contesti istituzionali, sia pubblici che del "terzo settore", a docenti e studenti dei corsi universitari finalizzati alla preparazione anche specialistica in questo settore, a responsabili di formazione permanente degli operatori.

Anna Muschitiello assistente sociale coordinatore presso il Centro di servizio sociale per adulti di Milano; segretaria nazionale del Coordinamento assistenti sociali della Giustizia; consigliera dell’Ordine regionale assistenti sociali della Lombardia. È autrice di vari articoli in riviste specializzate del settore penitenziario.

Elisabetta Neve insegna Principi e fondamenti del servizio sociale presso l’università di Verona. Si occupa di formazione permanente degli operatori sociosanitari, anche in collaborazione con il Ministero della Giustizia, sia per il settore adulti che per il settore minori. Fra le pubblicazioni vanno ricordati: Il servizio sociale. Fondamenti e cultura di una professione (Carocci, 2000); "Aspetti metodologici dell’intervento di servizio sociale nei confronti del tossicodipendente" (D.a.p., Corsi di formazione e ricerca metodologica, Roma, 1997); "Il servizio sociale nel sistema della Giustizia tra teoria e prassi" (Il bambino incompiuto, 4-5/1993), La supervisione (con altri, Angeli, 1997).

 

 

DIDATTICA, SCIENZE DELLA FORMAZIONE

 

Walter Fornasa, Roberto Medeghini (a cura di)

IL BAMBINO DIFFICILE

Un’esperienza di ricerca-azione in Val Sabbia

pp. 160, € 13,00, Cod. 568.4 (U), Collana: E-Lab Contesti per la comunicazione formativa, coordinata da Walter Fornasa, ISBN 88-464-4460-4

Chi è il bambino "difficile"? E, d’altra parte, chi è il bambino "facile"?

Ora dobbiamo chiarirci se le etichette "bambino difficile" e "bambino facile" sono effettivamente qualità connesse al bambino in sé, oppure "patologie dell’epistemologia", cioè errati presupposti del pensiero attraverso cui un osservatore interpreta ciò che vede e quindi, dentro a tutto ciò, che senso viene attribuito al contesto in cui bambino e insegnante (o adulto con funzioni educative) interagiscono.

A questo proposito emerge una questione sempre sottovalutata, poiché sacrificata alla presunzione di oggettività possibile nell’intervento educativo, e riguarda il ruolo svolto dai costrutti sociali come le rappresentazioni, le costruzioni, i pregiudizi, le credenze, le misconcezioni, l’influenzamento, la connotazione sociale, gli artefatti culturali, ecc., nella strutturazione di quel particolare tipo di giudizi che sono le diagnosi e le valutazioni, giudizi di cui l’osservatore si serve (o è chiamato a servirsi), per sancire socialmente la sua stessa osservazione.

Di conseguenza raramente il bambino "difficile" è accettato nella relazione come una storia possibile, una biografia che si è costruita, o meglio costruita, non tra, ma at-traverso l’interazione e la compartecipazione di altre storie, le nostre, ad esempio, così come avviene nella evoluzione dei sistemi sociali e delle loro reti connettive.

Tutto ciò sta nella ricerca svolta in Val Sabbia, come già accennato, ricerca che è in effetti una ricerca-azione, una ricerca intervento condotta in un territorio a sua volta "difficile" in condizioni operative "difficili", da operatori che hanno interagito "nella difficoltà", ma con una chiave di lettura, quella sistemico-relazionale, che ha posto condizioni "altre" per operare tessendo reti capaci di intervenire, pian piano, nella "facilità" dei punti di vista correnti e aprire finestre diverse da cui guardare e quindi agire.

Walter Fornasa, Roberto Medeghini

ABILITÀ DIFFERENTI

Processi educativi, co-educazione e percorsi delle differenze

pp. 208, € 16,50, Cod. 568.5 (U), Collana: E-Lab. Contesti per la comunicazione formativa, coordinata da Walter Fornasa, ISBN 88-464-4461-2

Le storie delle diverse abilità prendono vita in molteplici contesti - scolastici, formativi e sociali - attraverso percorsi che spesso non hanno voce o sono relegati nel campo dell’eccezione.

Tutto questo è indicativo di un consenso per le classiche categorie di obiettività, uniformità, generalizzione e della conseguente resistenza culturale verso la disomogeneità.

Il punto di vista progettuale e operativo delle abilità diverse richiama invece un agire educativo che si definisce al plurale in quanto assume la differenza come dato culturale, richiedendo ai contesti e alle istituzioni scolastiche di mettere in crisi il concetto di omogeneizzazione e di uguaglianza formativa e valutativa.

In questa prospettiva prendono spazio le riflessioni sull’apprendere e sull’insegnare, sull’integrazione scolastica degli alunni portatori di handicap, sulle difficoltà dell’apprendimento, sull’intercultura e sull’educazione al futuro come forme che si esprimono nelle relazioni, cioè in un insieme di interazioni altre che proiettano l’azione educativa e formativa in un continuo confronto di differenze.

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