Terzo Seminario 28 marzo 2007
Modelli organizzativi dei Servizi di Salute Mentale
PLENARIA DI CHIUSURA
Report - terzo gruppo - a cura del dottor Giuseppe Cardamone
Il gruppo è stato condotto dal dottor Vittorio Valenti e ha rappresentato undici realtà regionali.
Sono stati affrontati argomenti e considerazioni da diversi vertici osservativi e questo ha contribuito alla ricchezza e alla vivacità dei contributi che il gruppo ha prodotto.
A partire dagli stimoli delle relazioni iniziali si è condivisa lidea che il modello organizzativo più adeguato ed efficace, quindi da difendere e sostenere nei prossimi anni, è quello di un Dipartimento di Salute Mentale (DSM) forte nel senso che:
- si faccia garante del governo clinico della salute mentale di un determinato territorio;
- sia capace di distribuire in maniera equa le risorse disponibili;
- sia in grado di documentare quello che fa e che deve ancora essere fatto (per esempio la promozione della salute mentale dei cosiddetti gruppi a rischio o più vulnerabili).
Un DSM è forte se è in grado di accedere ad altre risorse e se dedica in maniera prioritaria le risorse disponibili alla costruzione "ben fatta" delle sue porte di ingresso (considerate da molti il cuore del sistema), per cui bisogna investire delle risorse chiare e definite per laccoglienza dei cittadini con problemi di salute mentale.
Un DSM è forte se è in grado di integrarsi con gli altri servizi e con altri soggetti; un DSM è forte se, ancora a mò desempio, è capace di tagliarsi le ali nel senso che è in grado di avviare un dialogo costante con i cittadini.
E forte se produce una rete qualificata di servizi; si è parlato molto di accessibilità come variabile attraverso la quale valutare un DSM.
E ancora un DSM può essere ritenuto forte se produce una vitalità intersettoriale nel territorio in cui è inserito.
E stato fatto un ragionamento sul fatto che un DSM è forte se riesce a dichiarare quello che fa e a dimostrare che quello che dice di fare lo fa veramente.
Come emerge da questo riassunto dei lavori del gruppo laccezione di forte è complessa e anche molto differenziata a seconda del vertice osservativo di appartenenza.
Si è convenuto nel ritenere significativo il fatto che il DSM deve poter conoscere e prevedere le proprie risorse e se le risorse in questo periodo non possono aumentare devono essere quantomeno certe e definite ma sicuramente non possono diminuire.
Uno strumento che sicuramente può essere utile sono i L.E.A. nel senso che possono aiutare a definire le priorità di un DSM,
Rispetto ai L.E.A. sono state portate anche delle criticità riguardo agli aspetti prestazionali, mentre devono diventare più specifici ed uniformi riformulandone gli obiettivi.
I familiari degli utenti, presenti nel gruppo, hanno portato elementi di criticità rispetto al problema dei pazienti cronici e a questo proposito sono stati segnalati due preoccupanti e imponenti contenitori di cronicità: uno in Calabria (Serra dAiello) e un altro nel Veneto.
Su questo tema si è molto discusso facendo emergere le enormi difficoltà presenti in questi due territori e si è auspicato laccensione dei riflettori nazionali su questi due contesti istituzionali rispetto ai quali si devono poter individuare delle forme di corretta interazione istituzionale (nel senso di sensibilizzare i livelli regionali a come fronteggiare tali criticità).
Un altro aspetto importante, affrontato nel gruppo, è quello dei disturbi emotivi comuni (ansia e depressione secondo Goldberg) e alcuni partecipanti hanno sostenuto che i DSM non possono occuparsene in prima persona ma dovrebbero avviare al più presto modalità organizzative di collaborazione con la medicina generale, in una prospettiva di sanità pubblica, e ritenere ciò assolutamente prioritario (onde evitare la saturazione di molti servizi di salute mentale).
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