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Pubblichiamo un articolato resoconto dell'attività di un gruppo internazionale di lavoro sulla storia della psichiatria, gentilmente fattoci pervenire dal dott. Gunter Wahl e tradotto per noi dal tedesco da Antonio Marinelli


GRUPPO INTERNAZIONALE DI LAVORO SULLA STORIA DELLA PSICHIATRIA

L'idea di istituire un forum con lo scopo di esplorare la storia della disciplina nacque nell'ambito di una mostra sulla storia della psichiatria, organizzata per la "Giornata delle porte aperte" del 1988 presso l'Osp. Psichiatrico Regionale di Bad Schussenried, dal tema: "Dal Regio Istituto di Cura all'Osp. Psichiatrico Regionale".


Il GRUPPO INTERNAZIONALE DI LAVORO SULLA STORIA DELLA PSICHIATRIA si riunì quindi per la prima volta nel castello Warthausen (presso Biberach/Riß) nell'ottobre 1989 per scandagliare, con uno scambio fertile e stimolante, i pro ed i contro di un'attività sulla storia della psichiatria.

Queste sessioni di colloqui costituiscono un significativo e necessario arricchimento dello spettro della ricerca, poiché con la loro impostazione scientifica critica avvicinano il tema della storia della psichiatria, che è anche e sopra tutto storia culturale e sociale, ad un pubblico più vasto.

Alle sessioni di lavoro non furono invitati solo ricercatori di professione. Vi doveva contribuire anche il cosiddetto "dilettantismo", poiché solo grazie alla "forza vitale insita" in esso (Egon Friedell, Kulturgeschichte der Neuzeit, 1928/47) è possibile arrivare ad una "vera relazione umana con l'oggetto" della ricerca.

L'impegno del Gruppo di lavoro è quello di rappresentare la storia della psichiatria all'interno del contesto storico culturale e sociale. Con incontri regolari ad intervalli di 1-2 anni si affrontano particolari questioni storico-psichiatriche che ampliano il sapere sugli sviluppi passati ed illuminano significativamente fatti e sviluppi storici che in parte continuano ad agire, in modo quasi impercettibile, nel presente.

L'arco delle relazioni di Warthausen andava da "Storia delle idee e storia della scienza in psichiatria" (Trenckmann), passando per il "disagio dello psicopatologo nel rapporto con il melanconico superbo" (Glatzel) e per la descrizione e la discussione della malattia psichica sull'esempio delle biografie patologiche di Schuhmann (Payk) e Hölderlin (Schmitt) che le diverse scienze hanno spesso valutato in modo diverso, fino al legame della psichiatria universitaria con la pratica nazionalsocialista delle uccisioni nei sanatori (Pfäfflin) ed al racconto dell'incontro personale con la storia dell'"eutanasia" - che brutta parola! - del parroco don Dapp di Tubinga.

La gamma dei temi discussi era completata da importanti questioni come la visione della psichiatria dall'"esterno", dal punto di vista del poeta e drammaturgo Gerhardt Hauptmann che visitò personalmente alcuni manicomi (Dieckhöfer), e dall'"interno", cioè nel senso della "Storia di una terapia presso l'Osp. Psichiatrico Regionale di Emmendingen" (Kohl), nonché in quello della "Sociologia organizzativa come storia sociale dell'ospedale psichiatrico" (Bohlken).

Una forma particolare di trattamento di coloro che erano malati, nello spirito?, nella psiche?, nella mente? è stata presentata sulla base della storia delle terapie somatiche degli anni Venti e Trenta del nostro secolo. Le prime forme di pratica con "il matto dalla nascita, il pazzo, quello privato della ragione, il compresso" nei Grandi Ospedali di Filippo il Buono, Langravio d'Assia e Conte di Katzenelnbogen all'epoca della Riforma sono state presentate sulla base dell'esempio del Grande Ospedale di Hofheim (John). In questi ospedali "l'ozio doveva servire a non dare spazio al diavolo ed a fornire agli uomini (per niente, se non per volontà della grazia divina) assistenza, ristoro e consolazione dalle loro pene".

Una ricerca storica critica corrisponde, come ha dimostrato Scharfetter nel suo contributo dal titolo "Malattia della persona", ad un'anamnesi medica che integra la "diagnosi" del momento con la domanda sulla genesi e la misura della sua influenza, con la portata e l'efficacia delle sperimentazioni precedenti. Chiede quindi che "un tale tipo di storia venga rifatta in ogni epoca, poiché ogni epoca può fornire nuove prospettive e nuove domande".

E una di queste domande é quanto la riforma della psichiatria può imparare qualcosa dalle strutture ospedaliere (Pittrich). Dalla storia della psichiatria è stato possibile imparare che il ricovero di malati psichici cronici non sempre deve essere fatto in un ospedale.La cura familiare effettuata con successo nella Prussia orientale già alla fine del secolo scorso (Schmidt-Michel) è stata ripresa negli anni Ottanta di questo secolo.

Gli atti del convegno contengono anche lavori che non erano stati presentati come relazioni, ma che rappresentano un arricchimento del dibattito. Così, ad esempio, la descrizione delle esperienze che il curatore della collana "Wissenschaftliche Beiträge zur Geschichte der Seelenheilkunde" ["Contributi scientifici sulla storia della psichiatria"] ed iniziatore del Gruppo Internazionale di Lavoro, G. Wahl, ha fatto (insieme al Prof. Dr. Schmitt), tracciando la storia del Regio Istituto di Cura di Schussenried dalla sua fondazione, nel 1875, fino all'Osp. Psichiatrico Regionale. Dal 1996 Centro di Psichiatria.


Il GRUPPO INTERNAZIONALE DI LAVORO SULLA STORIA DELLA PSICHIATRIA si riunì per la seconda volta nel 1990 nell'ex propositura di Mochental. In quell'anno, 50 anni dopo l'uccisione di migliaia e migliaia di persone liquidate come "morti mentali", "zavorre", "vuoti gusci umani", "esistenze a metà, quarti, ottavi d'esistenza", "uomini difettosi", "esseri inferiori", "vuote rovine paralitiche", "stati finali di deficienza", "creature mentalmente morte", "mostri", "esseri del tutto idioti", i colloqui ebbero come tema i diversi tipi di approccio con gli incurabili dal punto di vista di 'Cura - Custodia - Distruzione'.Andando oltre l'epoca del Terzo Reich, fu discussa la problematica del giudizio di curabilità ed incurabilità, nonché la difficoltà della pratica con 'malati mentali o psichici' "incurabili", nel corso della storia.


Per gli incontri svoltisi a Wiblinger nel 1992, il Gruppo di Lavoro scelse come tema "Il suicidio nella storia della psichiatria". I lavori si svolsero nell'ambito del 250 anniversario dell'Università di Ulm.

Sui caedere significa portare alla caduta del proprio se stesso- l'auto-uccisione. Solo dopo la metà del Novecento, secondo Rudolf Krauß, troviamo la parola suicidio [N.d.Tr.: Selbstmord, letteralmente auto-assassinio] anche nella lingua tedesca. Socrate aveva lasciato al singolo la scelta di ritirarsi dalla vita. Secondo Platone, invece, l'uomo che usciva dalla vita senza "autorizzazione degli dei" oppure senza una "risoluzione della polis" doveva essere duramente punito. Aristotele condannò la morte che l'uomo procurava a se stesso come crimine infame e vile contro lo stato. Per contro, ai seguaci di Epicuro la scelta della morte era sempre disponibile come via verso la libertà.Anche per Seneca era valida la massima per cui non bisognava sempre necessariamente legarsi alla vita! Tuttavia, un soldato romano sopravvissuto al suicidio, veniva punito con la morte. Sant'Agostino interpreta il V comandamento come divieto al suicidio. Egli parla di "spiriti folli" che "uccidono il proprio corpo" e di "alcuni individui cattivi e contorti che s'infuriano ed infieriscono contro se stessi, ... si buttano nel fuoco, si gettano in acqua oppure precipitano da alte torri, balconi o montagne, rompendosi il collo". In questa valutazione riecheggia una precoce visione psicopatologica e la condanna, oggi ancora problematica, dell'aspirante suicida.


La IV sessione si svolse a Weinsberg ed ebbe come tema "Possessione ed isteria nella storia della psichiatria", L'iniziativa venne organizzata insieme all'Osp. Psichiatrico Regionale di Weinsberg ed al locale Circolo Justinus-Kerner.

Nel mondo dell'antico Egitto, i cui abitanti, secondo un racconto di Erodoto (485-425 a.C.) contenuto nei suoi "Nove libri di storia", erano ritenuti "i più sani del mondo", i medici vedevano la possessione da parte di un demone come una delle cause principali di malattia. Nel papiro di Kahun (1900 a.C. ca.) si trovano descrizioni di disturbi localizzati e casi di essiccazione dell'utero, nel senso di una patogenesi di malattie che gli antichi autori greci chiamarono "isteriche". Paracelso classifica la "passio hysterica" di Galeno tra le "malattie che rubano la ragione". Paracelso ritiene possibile la possessione attraverso forza dell'immaginazione. La cittadina di Weinsberg, divenuta famosa grazie all'opera del medico romantico Justinus Kerner ed alla sua paziente, la "veggente di Prevorst", aveva un legame particolare con il tema in discussione. Il "caso" di A.M. dimostra che possessione ed isteria sono due temi attualissimi. Qui la vecchia idea della parentela tra isteria ed epilessia svolge un ruolo importante. E come sono isteria e possessione nelle altre culture? "Chi ha a che fare con l'isteria s'imbarca su una nave dei folli" (Christina von Braun).


La V sessione del GRUPPO INTERNAZIONALE DI LAVORO SULLA STORIA DELLA PSICHIATRIA si tenne a Haina (Assia sett.). Tema: "Autodeterminazione/eterodeterminazione". All'organizzazione parteciparono l'Osp. Psichiatrico e l'Ass. Assistenziale dell'Assia.

Nello "stato ben strutturato" di Platone, l'eterodeterminazione sui cittadini che "fallivano nell'anima" arrivava al punto di ucciderli. Plinio il Vecchio considerava il potere di "darsi la morte" volontariamente "come il più grande regalo" della natura. Epicuro postulava: l'uomo può con l'aspirazione della volontà raggiungere la propria beatitudine.
Secondo Kant l'uomo deve essere parte della comunità in libertà ed autoresponsabilità, in quanto essere dotato di ragione. Se però la ragione viene data come massimo valore, allora, secondo Heinroth, è "la continua mancanza di libertà e di ragione ... a determinare il concetto di disturbo mentale nella sua pienezza". La sanità è allora una "libertà positiva" di "autodeterminazione ed autolimitazione".
Per Roller i mezzi coercitivi, in considerazione della limitata "libertà di autodeterminazione" dei malati, sono un efficace agente della "materia medica psichica".
In Germania il 'Sistema no restaint' fu introdotto da L. Meyer nel 1862. Da Zurigo Griesinger lo riprese nel 1864. Per l'umanità si manifesta come compartecipazione del medico al destino degli "infelici" che hanno perso la "libera autodeterminazione". Egli pretende che dalla terapia scompaia ogni rozzezza ed ogni mezzo coercitivo. La privazione della libertà non deve diventare una regola generale.
O. Binswanger si scagliò contro "il furore ardente di certe teste calde della biologia criminale" che con un "ardito salto di fantasia" inventarono la "criminalità innata". I geni come elementi determinanti il "programma di vita" personale (A. Adler)? In Binding e Hoche autodeterminazione ed eterodeterminazione sono sciaguratamente unite.
Nel 1925 Robert Gaupp deplorava "l'epoca della nostra storia in cui ... il rispetto dell'autodeterminazione dell'uomo è troppo grande per far sì che si dia ascolto ad esigenze di igiene razziale.
" "La psichiatria" così si esprime A. Finzen "può oggi, con l'aiuto di terapie intensive, ricostituire l'autodeterminazione della maggior parte dei propri pazienti". Ciò comprende anche la posizione di Birley, per cui "il malato psichico avrebbe il diritto di essere curato anche contro la propria volont?" Hölderlin si augurava: "Nella più sacra delle tempeste crollino le mura della mia prigione".


Per la prima volta nella sua storia, nel 1997 IL "GRUPPO DI LAVORO INTERNAZIONALE SULLA STORIA DELLA PSICHIATRIA" ha svolto i propri lavori fuori dalla Germania. La sessione è stata organizzata a Roma alla fine di maggio in collaborazione con l'Ufficio Relazioni Italo-Tedesche della DGPPN (Società Tedesca di Psichiatria, Psicoterapia e Neurologia - R. Schmiedt, Kliniken Schmieder e I. Hinnental Mandelli, Clinica Psichiatrica dell'Università di Colonia) e la Società Italiana di Psichiatria (Prof. Munizza, Torino). Il Goethe-Institut di Roma (A. Fackler-Kabisch) si è gentilmente offerto di patrocinare l'iniziativa.


Gli incontri si sono svolti nella "Sala Lancisiana" dell'omonima Accademia che si trova sul lato del Tevere opposto al centro storico, a due passi da Castel Sant'Angelo. L'"Accademia Lancisana", che prende il proprio nome da Giovanni Maria Lancisi (1654-1720), romano di nascita e medico personale di tre pontefici, si è occupata in particolare della storia della medicina.

Nel 1717, contrapponendosi alla vecchia concezione della "mal'aria", Lancisi osservò che la febbre letale scompariva quando le paludi alle porte della città venivano bonificate. Egli giunse alla conclusione che sostanze nocive trasmesse da mosche e zanzare erano all'origine della malattia - sostituendo così di fatto un vecchio concetto di malattia con un nuovo paradigma.

Al prof. Piccione, Direttore Sanitario del Dipartimento di Salute Mentale Roma E e responsabile del Consiglio dell'"Accademia Lancisiana", va il ringraziamento del Gruppo Internazionale di Lavoro per aver consentito che il 60 incontro abbia potuto svolgersi in un luogo così carico di storia.


Nel corso della storia, riflessioni sull'esistenza, sull'essenza e sul significato di malattia e sanità psichica sono state proposte e riformulate di continuo. Così gli antichi credevano che il re spartano Cleomene fosse posseduto dalle terribili dee Mania e Lyssa, ma si interrogavano anche se un eccesso di bile nera potesse provocare uno stato di malinconia e/o produrre uomini straordinariamente ingegnosi. Cicerone invece considera rabbia intensa, paura e dispiacere - che sarebbero affezioni dell'intelletto - come elementi patogenetici; già prima, per Platone, è la natura umana stessa a rendere sregolati e quindi malati. Il cristianesimo è dell'idea che la malattia mentale possa essere il castigo per una vita da peccatori, mentre Paracelso propone che "Saturno abbia colpito l'uomo melanconico". Secondo Melantone, "praeceptor Germaniae", gli affetti risiedono nel muscolo cardiaco ed egli ne deduce la prova dal cuore del Margravio di Brandenburgo che si sarebbe prosciugato in seguito alla tristezza, assomigliando alla fine "ad una pera essiccata" (Loci communes 1521).


E' un deragliamento dell'armonia psicofisica a causare la malattia psichica, oppure no, l'ordine interiore viene distrutto da passioni irrealizzate o eccessive? Che cosa si ammala, l'anima o il cervello? Lombroso spiega la genialità con "un'attività anormale del cervello", inserendola tra le psicosi degenerative epilettoidi. Anche la pazzia, quindi, deriva da un disturbo intrinseco della sostanza nervosa? Il tedesco Heinroth, viceversa, individua le cause "nella dissolutezza, nell'alcolismo e nella crapula", ma anche nell'"onanismo contro natura". Il punto di vista frenologico di Franz Gall interpreta la natura della malattia mentale in base alla sua sede nell'organismo. Il focolaio patologico è quindi nella cellula? E' l'anima, la società, l'ambiente a rendere malati? Per Griesinger le malattie psichiche sono malattie del cervello. E' il corredo genetico a determinare il "programma di vita" (A. Adler)? Il neurologo viennese Sigmund Freud, per contro, sottolinea l'influenza dell'inconscio per quanto riguarda malattia e sanità psichica. E oggi? Può e deve esistere un concetto vincolante di malattia e sanità psichica?


Il Prof. Piccione ha introdotto i lavori, illustrando l'attuale sistema sanitario di assistenza psichiatrica in Italia ed a Roma. Egli ha definito il periodo di sviluppo avviato da pochi anni come "fase di salute mentale". Con orgoglio egli ha riferito della chiusura di tutti gli ospedali psichiatrici, nell'ambito della riforma psichiatrica italiana. Dietro insistente richiesta, é emerso che in Italia esistono ancora alcuni ospedali psichiatrici.
L'impostazione dei temi in discussione era quella di un "Percorso attraverso lo sviluppo storico". Di conseguenza la prima relazione di J. Wilmans si è incentrata su "I disturbi psichici dal punto di vista dei medici greci e romani. Teorie sulla malattia e tentativi terapeutici".
Con il tema "La nobilitazione della follia - La tradizione della concezione aristotelica della melancolia", J. Glazel ha presentato l'ulteriore efficace tradizione del pensiero antico.
M. Kutzer ha poi dimostrato la millenaria azione del pensiero di Galeno: “Dato che l'anima spirituale é immateriale e la sua essenza immodificabile...". La concezione di Galeno della malattia psichica nel Cinquecento e Seicento.
R. Appel è quindi passato a descrivere un particolare percorso concettuale che fu alla base della nascita dell'omeopatia: "S. Hahnemann e l'applicazione del pensiero analogico alla psichiatria del suo tempo".
Riferimenti alla psichiatria contemporanea ed all'epoca attuale sono stati rintracciati da E. Quinkler-Koch in un esempio letterario sul tentativo di autoguarigione di una folle, descritto nella "Lila" di Goethe.
L'intervento di H. Gröger: "Il cambio paradigmatico nella scuola medica viennese di psichiatria della fine Ottocento - dalla ricerca anatomica sul cervello (Meynert) alla fenomenologia clinica (Krafft-Ebing)" é stato purtroppo annullato per motivi di salute.
La relazione di A. Homberg e F. Fagioli originariamente prevista "Sull'introduzione della metodologia medica nella psichiatria: l'isteria" é stata sostituita dalla descrizione del significato di 'immagine' nella costruzione della realtà psichica.
N. Lalli, nella sua esposizione su "La psicoterapia in Italia dall'inizio del Novecento fino ad oggi", ha lamentato la deprimente situazione nella quale si trova la psichiatria italiana a causa della crescente ondata di biologismo.
F. Giacanelli, con la sua relazione "Modelli di malattia ed ideologie della psichiatria italiana fra le due guerre mondiali", ha mostrato che anche la psichiatria italiana recepì concezioni eugenetiche e di igiene razziale. A causa di mancanti ricerche, non é stato però possibile appurare se in Italia si verificò l'uccisione sistematica di malati di mente. Sembrerebbe che nel 1943, nell'Italia del nord, i fascisti abbiano ucciso alcuni malati di mente assieme ad avversari politici del regime. Al relatore non era nota la ricezione nella letteratura scientifica italiana dello scritto di Binding/Hoche del 1920 sull'assenso ad eliminare vite "indegne di vivere".
Con "Immagini della schizofrenia da Griesinger a Kraepelin", M. Ferro ha descritto le strette relazioni scientifiche tra la psichiatria di lingua tedesca - in particolare anche quella svizzera - e rappresentanti di quella italiana.
W. Schmitt ha poi descritto lo sviluppo storico del concetto di schizofrenia, dimostrando che oggi non esiste un concetto univoco del termine "schizofrenia".
L'approccio transculturale di G. Koptagel-Ilal in "Luci ed ombre nel passato e nella psichiatria contemporanea del Medio Oriente" ha messo in evidenza che nella moderna Turchia esiste la sospetta tendenza ad utilizzare antichi metodi terapeutici allo scopo politico di islamizzare la nazione.
Sulla base di ricerche effettuate a distanza di 30 anni, C. Müller ha riferito sulla concezione che ha la gente comune della psichiatria e della malattia mentale. Müller considera un progresso il fatto che dopo l'atteggiamento di difesa e di denigrazione degli anni passati nei confronti del malato di mente, oggi si sia sviluppata nella popolazione una sensazione di smarrimento che fa sperare nella possibilità di un cambiamento dell'opinione pubblica nei confronti della psichiatria.

Nell'ambito della sessione dei lavori, il "GRUPPO INTERNAZIONALE DI LAVORO SULLA STORIA DELLA PSICHIATRIA" ha avuto il piacere di salutare Alice Riccardi von Platen-Hallermund, psicoanalista e analista di gruppo che vive ed esercita da anni a Roma. La D.ssa von Platen-Hallermund é nota per essere stata collaboratrice della commissione medica presieduta da Alexander Mitscherlich che nel 1946 partecipò, in qualità di commissione osservatrice, alle sessioni del Processo di Norimberga dedicate ai medici. La sua esperienza é stata raccolta nel libro "L'uccisione dei malati di mente in Germania", 1947.


Al fine di sviluppare i rapporti di scambio tra colleghi italiani e tedeschi, durante la giornate romane si é costituito un gruppo di lavoro italo-tedesco che si incontrerà ad intervalli regolari per colloqui scientifici sia in Italia sia in Germania. I due referenti per il gruppo sono la D.ssa Hinnental Mandelli per la Germania ed il Prof. Lalli per l'Italia. La 7a sessione del "Gruppo Internazionale di Lavoro sulla Storia della Psichiatria", il cui argomento é ancora da fissare, si svolgerà probabilmente a Vienna. Le proposte avanzate sono: il ruolo dello psichiatra, il concetto di costituzionalità o le biografie patologiche.
Le relazioni saranno pubblicate nella collana "Wissenschaftliche Beiträge zur Geschichte der Seelenheilkunde", a cura di G. Wahl/W. Schmitt, Ed. Verlag kommunikative Medien und Medizin, 88427 Reichenbach. Volume 1: "Von Nutzen und Nachteil der Historie", 1994 (esaurito). Vol. 2: "Heilen-Verwahren-Vernichten" (pubblicato nel maggio 1997). Il volume 3 tratta il tema del "Suicidio", il vol. 4 "Isteria e possessione", il vol. 5 "Etero- ed autodeterminazione". Le relazioni dell'incontro di Roma saranno pubblicate nel vol. 6 "Immagini e concetto di malattia mentale" (si prevede un'edizione tedesca ed una italiana).

E' più facile comprendere il concetto di malattia, i metodi di trattamento e le istituzioni della moderna psichiatria, derivandoli dall'evoluzione storica e rendendoli così fertili per futuri sviluppi. Questo rimane un ulteriore e fertile campo di elaborazione.

G. Wahl
mailto:Gunter.Wahl@t-online.de

trad. dal tedesco a cura di:
Antonio Marinelli
mailto:ant.mari@iol.it

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