Non idem, non ipse? Il soggetto tra metonimia e strategia Giovanni Bottiroli docente di Teoria della Letteratura all'Università di Bergamo "in the fatness of these pursy times" (Shakespeare, Hamlet, III, 4) 1 - Nella pinguedine di questi tempi obesi. Durante la prima metà del XX secolo, i malati soffrivano di reminiscenze; da qualche decennio, e in misura sempre crescente, i malati soffrono di percezioni (1). I malati, e in generale gli uomini dell'epoca "postmoderna" . Non che la malattia venga sempre percepita: come la malattia storica descritta da Nietzsche in riferimento all'espansione della memoria ("ciò che è estraneo e sconnesso si affolla, la memoria apre tutte le sue porte e tuttavia non è aperta abbastanza ampiamente", 1873, trad. it. p.31), il diffondersi delle nuove patologie è in larga misura euforico. E' l'euforia del molteplice, più che la depressione, a indebolire la salute nella nostra epoca. Le parole d'ordine che ricevono i maggiori consensi sono il divenire, la fluidità, l'ibridismo. Anche coloro che tentano una diagnosi del "ristagno e della crisi provocati dal tramonto dell'energia politica affermativa e trasgressiva" non hanno niente di meglio da suggerire che la ricetta del nomadismo (Braidotti 1999, p. 54). Abbiamo bisogno di nuovi schemi concettuali, dice ancora Rosi Braidotti, per affrontare "una cultura che è in preda al fascino delle nuove tecnologie e di un immaginario mostruoso e/o postumano" (ibidem): ma i nuovi schemi, tutti di matrice deleuziana, sono quelli grazie ai quali "l'essere si moltiplica, stende le ali e vola via in una varietà di direzioni che spezzano i parametri stabiliti dalla rappresentazione classica" (ibid., 58). E' difficile, con questi concetti, capire che cosa non va nei discorsi che enfatizzano un soggetto ibrido; come quello, per fare un esempio non più banale di tanti altri, delineato da Marcia Tucker in L'attacco delle gigantesche mutanti Ninja Barbies : "Immaginatevi, se vi riuscite, una travestita lesbica dedica al body-building, che assomiglia a Chiquita Banana, pensa come Ruth Bader Ginsburg, parla come Dorothy Parker, ha il coraggio di Anita Hill, l'acume politico di Hillary Clinton e la rabbia di Valerie Solanas, ed avrete veramente qualcosa d'inquietante". Ciò che viene proposto qui non è solo il rovesciamento di una celebre formula di Freud ("Dov'era Es, deve diventare Io"), rovesciamento che evoca l'ormai inattuale "energia politica affermativa e trasgressiva" ; ciò che viene proposto è il passaggio da Io a Molti, e più precisamente a una miscela di Io contemporanei, pubblici, nel senso di una notorietà anche effimera(2). L'epurazione dell'inconscio, indicata con preoccupazione dalla Braidotti, si realizza nell'ossessione del presente, nell'avidità con cui vengono introiettati i personaggi offerti alla "pubblica percezione". Non si ha abbastanza tempo per ricordare - il che non esclude che ce ne sia abbastanza per registrare, il più possibile, mediante le protesi tecnologiche di cui disponiamo. Ascoltiamo il racconto di un etnologo in visita a Euro-Disney : "Osservai per qualche tempo questo spettacolo : incontestabilmente ciascuno di coloro che filmava o fotografava era a sua volta filmato o fotografato mentre filmava o fotografava. Si va a Disneyland per poter dire di esserci andati e fornirne la prova" (Augé 1997, tr.it. p. 20) "Improvvisamente, credetti di capire (...) Noi viviamo in un'epoca che mette in scena la storia, che ne fa uno spettacolo e, in questo senso, derealizza la realtà - si tratti della guerra del Golfo, dei castelli della Loira o delle cascate del Niagara (...) A Disneyland è lo spettacolo stesso che viene spettacolarizzato: la scena riproduce quel che era già scena e finzione - la casa di Pinocchio o la nave spaziale di Star Wars. Non solo entriamo nello schermo, invertendo il movimento di The Purple Rose of Cairo di Woody Allen. Ma dietro lo schermo, c'è solo un altro schermo" (ibid., p. 24) "Disneyland è il mondo di oggi, in quello che ha di peggiore e di migliore: l'esperienza del vuoto e della libertà" (ibid., p. 25). Queste osservazioni dovranno venire approfondite. Per il momento, ci consentono di indicare una cattiva oscillazione, un falso movimento: alle percezioni "sedentarie", domestiche, destinate al riconoscimento immediato, alle immagini parcheggiate nello spazio di Euro-Disney e di altri non luoghi analoghi, è sin troppo ovvio contrapporre immagini ibride, "nomadiche", affidate alla casualità, alla creatività o all'aggressività del singolo. E forse queste immagini altre sono inquietanti, per i pacifici abitanti del dejà-vu, in grado solo di iscriversi a viaggi organizzati. Ma c'è una sostanziale complicità tra le une e le altre. Dov'era Es, è diventato Io: in un senso non previsto da Freud, e che appare come una gigantesca caricatura del suo auspicio. Forse è da qui che potrebbe cominciare il nostro discorso. Un discorso sulla formazione del soggetto, e sulle procedure di "messa in scena" del Sé: sull'identità moltiplicata o divisa, e sugli stili di pensiero che ne favoriscono, o ne impediscono, la conoscenza. | POL.it è organizzata per rubriche e sezioni affidate a Redattori volontari che coordinano le varie parti della Rivista. Anche tu puoi divenare collaboratore fisso o saltuario della testata, scrivi utlizzando il link proposto sottto, dando la tua disponibilità in termini di tempo e di interessi, verrai immediatamente contattato. 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