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Pubblichiamo la versione definitiva di un documento fatto girare in bozza da Roberto Nardini nella lista "Dipendenze ". Esso ci sembra particolarmente pregnante riguardo all'attuale discussione aperta dalla proposta avanzata da Galli Fonseca in materia di eroina , e nonostante la sua lunghezza lo riportiamo integralmente.

20 Gennaio 1998
Alla cortese attenzione del Ministro per la Sanità
On.le Maria Rosaria Bindi
ROMA

L'idea di iniziare la sperimentazione di nuovi possibili assetti delloscenario droghe/tossicodipendenza non può che essere utile sotto ogniprofilo, e soprattutto, alla luce degli evidenti fallimenti delle politichefin qui messe in atto ed ispirate eminentemente dai vari personaggi chetengono in permanenza le prime pagine su tutti i media, come se i loroconsigli non avessero già abbastanza contribuito a rinforzare gli aspettinegativi di questo problema, e come se dovessero essere gli unici adeterminare gli orientamenti del nostro Parlamento.

Nuove ed interessanti esperienze, in particolare quella recente dellaSvizzera, ma anche la doverosa attenzione ad assetti da sempre storicamentediversi dal nostro, come quello inglese, dove l'eroina è sempre stata nellafarmacopea a disposizione dei medici, sia pure con modalità differenziate,ci obbligano ad una riflessione globale che porti ad un ripensamento, anchetardivo, sulle politiche adottate e, conseguentemente, sul complesso dellenormative in atto.

Tuttavia, la radicalizzazione di posizioni ideologiche e lo scontro fra leagguerrite schiere dei proibizionisti e degli anti, può contribuire acomplicare le cose. In questo clima si possono perdere di vista le realiconnotazioni del problema, e c'è il rischio di finire con l'adottareiniziative che, se male attuate, potrebbero risolversi in rinnovate tragedie.

Viene in mente la sciagurata sperimentazione di Firenze e della Campania conla morfina, che avrebbe potuto costituire un terreno avanzato di lavoro sulpiano della riduzione del danno, ma che così come fu regolata dal gruppodegli esperti autoproclamatisi tali, finì con l'aggravare di molto iproblemi dei tossicodipendenti, oltre a fruttare scherno e criminalizzazioneper alcuni medici che quelle regole, giustamente, non vollero seguire.

Se si assiste ad uno qualsiasi dei dibattiti correnti in televisione o silegge gli interventi sui giornali ci si rende conto di quanto, in tema diinformazione e nel campo della ricerca e dell'analisi delle esperienzecliniche, il nostro paese sia rimasto tristemente indietro. Pochi e confusisono i progressi che sono stati fatti nel senso della comprensione delcomplesso, ma ad oggi assai bene esplorato, fenomeno dell'abuso di sostanze.

Molti di quegli esperti/inesperti, purtroppo, troneggiano ancora sulpanorama divulgativo e regolatorio del nostro paese e delle nostre regioni,tanto che oggi si può tranquillamente affermare che sono proprio loro adavere aggravato un problema che avrebbe potuto e che avrebbe dovuto essereaffrontano in modo assai diverso.

Per meglio chiarire, un eventuale esperimento con l'eroina affidato nellemani degli stessi programmatori di sempre potrebbe finire in modoinglorioso come ebbe a finire quello della morfina in Toscana, che fuinterrotto dal Ministero della Sanità perché ritenuto dannoso, ed ancheperché i protagonisti dell'audace e spericolata sperimentazione non avevanomai prodotto i dati sufficienti a sostenerla.

Viene alla mente il tragico tetto dei 30mg. di metadone, contrabbandato comelegge, che ha segnato il fallimento di molti programmi e condannato allastrada centinaia di disgraziati. E il successivo, altrettanto tragico tettoche scaturiva dalla assurda equazione "30mg. di metadone = 120mg. dimorfina", due sostanze completamente diverse fra loro per cinetica,effetti, sviluppo di tolleranza, capacità di rinforzo, potenzialità diabuso, che vide schiere di vittime fare la spola fra la strada e gliambulatori medici per placare lo stato compulsivo indotto dallecervellotiche indicazioni degli pseudo esperti. Le allucinanti "griglie"che sbarravano l'accesso ai servizi e mantenevano la maggioranza deitossicodipendenti nella strada a produrre AIDS e morte. Ed in molte, tropperealtà, tutto questo ancora sopravvive.

Ora, si dice che la Toscana ed altre regioni sono pronte a gettarsi nellasperimentazione con l'eroina. Già. Ma con quali criteri? E sulle pelle di chi?Dopo ben 5 anni dal referendum del 1993 la Toscana non ha ancora provvedutoa recepire la normativa nazionale che rende disponibili le cure. Firenzeresta una città con i servizi ingessati dove non è possibile trovare unprogramma medico che abbia un razionale scientifico, non ha messo infunzione i medici esterni ai servizi pubblici. Continua la politica diallontanamento dei bisognosi dalle cure mediche di provata efficacia perinviarli, spesso senza nemmeno una diagnosi, verso le modalità astinenzialie verso le comunità terapeutiche, che hanno disseminato le strade di reducie fatto di tutto fuorché dare un contributo sostanziale al contenimento diquesto problema, e tantomeno hanno fornito dati controllati che dimostrino irisultati che continuamente dichiarano attraverso i media.

I programmatori della Regione Toscana, ed anche quelli di altre regioni,hanno sempre ostacolato l'uso corretto del metadone da parte dei medici,relegando così ai margini uno degli strumenti terapeutici più efficaci chesi conoscono all'attuale stato della ricerca scientifica. Ultimamente laRegione Toscana ha perfino disatteso la normativa nazionale reintroducendolimiti rispetto alla circolare ministeriale per il libero acquisto delfarmaco da parte dei medici, cosa che ha impedito la mobilitazione dirisorse importanti, necessarie e indispensabili per restituire alla classemedica la facoltà di intervenire direttamente su questa patologia operandoin scienza e coscienza e senza condizionamenti.

Hanno così dimostratoancora una volta la loro vocazione illiberale, la passiva sudditanza aipregiudizi più grossolani e l'assoluta mancanza di un benché minimo corpo diinformazioni tecniche, senza delle quali non si possono produrre che danni.Hanno indotto polidipendenze iatrogene attraverso l'uso indiscriminato dipsicofarmaci e dimostrato di non conoscere gli effetti delle varie sostanze,dei farmaci, come si muovono all'interno dell'organismo, come agiscono sulsistema nervoso centrale, che cosa producono a livello di sensazioni e dicomportamenti. Non conoscono il loro potenziale terapeutico né il loro, peraltri versi, potenziale dannoso se male utilizzati.

Senza considerare lareiterata indifferenza alle sofferenze dei tossicodipendenti respinti daiservizi o mal curati, alle persecuzioni ed ai condizionamenti nei confrontidi tutti quelli che non riescono, senza nessuna colpa, ad intraprenderepercorsi ideologicamente preferiti e spesso imposti dagli operatori.
Unosguardo anche veloce al panorama delle carceri rivela subito come stianopassando sotto silen-zio i soprusi che i tossicodipendenti e malati di AIDSdetenuti subiscono ogni giorno in termini di negazione di un'assistenzaadeguata.

Come possono coloro che hanno prodotto situazioni tantodegradate, che non hanno saputo o voluto in tanti anni orientare i serviziverso forme scientifiche e clinicamente corrette di programmi, affrontareuna sperimentazione avanzata che richiede un'alta qualificazioneprofessionale ed una formazione rigorosa? Che cosa c'è veramente dietro ilfatto che una regione, dopo aver bloccato l'attuazione di una dellenormative più avanzate d'Europa e probabilmente del mondo intero, cheliberava e promuoveva le cure con il metadone, farmaco sicuro, sperimentatoda oltre trent'anni ed estremamente facile da manovrare, si dichiaraimprovvisamente, disponibile ad entrare su un terreno così difficile, dovel'utilizzo dell'eroina non sarà per niente altrettanto agevole edaltrettanto sicuro? Ecco le nostre perplessità.

Lo spirito autenticamente anti proibizionista che indubbiamente cicontraddistingue non riesce ad immaginare uno scenario nel quale ci sial'eroina controllata dai soliti "autorevoli" improvvisatori, secontemporaneamente non si renderanno le cure veramente libere e gratuite inmano medica, se non saranno disponibili serie alternative terapeutiche perchi chiede di essere curato, se non verrà sgomberato il campo dai troppiinteressi che lo inquinano, se non verranno fermati i falsi guaritori chenel nostro Paese costituiscono il vero problema della droga ed il veroostacolo contro l'organizzazione dei programmi efficaci.

I rapporti ufficiali, e questo è un dato di fatto, non lasciano dubbi suibuoni risultati della sperimentazione svizzera, sul fatto che mettere adisposizione l'eroina può essere vantaggioso per evitare molti dei danni aiquali il tossicodipendente viene condannato da parte del mercato clandestinoe della vita da strada, ma non farlo nel modo giusto, realizzare unapproccio monco e condizionato in servizi che hanno la preparazione e leattitudini fin qui dimostrate può rivelarsi tragicamente pericoloso. In unoStato che ha riconosciuto nelle leggi per i tossicodipendenti diritti chepoi non ha provveduto a tutelare, che ha consentito a molti servizi pubblicidi non rispettare neanche i principi fondamentali dell'ordinamento e distrutturarsi intorno agli interessi ed ai preconcetti di operatorisuperficiali e demotivati, che ha, non certo a caso, lasciato gran partedelle risorse nelle mani dei "preti anti-droga" ed operato le scelte sullaspinta delle "madri coraggio" piuttosto che sulle evidenze della ricercascientifica, la sperimentazione sull'eroina può costituire il presuppostoper un'ulteriore strage degli innocenti, come quella che già si produsse inToscana all'epoca della morfina regolata dagli asini.

La nostra posizione resta comunque favorevole alla reintroduzionedell'eroina nella farmacopea, e per questo ci sentiamo di mettere adisposizione le nostre conoscenze, rendendoci anche disponibili adutilizzarla come centro pilota, ma al tempo stesso vorremmo che lo Statocontrollasse che i principi fondamentali della normativa, della deontologiamedica e della correttezza scientifica venissero effettivamente rispettatiin tutti i presidi pubblici attraverso una presa di coscienza di ciò, cheinvece, in realtà in questi si è prodotto. Si controlli che questi restinoattivi veramente per le 24 ore stabilite dalla legge, che rendanoeffettivamente disponibili i programmi medici nelle loro forme corrette,che facciano veramente "riduzione del danno", che ci sia l'immediataaccoglienza per chi vuole uscire dalle strade, che i principi contenutinelle linee guida e nella letteratura di riferimento vengano di fattoattuati ovunque, che si fughino gli approcci ideologici non suffragati dasufficienti dati a sostegno, che il metadone sia messo a disposizionegratuitamente di ogni medico che voglia utilizzarlo senza condizionamenti inscienza e coscienza e che medici, luoghi di cura e programmi vengano difatto liberamente scelti dai pazienti, ai quali va restituita di fatto lafacoltà, peraltro già prevista dalla legge, di restare realmente anonimi.

Dopo avere realizzato e messo a punto i presidi pubblici e ogni altrapossibilità di cura, anche l'eroina, in mano dei medici che volesseroutilizzarla seguendo apposite linee guida e i materiali di riferimento persalvaguardare la salute di alcuni soggetti non pronti ad intraprendere unvero e proprio programma curativo, se pure non potrà mai configurarsi comeuna pratica terapeutica vera e propria, potrà costituire un utile strumentoper la riduzione del danno per tutti coloro che, comunque, resterebberonelle mani degli spacciatori, vittime di una droga sporca, perseguitatidalla giustizia, costretti al rispaccio nelle strade, dove contraggono ediffondono ogni sorta di infezioni. Senza dimenticare mai che la riduzionedel danno ha veramente un senso se alle spalle ci sono autentici strumentiterapeutici sempre disponibili per chi, in ogni momento, li voglia utilizzare.

La ringraziamo per l'attenzione.

Prof. Giovanni Umberto Corsini - Ordinario di Farmacologia
Dipartimento diNeuroscienze - Università di Pisa

Prof. Ubaldo Bonuccelli - Professore di Neurologia
Dipartimento diNeuroscienze - Università di Pisa

Dott. Carlo Francesco Nardini - Dottorato di Ricerca in Tossicodipendenza
Università di Cagliari, Pisa e Siena

Roberto Nardini - Premio "Dole & Nyswander" - Washington 1994

Per ulteriori informazioni, rivolgersi a:
R. Nardini - Gruppo S.I.M.S.
Via S. Stagi, 81 - 55045 Pietrasanta (Lu) - Italy
Tel/fax +39 584 72560 Segreteria 24h
E-Mail: simsnr@versilia.toscana.it
http://www.citinv.it/associazioni/SIMS/sims.htm

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