Dalla conoscenza, alla valutazione, alla programmazione
VIII SEMINARIO, Roma 19 Settembre 2007
Plenaria Finale
Dott. Antonio Lora
Dipartimento di Salute Mentale di Desio (Milano); Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia; Dipartimento Salute Mentale e Abuso di Sostanze - Organizzazione Mondiale della Sanità (Ginevra).
Ho apprezzato la novità di alcuni elementi relativi al sistema informativo emersi nel dibattito allinterno dei gruppi. E stato sottolineato il diritto degli utenti ad una cura adeguata allinterno dei servizi di salute mentale, questo diritto passa anche attraverso la possibilità di un confronto tra servizi, è quindi necessario uno strumento informativo che permetta questo confronto. Il sistema informativo è il tessuto connettivo che lega utenti, operatori e familiari, e permette monitorare il diritto ad avere delle prestazioni di qualità. Il sistema informativo è uno degli strumenti, non il solo sicuramente, che serve ad affermare questo diritto. Una ricerca epidemiologica in Lombardia negli anni 80, utilizzando il sistema informativo ospedaliero, ha evidenziato una estrema variabilità nei tassi di appendicectomia: questi variavano di quattro volte ad esempio tra la ASL di Brescia e quella di Mantova, erano diverse le appendici? No, erano diverse le pratiche degli operatori, i chirurghi in questo caso; allora, io credo che dovremmo arrivare pure noi in psichiatria a misurare la variabilità col fine di ridurla. Il che significa ad esempio che se è indicato che i familiari dei pazienti giovani con disturbo psicotico ricevano unascolto ed eventualmente un intervento specifico, questo deve avvenire e il sistema informativo deve monitorare la frequenza con cui questo avviene, potrà esserci una certa variabilità tra i servizi, ma sicuramente non è accettabile la variabilità che esiste oggi. Il sistema informativo è uno strumento che serve a questo, a vedere la variabilità, perché non è importante capire solamente il divario che esiste tra quello che uno dice di fare (le impressioni degli operatori sul proprio lavoro) e quello che uno dovrebbe fare (le raccomandazione evidence based). Esiste una distorsione più sottile legata al fatto che senza un sistema informativo uno non sa esattamente quello che fa. Seguendo lesempio precedente se voi aveste chiesto ai chirurghi della ASL di Brescia come mai facessero così tante appendicectomie, loro probabilmente avrebbero risposto in totale buona fede che loro non facevano tante appendicectomia. Il sistema informativo serve a fare una fotografia e questo credo sia molto utile, come punto di partenza per una riflessione sul proprio lavoro.
Un secondo aspetto è a mio parere molto importante nella relazione tra utenti, operatori e familiari. Il sistema informativo è un sistema trasparente, induce alla responsabilità, nel senso che costringe politici, amministratori e operatori a dichiarare quello che fanno, a dire ai cittadini: facciamo queste politiche, vediamo tanti o pochi utenti, eroghiamo questo tipo di intervento e non quellaltro. In questo modo non hanno spazio solo le politiche "alte", in cui si dice quello che io vorrei fare, ma le politiche reali, cioè, nella mia struttura, nella mia azienda, nella mia regione due familiari su tre, quattro pazienti su dieci ricevono questo trattamento; questa è la vera responsabilità.
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