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COMMENTO AL SAGGIO DI NOBILI

di LAURO GALZIGNA

Questo saggio di grande interesse è un vero e proprio "tour de force", altamente significativo in quanto tenta di proporre una cornice teorica, con i potenti utensili della fisica, per un fenomeno elusivo e difficilmente interpretabile come quello della coscienza. L'autore, Renato Nobili è un fisico che conosce bene la biologia,e non voglio definirlo un biofisico perché so che non condivide completamente il programma rigidamente riduzionista della biofisica attuale.

Quelle che seguono sono considerazioni che intendono solo proporre delle possibili varianti al discorso di Nobili da angolazioni un po' diverse dato il problema illimitato del cervello e della coscienza.

Nodo centrale del saggio è la proposta di usare la logica quantistica come metafora descrittiva, soprattutto per introdurre le categorie dell'interfenomenico e dell'indeterminazione, anche se la considerazione quantistica di un sistema macroscopico come il cervello deve di necessità fare a meno del concetto di funzione d'onda. Il problema dell'uso di un qualsiasi strumento teorico della fisica per lo studio del sistema cervello è comunque complicato dall'eterogeneità di tale sistema. Una porzione di qualsiasi materiale inanimato è infatti definibile in base ai principi della fisica dello stato solido qualsiasi sia la sua dimensione poiché ogni sua parte obbedisce a una medesima logica. Nel caso del cervello è evidente che lo statuto di una sua parte, ad esempio il talamo, è diverso da quello dell'organo intero. Anche il tentativo di identificare un'omogeneità nel tessuto gliale considerandolo come un sincizio presenta dei problemi perché un sincizio è un tessuto contenente nuclei non separati da membrane e privo di corpi cellulari soggetti ad apoptosi come è invece il caso delle cellule gliali.

Ulteriore complicazione che deriva dall'eterogeneità del sistema è il fatto che al suo interno esistono flussi d'informazione e linguaggi separati e disomogenei come il linguaggio molecolare, quello elettrochimico e il metalinguaggio prodotto dalla funzione dell'organo.

Il sistema è essenzialmente di tipo cooperativo e la sua eterogeneità è anche legata allo sviluppo di accorgimenti prodotti dalla sua evoluzione. Anche il laser è espressione della funzione di un sistema cooperativo di atomi eccitati e il dispositivo degli specchi costituisce un accorgimento necessario per ottenere il comportamento cooperativo. Un confronto tra cervello e laser è perciò giustificato anche se il primo ha un grado di complessità molto più elevato.

Il cervello, ma in generale qualsiasi sistema vivente, non è una struttura prodotta a partire da un programma prefissato, ma è piuttosto una costruzione realizzata per successive aggiunte ed apposizioni, secondo il modello dello "stagnino" (tinker) proposto da F. Jacob, in cui il programma si è costruito parallelamente alla struttura che di esso è espressione.

Un'altra importante caratteristica del sistema mente/cervello che non è stata considerata è il fatto che esso non è isolato, cioè non può esistere separato dalla porzione di mondo in cui è immerso. Appropriatamente nella tradizione iconica buddista la testa viene rappresentata come fosse circondata da un "nimbo" e in quella cristiana come fosse circondata da un' "aureola", per indicare che mente, coscienza, io, si estendono un po' oltre i limiti fissati dalla scatola cranica. Il cervello è associato infatti con una mente-mondo che è anche una mente-storia e, anche se è molto difficile includere queste categorie in un modello fisico, sono convinto che ogni modello sarà incompleto se non le avrà in qualche modo incorporate.

Tengo a sottolineare che quanto ho detto non intende essere una confutazione delle idee di Nobili e del suo lavoro, che io considero di altissima qualità e di forti potenzialità.

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