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ABSTRACTS DELLA LETTERATURA

di Rosangela Caruso

 

Coyne JC, Palmer SC, Shapiro PJ, Thompson R, DeMichele A.Distress, psychiatric morbidity, and prescriptions for psychotropic medication in a breast cancer waiting room sample. Gen Hosp Psychiatry. 2004 Mar-Apr;26(2):121-8.

Distress, morbilità psichiatrica e prescrizioni di farmaci psicotropi in un campione di pazienti con cancro al seno presenti in sala di attesa

Abbiamo esaminato le relazioni esistenti fra screening psichiatrico, prevalenza di morbilità psichiatrica e tassi di prescrizione di farmaci psicotropi in un campione di pazienti con cancro della mammella, presenti in sala di attesa (N=113). I tassi di distress (29%), i disturbi depressivi maggiori (MDD; 9%) ed i disturbi d’ansia generalizzata (GAD; 6%) si sono dimostrati simili a quelli riscontrati nella medicina di base. Una quota consistente di pazienti (52%) aveva ricevuto farmaci psicotropi durante il trattamento, inclusa la metà circa (48%) di quelle senza diagnosi psichiatrica. Molte persone con MDD sono state sottoposte a terapia farmacologica durante il trattamento del cancro (80%), mentre solo la metà delle paziente con GAD siano state trattate. L’elevata frequenza di trattamento psicofarmacologico ha influenzato negativamente l'efficienza dello screening: era circa 6 volte meno probabile che individui con alti livelli di distress rappresentassero un caso di morbilità psichiatrica non trattata piuttosto che rappresentare un caso nuovo. In conclusione, il rischio di morbilità psichiatrica attribuibile al cancro della mammella può essere più basso e la frequenza di trattamento psichiatrico più alta di quanto in precedenza stimato. È inoltre improbabile che lo screening possa efficacemente identificare una morbilità psichiatrica non trattata. L'adeguatezza del follow-up non è chiara ed il farmaco può essere prescritto in modo non specifico. La bassa percentuale di morbilità psichiatrica non trattata può indicare la necessità di collaborazioni multi-area per generare numeri adeguati di partecipanti sai trias clinici.

 

Owen JE, Klapow JC, Roth DL, Nabell L, Tucker DC.Improving the effectiveness of adjuvant psychological treatment for women with breast cancer: the feasibility of providing online support. Psychooncology. 2004 Apr;13(4):281-92

Miglioramento dell' efficacia di trattamenti psicologici di supporto per donne con cancro al seno:la possibilità di realizzare un intervento di supporto online

Molti studi ben articolati hanno dimostrato che i trattamenti psicologici su malati di cancro sono efficaci per migliorare la qualità della vita dei pazienti, ma il reale impatto di questi trattamenti può essere limitato da bassi livelli di partecipazione. Schemi di trattamento basati sull'utilizzo di internet possono essere più efficaci perché più facilmente disponibili ed accessibili. In questo articolo sono descritte due fasi di uno studio di fattibilità. Nella prima fase si è cercato di valutare la possibilità di accesso ad internet e l'interesse ad un supporto on line in un gruppo di 136 donne affette da cancro al seno (giugno-ottobre 1999). I livelli di interesse a partecipare ad un trattamento psicosociale on line si sono rivelati correlati all’ età, all’aspettativa di risultati ed a difficoltà nell'uso di internet, ma non con lo stadio di sviluppo della malattia o con il tempo trascorso dal momento della diagnosi. Nella seconda fase abbiamo documentato i risultati ottenuti con diversi metodi di reclutamento durante una serie di esperimenti casuali (febbraio - dicembre 2001) ed abbiamo registrato i cambiamenti che nel tempo si sono verificati riguardo all'accesso ad internet. I livelli di reclutamento erano sensibilmente più elevati quando un membro del gruppo di studio era disponibile in ambulatorio per fornire informazioni sul trattamento: tutti gli altri sistemi di reclutamento hanno fornito risultati inferiori. Il livello di accesso ad internet è passato da un 63% nel 1999 ad un 70% nel 2001 ed è stato differente per i vari gruppi di età. Questi risultati fanno ritenere che trattamenti psicosociali basati su internet siano realizzabili per migliorare l'impatto delle cure psicosociali, sia pure con sensibili limitazioni. Copyright 2003 John Wiley & Sons, Ltd.

Copyright 2003 John Wiley & Sons, Ltd.

 

McGregor BA, Antoni MH, Boyers A, Alferi SM, Blomberg BB, Carver CS.Cognitive-behavioral stress management increases benefit finding and immune function among women with early-stage breast cancer. J Psychosom Res. 2004 Jan;56(1):1-8.

Lo stress management cognitivo-comportamentale aumenta la possibilità di ottenere benefici e migliora la funzione immunitaria in donne ai primi stadi di cancro al seno

Questo studio ha esaminato l'effetto sull'equilibrio emotivo e sulla funzione immunitaria di un intervento di stress-management di tipo cognitivo-comportamentale (CBSM) in donne che, alcuni mesi prima, avevano subito un intervento chirurgico per cancro al seno allo stadio iniziale. Ventinove donne sono state assegnate a caso o a ricevere un intervento CBSM per 10 settimane (n = 18) o ad un'esperienza di confronto (n = 11). La principale misura del risultato psicologico è stata la ricerca del beneficio. La principale misura del risultato della funzione immunitaria è stata la risposta proliferativa in vitro dei linfociti all'anti CD3 .Le donne sottoposte all'intervento CBSM hanno riportato maggiori percezioni di beneficio rispetto alle donne del gruppo di controllo. A distanza di 3 mesi le donne del gruppo CBSM hanno mostrato una maggiore proliferazione linfocitaria. Infine, il miglioramento della possibilità di avere effetti benefici dopo un intervento di 10 settimane ha fatto prevedere incrementi di proliferazione dei linfociti alla verifica di 3 mesi dopo. Un intervento CBSM su donne affette da cancro al seno allo stadio iniziale ha facilitato risposte emotive positive alla loro esperienza di malattia ed un successivo miglioramento della funzione immunitaria.

 

Hack TF, Degner LF. Coping responses following breast cancer diagnosis predict psychological adjustment three years later. Psychooncology. 2004 Apr;13(4):235-47.
Le reazioni di coping successive alla diagnosi di cancro al seno fanno prevedere l’adattamento psicologico dopo tre anni

La relazione fra stili di reazione alla malattia e adattamento psicologico alla diagnosi di cancro della mammella è ben documentata per il periodo di tempo immediatamente successivo alla diagnosi. Questo studio si è proposto di valutare l’associazione a lungo termine fra queste due variabili. Cinquantacinque donne hanno completato una serie di test che valutavano lo stile di coping, il controllo decisionale, le manifestazioni di frustazione e l’adattamento psicologico nei sei mesi successivi alla diagnosi di cancro al seno. Le pazienti sono state ri-contattate dopo tre anni ed è stato valutato nuovamente l’adattamento psicologico, misurato attraverso il Profile Of Mood States (POMS). Sono state eseguite analisi monovariate e multivariate. I risultati hanno dimostrato che le donne che erano depresse nella fase di pianificazione del trattamento e che avevano reagito alla diagnosi di cancro con stili di evitamento (ad esempio: accettazione/rassegnazione), hanno presentato a tre anni di distanza un adattamento psicologico significativamente peggiore. Lo scarso adattamento si associato all'atteggiamento di evitamento e ad un minimo uso di risposte di coping basate su un approccio reattivo. I risultati suggeriscono che le donne che rispondono alla diagnosi di cancro al seno con accettazione passiva e rassegnazione sono soggette ad un significativo rischio di scarso adattamento psicologico sul lungo termine. Gli interventi psicologici su queste pazienti dovrebbero concentrarsi sul raggiungimento della consapevolezza della malattia, con la finalità di favorire un coping reattivo e positivo. Copyright 2003 John Wiley & Sons, Ltd.

 

Bordeleau L, Szalai JP, Ennis M, Leszcz M, Speca M, Sela R, Doll R, Chochinov HM, Navarro M, Arnold A, Pritchard KI, Bezjak A, Llewellyn-Thomas HA, Sawka CA, Goodwin PJ. Quality of life in a randomized trial of group psychosocial support in metastatic breast cancer: overall effects of the intervention and an exploration of missing data. J Clin Oncol. 2003 May 15;21(10):1944-51.

Qualita' della vita in un esperimento rdomizzato di supporto psicosociale di gruppo in pti con cancro al seno metastatizzato: effetti generali dell'intervento ed esplorazione dei dati mancanti.

Scopo dello studio è stato di valutare l'effetto di un intervento psicosociale sugli aspetti di qualità della vita collegati alla salute (HrQOL) in un gruppo standard di donne con cancro al seno in fase metastatica e di esplorare, inoltre, l'effetto dei dati mancanti nella analisi della HrQOL. Fra il 1993 e il 1998 sette centri canadesi hanno assegnato a caso 235 donne a partecipare a sedute a cadenza settimanale di 90 minuti l’una, ad una terapia di gruppo condotta da terapeuti che seguivano il modello della terapia "supportivo-espressiva" (SE) oppure ad un gruppo di controllo (non SE). Tutte le donne hanno ricevuto materiale informativo e qualsiasi tipo di assistenza medica o psicosociale che fosse ritenuta necessaria. I dati HrQOL sono stati raccolti usando il questionario European Organization for Research and Treatment of Cancer Quality of Life Questionnaire C30 (EORTC QLQ-C30), all'inizio e a 4, 8 e 12 mesi. Le analisi dell’HrQOL hanno confrontato i punteggi dei due gruppi di studio. Le analisi sono state limitate a donne con appropriate informazioni HrQOL di base (n = 215). I punteggi EORTC QLQ-C30 iniziali non sono risultati differenti fra i due gruppi di studio (tutti i valori p > 0.5). L'analisi di tutte le sottoscale non ha dimostrato una significativa influenza dell'intervento su HrQOL (tutti i valori p > 0.5). Si è verificato un significativo deterioramento nel tempo in alcune scale funzionali del EORTC QLQ-C30: funzionamento globale (P = .03), fisico (P = .0002), di ruolo (P = .01) e cognitivo (P = .04). È stato inoltre evidenziato deterioramento in scale sintomatologiche: dispnea (P = .007), perdita di appetito (P = .04) e stanchezza (P = .003). Queste variazioni sono risultate indipendenti dal tipo di allocazione nel gruppo sperimentale o nel gruppo di controllo. Si sono avuti risultati simili in successive analisi di HrQOL utilizzando una varietà di approcci nel trattamento dei dati mancanti. La terapia supportivo - expressiva di gruppo in pazienti con cancro al seno in stadio metastatico non sembra influenzare il HrQOL, misurato da EORTC QLQ-C30.

 

Osborne RH, Sali A, Aaronson NK, Elsworth GR, Mdzewski B, Sinclair AJ Immune function and adjustment style: do they predict survival in breast cancer? Psychooncology. 2004 Mar;13(3):199-210.

Funzione immunitaria e stile di adattamento: sono fattori che predicono la sopravvivenza nei casi di cancro al seno?

Questo studio ha avuto lo scopo di investigare il ruolo dello stato del sistema immunitario e dei fattori psicosociali nella sopravvivenza in pazienti con cancro al seno in stadi iniziali (N = 61). Le valutazioni di vaseline hanno incluso diversi parametri, tra cui numero e funzione dei linfociti, attività delle cellule natural killer (NKA), livello plasmatico di cortisolo e prolattina.. Le misurazioni psicosociali hanno incluso ansia, depressione, adattamento psicologico al cancro e supporto sociale. Il follow-up è stato di 6,1 - 7,9 anni, che ha permesso di registrare 14 decessi per cancro, pari al 23%. Attraverso Cox proportional hazards analysis, adattati per stato dei linfonodi, due parametri si sono dimostrati predittori di sopravvivenza più lunga: bassi livelli di NKA (HR 29 per LLU, p = 0,003) e la minimizzazione dell'adattamento alla malattia (HR 0,64 per punto di scala, p = 0,012). Questi dati forniscono scarsa prova dell’esistenza di un meccanismo psiconeuroimmunologico nella sopravvivenza da cancro della mammella. Questo studio è limitato a causa della piccola numerosità del campione ed esiste quindi la possibilità di una sovrastima dei risultati: tuttavia una più lunga sopravvivenza nei soggetti che minimizzano l’adattamento alla malattia è un risultato in linea con recenti studi. Invece il risultato che un alto NKA predica una più breve sopravvivenza può essere semplicemente il segnale di una malattia in corso oppure un indice di risposta ai trattamenti. Copyright 2003 John Wiley & Sons, Ltd

 

Chochinov HM, Hack T, Hassard T, Kristjanson LJ, McClement S, Harlos M.Dignity in the terminally ill: a cross-sectional, cohort study. Lancet. 2002 Dec 21-28;360(9350):2026-30.
Dignità nella fase terminale della malattia: uno studio trasversale di coorte su un gruppo di pazienti terminali.

Considerazioni sulla dignità sono spesso fatte con riferimento alla cura di pazienti nella fase terminale della malattia. Tuttavia questo argomento non è stato finora oggetto di ricerca, se non marginalmente. L’obiettivo dello studio è stato di identificare fino a che punto pazienti prossimi alla morte siano capaci di mantenere un senso di dignità; si è inoltre cercato di verificare come variabili demografiche e specifiche della malattia siano collegate al problema della dignità in queste persone Abbiamo condotto uno studio trasversale su un gruppo di pazienti terminali, malati di cancro all'ultimo stadio, che avevano una aspettativa di vita inferiore ai 6 mesi. Abbiamo reclutato 213 pazienti provenienti da due unità di cure palliative a Winnipeg, Canada, ed abbiamo chiesto loro di valutare il proprio senso di dignità. Le misurazioni effettuate includevano un item relativo al senso di dignità articolata su una scala a 7 punti, una scala di distress sintomatico, il McGill pain questionnaire, l'indice di indipendenza nelle normali attività giornaliere (IADL), una scala di qualità della vita, una sintetica batteria di misurazioni self-report, in particolare una valutazione del desiderio di morire, dell’ansia, della disperazione e della volontà di vivere, del sentirsi un peso per gli altri e della necessità di un supporto sociale. 16 dei 213 pazienti (7,5%; 95% CI 4-11) hanno indicato che la possibilità di perdere la dignità costituiva per loro un notevole preoccupazione. Questi pazienti si sono dimostrati molto più soggetti a distress psicologico, necessità di forte dipendenza e perdita della volontà di vivere, rispetto al resto del gruppo. La perdita di dignità è strettamente associata a certi tipi di distress, spesso riscontrati in malati terminali. La preservazione della dignità dovrebbe essere una delle principali finalità del trattamento e della cura in pazienti prossimi alla morte.

 

Harcourt D, Rumsey N.Mastectomy patients' decision-making for or against immediate breast reconstruction. Psychooncology. 2004 Feb;13(2):106-15.

Processo decisionale in pazienti sottoposte a mastectomia a favore o contro una immediata ricostruzione del seno

Questo studio multicentrico ha indagato come 93 donne che dovevano sottoporsi a mastectomia avessero deciso a favore (n = 37) o contro (n = 56) l'immediata ricostruzione del seno. Interviste iniziali semi-strutturate sono state condotte prima dell'intervento chirurgico, mentre interviste successive - effettuate a distanza di 6 e 12 mesi - hanno esaminato le esperienze delle partecipanti rispetto all'intervento chirurgico ed i loro punti di vista sulla decisione presa. Sono stati identificati tre tipi di processi decisionali. La maggioranza delle donne (76) hanno riferito di aver preso decisioni rapide, "istantanee", mentre altre 14 donne hanno cercato di avere maggiori informazioni prima di decidere. Tre donne hanno ponderato le opzioni esistenti ed hanno trovato particolarmente difficile il processo decisionale. Il processo è stato influenzato dal rilievo percepito delle alternative, dalle "norme" prevalenti sulla pratica chirurgica esistenti in ciascun sistema ospedaliero e dall’interazione con le figure sanitarie. Le esperienze chirurgiche non hanno spesso soddisfatto le aspettative che le pazienti avevano prima dell'intervento e il processo di adattamento all’impatto della chirurgia è continuato nel corso dell'anno successivo, durante il quale le donne hanno fatto fronte ad una serie di problemi, inclusi dolore, paura e tentativi di adattamento alla ricostruzione del seno. Tuttavia molte donne hanno riportato soddisfazione rispetto alla decisione presa ed hanno giustificato la propria scelta mettendo in rilievo gli aspetti positivi dell'intervento. Benché molte pazienti prendano rapidamente una decisione sulla ricostruzione del seno, ulteriori ricerche devono esplorare cosa faciliti il processo decisionale per le persone che incontrano in questo particolare difficoltà. Copyright 2003 John Wiley & Sons, Ltd.

 

Jones JM, Huggins MA, Rydall AC, Rodin GM.Symptomatic distress, hopelessness, and the desire for hastened death in hospitalized cancer patients. J Psychosom Res. 2003 Nov;55(5):411-8.

Stress sintomatico, disperazione e desiderio di morte anticipata in pazienti con cancro ospedalizzati

Questo studio ha valutato il desiderio di anticipare la propria morte (DHD) in pazienti affetti da cancro a vari stadi della malattia per determinare la frequenza del fenomeno e la relazione con difficoltà fisiche e psicologiche. Duecentoventiquattro pazienti ricoverati al Princess Margaret Hospital hanno compilato questionari che valutavano dolore, sintomi fisici, depressione, disperazione e DHD. Significative difficoltà fisiche e psicologiche sono state riscontrate nel campione, con una media di nove sintomi fisici dichiarati da ciascun soggetto. Il 7% ha dichiarato un livello moderato di DHD ala Schedule of Attitudes Towards Hastened Death (SAHD) e il 2% ha dichiarato un alto livello DHD. Disperazione e stadio della malattia sono stati gli unici significativi fattori predittori indipendenti di DHD e la loro interazione si è associata con un incremento del livello di DHD. Disperazione e - in minor misura - depressione si sono collocate fra i fattori collegati con la malattia e con il livello di DHD. I risultati suggeriscono che il livello di DHD è significativamente collegato con la presenza di disperazione e l’aggravarsi della malattia. La valutazione di questo fenomeno nelle fasi che precedono la fine della vita potrebbe fornire opportunità di intervento.

 

Ljubisavljevic V, Kelly B. Risk factors for development of delirium among oncology patients. Gen Hosp Psychiatry. 2003 Sep-Oct;25(5):345-52

Fattori di rischio per lo sviluppo di delirium in pazienti affetti da cancro

Per determinare la presenza di casi di delirium in pazienti ricoverati in oncologia e per identificare e valutare i fattori associati con lo sviluppo del delirium durante il ricovero, è stato condotto uno studio prospettivo osservazionale su 113 pazienti su un totale di 145 ricoveri in oncologia - per diagnosi istologica di cancro - in un periodo di dieci settimane. Al momento del ricovero, tutti i pazienti sono stati valutati per verificare la presenza di potenziali fattori di rischio per lo sviluppo di delirium. Durante il ricovero i pazienti sono stati valutati giornalmente per la presenza di delirium secondo il Confusion Assessment Method (CAM). Il delirium è stato confermato attraverso intervista clinica. Quadri di delirium si sono manifestati in 26 dei 145 pazienti (18%), e sono stati registrati 32 episodi di delirium con 6 pazienti che hanno avuto 2 episodi di delirium durante il periodo indice di ricovero. Il delirium si è manifestato in media 3.3 giorni dopo il ricovero. La durata media di un episodio di delirium è stata di 2.1 giorni. Quattro pazienti con delirium sono morti (15%). Tutti gli altri casi di delirium hanno avuto remissione. I fattori associati in modo significativo con lo sviluppo di delirium, sulla base di una analisi multivariata, sono stati età avanzata, deterioramento cognitivo, basso livello di albumina, metastasi ossea e la presenza di una neoplasia ematologica. Il periodo di ricovero è stato significativamente più lungo per il gruppo di pazienti che hanno manifestato delirium, rispetto al gruppo che non lo ha manifestato (media di 8.8 giorni contro 4.5 giorni del gruppo che non ha presentato delirium, p < .01). Il delirium è una condizione comune per i pazienti di oncologia. La identificazione dei fattori di rischio al momento del ricovero può essere utile per riconoscere i pazienti a più alto rischio e può agevolare una più efficace prevenzione, una diagnosi precoce ed un migliore trattamento.

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