Resoconto del Convegno
AI CONFINI DELLA SALUTE MENTALE
Problemi di doppia diagnosi e integrazione con altri servizi
Pompei (Napoli)
9 novembre 2001
a cura di Gennaro Esposito - Pol.it redazione di Napoli
Intervista a Pellegrino
Esposito: Dott. Pellegrino, perchè è importante capire quanto gli operatori sanitari siano nevrotici
PELLEGRINO: E' importante perchè uno stile di vita nevrotico determina poi un comportamento disfunzionale a valle del medico stesso, dell'utenza e di tutta la struttura organizzativa dove opera.
Esposito: In termini numerici, in Italia, in base alle sue ricerche, quanti sono i medici 'problematici' per così dire...
PELLEGRINO: Secondo alcune ricerche condotte nel nostro paese si parla di Burn-out consistente superiore al 20% dei medici, ma comunque esistono situazioni di confine che rappresentano condizioni a rischio per questa sindrome.
Esposito: Nei suoi studi, quando Lei parla di interventi da attuare per prevenire e trattare il Burn-out, cita l'informazione, la formazione e il ricorso ai Gruppi Balint. E la cura vera e propria individuale rivolta al singolo operatore? E' lecito pretendere che gli operatori sanitari si sottopongano a cure psicologiche prima di affrontare la loro professione?
PELLEGRINO: Io dico che la cura è la premessa. Ho parlato di formazione continua per tutto l'arco della vita professionale, che include anche gli aspetti di 'auto-riflessione' e quindi di 'auto-terapia'. Il problema dell'obbligo di cura ha un doppio risvolto. Più che obbligo parlerei di lavorare per cambiare una cultura. Se vediamo i dati del Censis ci accorgiamo che l'Italia è divisa in tre fasce di soggetti: ci sono gli 'esclusi' da tutte le attività culturali; ci sono 'gli indifferenti' e 'gli innovativi'. Questi ultimi sono quelle persone che stanno al passo con i tempi. che fanno anche dei sacrifici per reggere quelle che sono le difficoltà legate al proprio modo di interagire con gli altri e con il mondo; ma purtoppo gli 'indifferenti' superano il 50%, e sono quelle persone che pur potendo non accedono a tutte quelle possibilità che la società odierna offre per vivere meglio ed essere più in grado di gestire le proprie risorse. Se non avverà questo cambiamento culturale, nessun obbligo tiene. La terapia è cambiare cultura, cambiare i paradigmi di base per cambiare la realtà.
Esposito: Questo implicherebbe anche un cambiamento dei metodi di insegnamento nelle Università...
PELLEGRINO: Penso che non possiamo trincerarci dietro gli alibi, oggi comunque siamo dei professionisti che possono avere dei collegamenti col mondo intero: vedi Internet, vedi tutte le forme di comunicazione e le possibilità tecniche che abbiamo. Quindi dico che invece di lavorare 24 ore al giorno per guadagnare, possiamo dedicare anche una parte del nostro tempo a leggere, informarci e confrontarci con gli altri.
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