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Specifichiamo che le notizie che ospitiamo nella rubrica dell' "Informazione scientifica", soprattutto quando risultano non accompagnate da commenti, non rispecchiano affatto le opinioni della redazione, che si limita ad un "passa parola" e non cessa di invitare chi ci legge ad intervenire anche con proposizioni di radicale dissenso.


Per questo aggiornamento, eccovi alcuni riferimenti ad abstracts presentati all'8° Congressodella Societa' Italiana di Psichiatria Biologica, tenutosi a Napoli dal29/09 al 3/10/98, inviatici da Gennaro Esposito.

IL SAMYR NEI DISTURBI DEPRESSIVI
(da M.D'Amico, M.R. Pacilli, C. Brocco, M.Di Giannantonio - Cattedra diPsichiatria Univ. di Chieti )

Molti studi documentano l'efficacia della S-adenosilmetionina neipazienti depressi, in cui, dopo somministrazione del farmaco, si osservaun innalzamento del tono dell'umore. Il meccanismo d'azione sembralegato alla disponibilita' di gruppi metilici nel cervello con un ruolofondamentale in molte vie metaboliche intracellulari.
La SAMe agisce sulla trasduzione intraneuronale, in modo simile agliantidepressivi tipici. E' stato, inoltre osservato che se sisomministrano in associazione la SAMe e gli antidepressivi standard siabbrevia il tempo di risposta al trattamento, rispetto allasomministrazione dei soli AD.Ulteriori studi dimostrano l'efficacia del SAMe nella demenza.

OLANZAPINA : UNA REVIEW DELLA LETTERATURA
(da "Review di letteratura e nostra esperienza clinica sullo Zyprexa" -di A.Petralia, Patti, Scordino, Giuffrida, De Pasquale, Rapisarda).

L'olanzapina risulta avere una maggiore efficacia rispettoall'aloperidolo nel trattamento complessivo della schizofrenia e deidisturbi correlati. E' piu' efficace dell'aloperidolo nel trattamentodei sintomi NEGATIVI della schizofrenia; la sua azione e' risultatacomparabile a quella dell'aloperidolo nel trattamento dei sintomipositivi, pero' si e' dimostrata piu' efficace nel migliorare i sintomiDEPRESSIVI associati alla schizofrenia; il farmaco è in grado dimantenere l'efficacia a lungo termine. Gli effetti collaterali piu'frequenti sono l'incremento ponderale e dei valori ematici diProlattina. Gli autori hanno riportato i risultati della loro esperienzafacendo riferimento soprattutto agli effetti clinici, agli effetticollaterali, nonche' al profilo endocrino con dosaggi della PRL ematica(non riportati nell'abstract).

PARAFILIE, DOC E SSRI
(da "Le parafilie come disturbi dello spettro O.C.: implicazionipsicobiologiche e terapeutiche" - di L.Berra, psichiatra libero-prof. diTorino )

Vari studi documentano l'efficacia dei farmaci SSRI in parafilie qualiil feticismo, il feticismo di travestimento, l'esibizionismo e ilvoyerismo. L'ipotesi che nella genesi di alcune parafilie intervenga unadisfunzione del sistema serotoninergico, analoga a quella presente nelDOC, ha indotto all'impiego degli SSRI. Non tutti gli autori sonoconcordi, comunque, nell'includere le parafilie nello spettro deidisturbi ossessivo-compulsivi. Una conferma dell'appartenenza di alcuneparafilie allo spettro OC e' il fatto che esiste una comorbilità conaltri disturbi della stessa serie.

FLUVOXAMINA E SINTOMI NEGATIVI DELLA SCHIZOFRENIA
(da "Miglioramento dei sintomi negativi della schizofrenia inpazienti cronici trattati con fluvoxamina: uno studio clinico in aperto"di F.Franza e A.Battista - Casa di Cura Villa dei Pini - Avellino)

PAZIENTI STUDIATI: 75
diagnosi: schizofrenia sec. DSM IV
Valutazione : BPRS,SAPS,SANS.
Terapia: aloperidolo + fluvoxamina (dose iniziale 50 mg/die).
Successivamente la dose è stata aumentata fino a 200 mg/die (dosemedia=100 mg/die).
Risultati: miglioramento della sintomatologia negativa gia' dopo un mesedi trattamento (valutata con la SANS).
CONCLUSIONI: la fluvoxamina e' efficace nel trattamento dei sintominegativi della schizofrenia. Si rende necessario pero' il confronto connuovi farmaci della stessa o di altre classi farmacologiche. E' in corsostudio parallelo sull'impiego del risperidione e della fluoxetina inquesto gruppo di pazienti.

FOBIE SOCIALI e trattamento a lungo termine con con SSRI
(autori : E.Simonini, Nassini, Madaro, Socci, Ruffolo, Moretti, Pizza,Perugi - Ist.Psichiatria Univ.Pisa )

Lo studio ha avuto lo scopo di evidenziare le percentuali di remissionie di ricadute in rapporto o meno al trattamento con SSRI. La risposta altrattamento con serotoninergici e' stata lenta, spesso parziale ed adosaggi superiori a quelli utilizzati per la depressione. Con untrattamento prolungato si puo' notare un aumento delle remissioni ed uncontinuo miglioramento dal punto di vista dell'adattamento sociale. Conla sospensione del trattamento si evidenzia un'elevata percentuale diricadute e la conseguente necessità di una terapia di mantenimento.

FLUOXETINA vs FLUVOXAMINA nel trattamento del dolore cronico
(autori: Ciaramella A., Ghiara, Poli, - Univ.Pisa)

E' accertata da numerosi studi l'efficacia analgesica degli SSRInell'emicrania, nel dolore addominale, nel dolore reumatico e nel dolorecronico. Lo studio ha confrontato l'efficacia analgesica di due SSRI(fluoxetina vs fluvoxamina) in SOGGETTI DEPRESSI E CON DOLORE CRONICO.
I pazienti (53) hanno assunto o 10 mg/die di fluoxetina (per le prime 2sett, poi 40 mg/die per 2 mesi) o 50 mg/die di fluvoxamina (per leprime 2 sett.,poi 100 mg/die per 2 mesi), come unico trattamentoantalgico.
Questionari utilizzati per la valutazione: HAMD,QUID.
Dei 53 soggetti trattati, 20 hanno proseguito la cura con FLUOX e 20 conFLUVOX. L'azione antidepressiva e' stata sovrapponibile per entrambi itrattamenti. Le due sostanze hanno presentato un profilo analgesicodiverso:nei soggetti trattati con FLUOX si è avuto una riduzione del dolore neiprimi 14 giorni, mentre in quelli trattati con FLUVOX si è avuto unarecrudescenza del dolore nei primi 14 giorni.
Successivamente, pero', dalla seconda settimana i soggetti trattati conFLUVOX hanno presentato un progressivo miglioramento del dolore, adifferenza del gruppo trattato con fluoxetina in cui la sitomatologiadolorosa peggiorava (p<0.05 per la componente qualitativa (PPI) deldolore).

PROFILO CLINICO DI UN NUOVO ANTIPSICOTICO: ZIPRASIDONE
(autori: R.Gismondi - CNS Team, Roerig Farmaceutici Italiana SPA Roma)

Lo Ziprasidone e' un potente antagonista dei recettori 5-HT2 e D2 conaffinita' di legame per i recettori 5-HT2 11 volte superiore. Per questosuggerisce un potenziale effetto antipsicotico con efficacia sui sintomipositivi, negativi e affettivi della schizofrenia e un basso rischio dieffetti collaterali extrapiramidali rispetto ai NL classici.
Diversamente da altri AP lo ziprasidone ha un'alta affinità per altrisottotipi di recettori della dopamina e della serotonina: 5-HT1a(agonista), 5-HT1d (antagonista), che potrebbe contribuire ad unapotenziale efficacia sui sintomi ansiosi e depressivi. Ha un'elevataaffinità per i recettori D3 ed una modesta affinità per i recettori D4.
Altre attività: moderato inibitore del re-uptake della norepinefrina edella serotonina. Moderata affinità per i recettori alfa1 (bassapotenzialita' per effetti cardiovascolari). Bassa affinità per irecettori H2. Non ha effetti significativi sui recettori colinergici.

L'OLANZAPINA IN UN SPDC
(autori: M.Raja, A.Azzoni - SPDC S.Spirito -Roma ).

Pazienti studiati: 12
diagnosi: schizofrenia (3) e disturbo schizoaffettivo (3). Punteggioalla CGI= 6 ("gravemente ammalato") o 7 ("tra i pazienti piu' gravi")dosaggi: compresi tra 10 e 20 mg/die;
Miglioramento clinico: notevole in 4 pazienti, moderato in 1 paziente,lieve in 1 paziente, nullo in 3 pazienti; altri 3 pazienti erano statitrattati con altri farmaci antipsicotici (sertindolo e aloperidolo), edi questi due pazienti non hanno tratto beneficio dall'olanzapina;
farmaci associati: bzd, litio, valproato, gabapentin;
sintomi extrapiramidali: minimi o assenti; in 1 pz. tremore attitudinalee acatisia;
effetti coll.: sonnolenza, stanchezza, intontimento (n°5) e aumento dipeso (n°3).
RISULTATI : assoluta inefficacia (1), scarsa compliance (1), efficacianon superiore ad altri AP (3).
CONCLUSIONI: l'impressione e' che sia un'ottimo antipsicotico,virtualmente privo di gravi effetti collaterali. Tuttavia riteniamo chenel caso di apzienti gravi, gia' esposti ai neurolettici tradizionali ocomunque affetti da molto tempo da disturbi psicotici, la dose di 20mg/die possa essere insufficiente nel controllare i sintomi psicotici eche possano essere indicati dosaggi superiori come 30 e 40 mg/die.

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