La Lunigiana, da sempre terra di confine e incrocio di diverse vie di comunicazione ospiterà il primo giugno p.v. un convegno dedicato all'etnopsichiatria. Teatro dell'evento sarà il Castello di Terrarossa nel Comune di Licciana Nardi.

I lavori avranno inizio alle ore 9.00 e proseguiranno per tutta la giornata.

Interverranno psichiatri e psicologi molto conosciuti da chi si occupa della materia. Piero Coppo intratterrà il pubblico parlando dei nessi tra psiche e culture, Michela Da Prato psicologa consulente del D.S.M. ASL Prato (collaboratrice di G.Cardamone, Membro Commissione Ministeriale per la Salute Mentale) affronterà il tema dell'approccio dei servizi di salute mentale nella società multiculturale e nel pomeriggio Angelo Contarino, arte terapeuta, trasmetterà il documentario "Rituale di guarigione Tunisino".

Relazioneranno inoltre Remigio Raimondi su Prassi, saperi e cultura del Dipartimento di Salute Mentale di Massa e Carrara, e Alessandra Petrone sul tema del Gruppo come contenitore del disagio nella nostra e nelle altre culture.

L'idea di questo convegno nasce da un gruppo informale locale costituito da operatori dei servizi socio-sanitari territoriale ed esponenti dell'associazionismo della rete sociale di sostegno. Nasce quindi da persone abituate a confrontarsi quotidianamente con le fragilità della nostra società e con l'Altro, il diverso per etnia, cultura, religione.

In Italia la tradizione di studi in questo ambito è estremamente giovane ma l'interesse per la materia sta crescendo anche perché sempre maggiore è il confronto con culture diverse dalle nostre e, come sostiene R. Beneduce " lavorare perché si costruiscano spazi di cura e di assistenza dotati di una maggiore pertinenza (sensibilità) culturale costituisce una strategia che rivela alla lunga indubbi benefici."

E' in quest'ottica che il convegno organizzato in Lunigiana vuole essere un punto di partenza perché i servizi, in collaborazione con la rete sociale del territorio, possano creare un lavoro che, al di là della burocrazia e dei "conti che devono tornare", sappia incontrare l'Altro e aiutarlo nei luoghi, nei tempi e con gli strumenti adeguati. Riprendendo un brano di R. Beneduce si vuole provare a "sfruttare la cultura d'origine del paziente non meno di quella degli operatori come altrettante leve terapeutiche in grado di attivare cambiamenti nella struttura psichica dei pazienti, nella qualità delle loro relazioni, nella percezione e narrazione dei loro problemi".

Proprio su questi temi più "pratici" e maggiormente legati al territorio sarà impostata la tavola rotonda che, nel pomeriggio, chiuderà i lavori e vedrà confrontarsi tra loro le associazioni che hanno collaborato alla realizzazione dell'evento (Associazione Auto-mutuo-aiuto psichiatrico, Associazione El Kandil, Associazione Arci Carrara-Lunigiana, Associazione Papa Giovanni XXIII), gli operatori dei servizi territoriale di salute mentale, gli operatori del SerT e dei Servizi Sociali.

Per chi desiderasse avere maggiori informazioni o iscriversi al convegno (è gratuito ma a numero chiuso — max 80 partecipanti; è stata avviata la pratica per riconoscimento crediti ECM e verrà infatti distribuito un questionario), i contatti sono i seguenti: