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Lauro GALZIGNA, La Mente - Complessità e Irriducibilità dell'Attività Mentale Normale e Patologica.

Presentazione di Luigi Pavan, Padova, Piccin Nuova Libreria S.p.A., 2001, pp. 212, L. 15.000

Lauro Galzigna, ordinario di Biochimica nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Padova, è studioso di larghi interessi, e non solo a causa della natura stessa della sua disciplina, che si colloca al confine fra le scienze fisico-chimiche, caratterizzate da una formalizzazione matematica sempre più spinta, e le scienze della vita, considerate anche nei loro aspetti "applicativi" che riguardano la medicina, che è pur sempre, oltre che un sapere scientifico, un'arte. Lauro Galzigna è infatti persona di grande apertura mentale nei riguardi non solo delle aree filosofico-epistemologiche più connesse alla sua disciplina, ma anche della cultura umanistica.

La sua collocazione scientifica ed i suoi interessi culturali lo rendono quindi particolarmente adatto a trattare, con precisione e rigore ma tenendo conto delle esigenze di un pubblico non specialistico, un tema complesso e necessariamente interdisciplinare come quello della mente umana.

Come infatti ben dice nell'introduzione Luigi Pavan (che pure, data la sua specializzazione, è portato a vedere il tema soprattutto con riferimento al profilo psichiatrico): "Benché il presupposto sia biologico, rappresentato dall'attività cerebrale, e la mente abbia origine e si sostenga sulla sua base, per potersi sviluppare e crescere essa ha bisogno di esperienze sia interne che esterne, in modi di tale complessità da richiedere specifiche modalità di approccio e di studio [ ...] . Non è nemmeno possibile ridurla ad una dimensione esclusivamente sociale".

Questo libro di Galzigna si fa apprezzare per la capacità di inquadrare in un contesto unitario le molte considerazioni riguardanti problemi di anatomia e di fisiologia del cervello e del sistema nervoso, riguardanti problemi di storia delle idee a proposito della "mente" e dei suoi rapporti con il corpo ed in particolare con il cervello, riguardanti comportamenti patologici etc. fino ad includere riflessioni di carattere apparentemente divagante ed invece così suggestive come quelle, ad esempio, del capitolo sulla Coscienza del Re in cui si parla del teatro shakespeariano e dei suoi grandi personaggi, come Amleto e Claudio, Lear, Riccardo II o Prospero.

Come si diceva, il volume si rivolge ad un pubblico non specialistico, ma ovviamente ne traggono giovamento anche i molti cultori di uno degli aspetti trattati, sul quale possono avere conoscenze anche approfondite, che però nella maggior parte dei casi devono essere considerati "non specialisti" a proposito degli altri argomenti che il volume sviluppa. Ciò non vuol dire che l'opera sia di "facile lettura" (nel senso deteriore che questa espressione spesso suggerisce) e che non richieda una lettura "attenta". Tutt'altro. L'autore è infatti perfettamente consapevole del fatto che il singolo lettore può non essere preparato a proposito di parecchie delle cose che si dicono, per esempio di quelle concernenti l'anatomia e la fisiologia del cervello, la biochimica dei vari fenomeni o l'intelligenza artificiale (e così via): nulla è dato per noto a priori e tutto è introdotto in modo preciso e rigoroso; al lettore non specialistico, però, questa prima presentazione può non bastare e, quindi, è necessario che nella lettura egli debba ritornare a definizioni già date e ciò è reso particolarmente agevole per il fatto che il volume è dotato, oltre che di un efficace indice analitico (utilissimo per ritrovare dove si sia già parlato di una cosa che, una volta introdotta, è data per nota, ma che il lettore non competente in quel campo può non ricordare e quindi dover rivedere) anche di un dettagliato glossario, che riporta in modo sintetico ma preciso le definizioni di molti dei termini, da qualche punto di vista "specialistici", che vengono impiegati nel testo. Un lettore pigro, che non si serva di questi strumenti per rinfrescare di volta in volta le nozioni già inizialmente introdotte, potrebbe quindi non trarre giovamento dal libro e quindi, quando si è detto che il libro non è "di lettura facile", si è voluto intendere che non è adatto per lettori pigri o superficiali, che sperino di potersi fare un'idea generica di problemi che richiedono invece attenzione ed impegno.

L'opera è articolata in 15 capitoli; dopo l'introduzione viene presentata una sintetica panoramica di come la mente è stata concepita nel pensiero antico ed in quello moderno; si affronta poi il tema del cervello illustrandone struttura e funzioni dal punto di vista macroscopico e microscopico e da quello dell'attività concludendo sulla necessità di una visione olistica per la quale l'organismo va considerato come un tutto. Questi due primi capitoli forniscono un'ottima base per il terzo che, sotto il titolo "I confini della mente", tratta delle concezioni monistiche e dualistiche, delle ipotesi attuali in proposito e del modo di vedere oggi la "irriducibilità", tema che viene ripreso anche nel successivo capitolo quarto, in cui si presentano "teorie della mente" e si discute della dialettica fra "modelli riduttivi" e sostanziale "irriducibilità".

La parte preliminare viene completata dal capitolo su alcuni stati mentali particolari: la mente "nel sonno", "anestetizzata", "alterata", "malata".

Il sesto capitolo, quello già citato sulla "Coscienza del Re", costituisce una sorta di suggestivo intermezzo, cui seguono tre capitoli dedicati alla visione zen, alle prospettive fenomenologiche ed ai contributi allo studio della mente che provengono dalle neuroscienze e dalle ricerche di "intelligenza artificiale" (IA, o AI secondo il più diffuso acronimo dell'espressione inglese).

Altri tre capitoli sono dedicati agli aspetti patologici ed alla problematica ben identificata dal titolo "mente malata/cervello malato" della sezione conclusiva del capitolo 10.

Gli ultimi tre capitoli allargano ulteriormente le prospettive sotto le quali considerare il problema parlando di "Mente, natura, storia", della memoria (della sua biochimica, delle sue patologie e della memoria artificiale) ed infine delle "Menti visionarie" (sciamani ed altri visionari).

Suggestive considerazioni sono svolte infine nel breve "Epilogo".

Ogni capitolo è arricchito da sintetici riferimenti bibliografici mentre alla fine è riportata una bibliografia essenziale (di 24 voci).

Dell'utile Glossario e del dettagliato indice analitico si è già avuto modo di dire.

Un'opera quindi molto valida che, pur nella sostanziale essenzialità (il testo vero e proprio è di poco più di 170 pagine, con numerose ed efficaci illustrazioni), fa efficacemente il punto su un problema di straordinaria complessità ed importanza.

ANTONIO LEPSCHY

Prof. di Controlli Automatici

Facoltà di Ingegneria

Università di Padova

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