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Specifichiamo che le notizie che ospitiamo nella rubrica dell' "Informazione scientifica", soprattutto quando risultano non accompagnate da commenti, non rispecchiano affatto le opinioni della redazione, che si limita ad un "passa parola" e non cessa di invitare chi ci legge ad intervenire anche con proposizioni di radicale dissenso.


MORBO DI ALZHEIMER: NUOVE SPERANZE DAL NEUROTROFIN

Aggiornamento a cura di Gennaro Esposito del 15/06/99
Fonte: CIIS;

Oggi la cura del Morbo di Alzheimer è essenzialmente palliativa ed affidata prevalentemente agli anticolinesterasici.
Ultimamente pero’ qualche speranza è venuta dal XIII Congresso di Farmacologia tenutosi a Monaco in Germania, nel quale sono stati presentati i risultati di alcune ricerche condotte su pazienti affetti da questa grave malattia neurologica.
Le ricerche riguardano la sperimentazione in fase II del Neurotrofin, che ha dimostrato la sua capacità di stimolare i geni responsabili della di m-RNA e di molti altri fattori neurotrofici capaci di determinare la rigenerazione del tessuto nervoso.
Il Neurotrofin (chimicamente AT-082 o leteprinim potassium - prodotto dalla NeoTherapeutics) è stato saggiato su 65 pazienti affetti da Morbo di Alzheimer in doppio cieco, sia in tre diversi dosaggi che con placebo per 28 giorni, seguiti da un periodo di 28 giorni senza assumere il farmaco, per poterne valutare l’efficacia a medio-lungo termine.
I pazienti che hanno assunto la dose di 150 mg/die di leteprinim hanno mostrato un miglioramento delle funzioni cognitive (valutate dalla scala ADAS-cog) e dei sintomi ansioso-depressivi (valutati con la scala CIBIC-plus) significativi rispetto al gruppo di pazienti trattato con placebo, e anche nel periodo di sospensione di 28 giorni del farmaco.
Ulteriori studi saranno necessari, comunque, per valutare l’efficacia a lungo termine e l’insorgenza di eventuali effetti collaterali legati ad un suo uso prolungato.
Il leteprinim è in fase di sperimentazione pre-clinica per valutare la sua efficacia nell’indurre la produzione di fattori neurotrofici in altre malattie neuro-degenerative, come il Morbo di Parkinson o che colpiscono il midollo spinale, o anche nell’ictus ischemico cerebrale e midollare.

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