Si va, ed era ora, verso un nuovo "Progetto-Obiettivo per la Tutela della Salute Mentale: era nel programma dellUlivo presentato dal Presidente Prodi la determinazione a dettare indirizzi sulla salute mentale ed è nellintenzione del Ministro Livia Turco giungere alla promulgazione dellatto normativo.
Per fare questo il Ministero si è attivato con la realizzazione di un certo numero di simposi, per così dire, "pilota" cui sono stati invitati due rappresentanti per ogni regione. La metodologia mi sembra discutibile, meglio sarebbe stato organizzare tre Conferenze interregionali, un po come era stato fatto prima del P.O. 94/96: la strada intrapresa invece appare più artificiosa e meno "penetrante", soprattutto per la ristrettezza dei tempi (alcuni seminari sono già stati effettuati) e per la limitatezza del "campione", fatto, questultimo che necessiterebbe di propedeutici incontri regionali affinché gli "eletti" possano rapportare ai seminari il "pensiero" della regione che andranno a rappresentare.
E comunque da apprezzare lo sforzo del Ministero di rendere quanto più possibile "partecipata" la stesura del nuovo P.O., salvo poi a verificare quale potrà essere leffettiva valenza di tali incontri e delle conclusioni che da essi scaturiranno, anche perché le tematiche dei simposi sembrano solo marginalmente collegate alle questioni di maggiore rilievo, per le quali occorrerebbe un approfondimento rispetto al precedente decreto.
Io credo che nella stesura del nuovo P.O. poco o nulla debba essere modificato della struttura organizzativa del DSM che, ormai, salvo qualche "distinguo" locale, può considerarsi standardizzata sul territorio, se non forse per l obbligatoria conferma della ricaduta dei DSM (e di tutti i servizi dello stesso) nelle Aziende Territoriali e non in quelle Ospedaliere.
La struttura del progetto, a mio avviso, dovrebbe essere realizzata per obiettivi, attraverso un modello che, partendo dai fabbisogni organizzativi (finalizzati allo snellimento ed alla deburocratizzazione delle strutture), si sviluppi per processi (in un contesto dove il prodotto finale sia la "salute mentale" del territorio), con approccio proattivo e creativo al cambiamento.
Un Progetto che si snodi per Obiettivi, perché abbia sufficiente penetranza, è necessario che sia condiviso, partecipato, scientificamente ed economicamente sostenibile, al fine di evitare il rischio che l"opinione" divenga scienza, losservazione "attraverso gli occhi" criterio di valutazione e le dinamiche settoriali sempre prevalenti sullorganizzazione, finendo per negativamente sulla concreta fattibilità dello stesso.
Obiettivi dunque, reali, concreti, fattibili, valutabili nei risultati: la tematica è vasta e risulta difficile raggruppare tutti i vettori che unorganizzazione complessa dovrebbe essere capace di seguire per raggiungere lo scopo finale.
Su alcuni temi, però, è possibile indicare tracce di riflessione.
OBIETTIVI DI CURA:
presa in carico con risposta allintera domanda di salute mentale: su questo tema ha legiferato opportunamente la Regione Veneto con la LR 4080 del 22.12.00. ("Le persone con disturbi psichici, le loro famiglie e le associazioni di tutela nel P.O.R.").
la risposta allurgenza-emergenza: linserimento nel P.O. delle procedure per garantire una risposta reale e sostenibile alle urgenze ed emergenze psichiatriche nelle 24 ore da parte del DSM, con protocolli definiti con gli altri servizi sanitari (SUEM 118, continuità assistenziale, etc.) mi pare necessaria.
la riabilitazione ed il trattamento prolungato: la generalizzazione del concetto di riabilitazione psicosociale mi pare non sia più sostenibile. Il problema del superamento dellistituzione manicomiale ha concentrato, per oltre un ventennio, tutte le attenzioni (e non sempre a torto) sul paventato rischio di riproposizione, sotto altra veste, di modelli istituzionali. Ciò ha comportato lemarginazione culturale della medicina psichiatrica rispetto alla psichiatria sociale, determinando una confusione tra cura e riabilitazione.
gli studi quali-quantitativi dei drop-out e degli insuccessi terapeutici: scelte operative volte ad impedire i "drop out" e labbandono
Progetti finalizzati sono di grande importanza ai fini preventivi ed assistenziali, soprattutto se indirizzati a creare uno schema operativo globale e tale da "prevenire il danno", con una impostazione del servizio intesa come "andare verso" il paziente non solo in senso spaziale ma anche come avvicinamento concreto ai suoi bisogni.
OBIETTIVI DI SALUTE:
la prevenzione: su questo argomento molto si è discusso e il riproporlo come obiettivo di salute ha senso per superare la naturale reticenza dei professionisti della salute mentale a dedicarvisi fattivamente, la tendenza a lavorare a compartimenti stagni ed in unottica individuale e settoriale, la difficoltà di un approccio unitario alla persona, la discontinuità dei rapporti con i MMG, le agenzie sociali e gli altri organismi istituzionali.
lanalisi del sommerso: fa parte della prevenzione, ma necessita, a mio avviso, di particolare attenzione, per la possibilità/necessità di attivare progetti specifici da inserire a pieno regime nelloperatività dei DSM
i centri di ascolto: sono stati certamente una risorsa ad es. nel settore delle tossicodipendenze e lo possono diventare in psichiatria. Lutilizzo delle tecnologie telefoniche e multimediali, la possibilità di garantire il massimo della riservatezza e laccesso ad un consulente senza afferire ai servizi, possono costituire una risorsa ulteriore da realizzarsi con progetti finalizzati anche con il sostegno di associazioni e ONLUS, assieme alle banche dati, alle iniziative di informazione, etc.
OBIETTIVI DI QUALITA:,
laccreditamento istituzionale: andrebbe inserito tra gli obiettivi prioritari del Piano, sia per quanto riguarda i requisiti strutturali, che per quanto attiene gli aspetti professionali, i processi diagnostico-teraputici ed assistenziali, nonchè il monitoraggio nellerogazione dei servizi, la valutazione delle performances, la definizione degli indicatori, etc.
la carta dei servizi: già presente nel precedente P.O. non può mancare tra gli obiettivi di qualità per migliorare il rapporto con i cittadini e gli utenti e per confermare gli impegni di tipo operativo, professionale e assistenziale
gli indicatori: linserimento di uno specifico capitolo sugli indicatori di attività del DSM mi pare necessario soprattutto assemblando la varie esperienze che in questo ultimo decennio sono state realizzate in questo settore. Lobiettivo di validare un sistema complesso come il DSM non può essere raggiunto senza la definizione di un modello capace di monitorizzare lattività ai fini di una obiettiva valutazione della stessa tramite strumenti validati e riproponibili su scala nazionale.
la formazione permanente: andrebbe sostenuta e rivalutata quella "intramoenia", intradipartimentale ed interdipartimentale, tramite specifici progetti "a tema" che valorizzino la formazione interdisciplinare, soprattutto in relazione allo specifico indirizzo operativo che un DSM dovrebbe darsi.
OBIETTIVI DI ECONOMICITA:
la valutazione della sostenibilità organizzativa di programmi e progetti: lobiettivo di migliorare lappropriatezza degli interventi (siano essi farmacologici, terapeutici, riabilitativi o sociali), può essere raggiunto con specifici progetti finalizzati alla valutazione dei risultati in termini di salute, di qualità di vita del paziente e della famiglia nonchè di compatibilità economica ed organizzativa degli stessi.
il razionale utilizzo delle risorse umane e strutturali: è questo un problema che non può essere affrontato in termini genericamente numerici (ad es. in rapporto alla popolazione generale). Studi legati allorografia del territorio, alle vie di comunicazione ed alla fruibilità di mezzi pubblici, alla tipologia dei servizi erogati, alle modalità di accesso agli stessi, etc., possono consentire di valutare con sufficiente approssimazione i bisogni in termini di risorse umane e strutturali, evitando sprechi o sottovalutazioni, che si ripercuotono inevitabilmente sulla qualità dellassistenza.
E evidente che la presente disamina è frutto di riflessioni personali, non ha la presunzione di esaurire tutte le problematiche relative alla realizzazione di un progetto-obiettivo, ma può costituire, forse, uno spunto per un approfondimento della complessa tematica.