BREVE REPLICA ALLA RECENSIONE DI MARCO INGHILLERI
Il meditato commento di Marco Inghilleri merita una risposta con qualche precisazione.
"La mente" è solo un manuale per gli specializzandi in Psichiatria scritto dopo un trentennio di sperimentazione neurobiologica. Dopo l'articolo in "Nature" del 1970 sulla chimica dei neurotrasmettitori centrali e la genesi di composti neurotossici endogeni mi sono infatti occupato di psicofarmaci, anestetici e meccanismi molecolari della memoria. Un'osservazione comune a tutti gli argomenti trattati è stata l'apparente impossibilità di collegare eventi molecolari a risposte comportamentali anche semplici e questo mi ha portato ad una posizione vicina a quelle di Edelman, Damasio, Rose e tutti quelli che considerano l'identitismo come un programma insufficiente a spiegare la natura della mente.
Riconosco senza difficoltà le lacune e le incompletezze della mia trattazione che, vista la destinazione, ho cercato di contenere entro dimensioni molto ridotte.
La mia pratica sperimentale, come quella di tutti gli autori sopra citati, è stata di necessità quella riduzionista, in cui si frammenta l'oggetto di studio in parti sempre più piccole per arrivare a sistemi che diano risposte semplici a domande semplici. Questo è l'unico modo usato fino ad ora per affrontare la complessità biologica in generale e quella neurobiologica in particolare. Un primo problema sorge però al momento della sintesi, quando si cerca di ricostruire, con la conoscenza della struttura/funzione dei componenti il modo di essere del tutto. Un secondo problema, collegato alla "discesa" dimensionale è che già a livello molecolare/atomico l'analisi determinista mostra parecchie inadeguatezze. Se infine l'oggetto di studio è la mente occorre sottolineare, come ho fatto nel mio manuale, che una "mente isolata" non può esistere e il fatto di dover analizzare assieme ordini diversi di fenomeni accresce la complessità dell'oggetto stesso.
E'evidente che nuovi e per ora impensabili strumenti teorici sono necessari per dare delle risposte in questo campo di studio, ma nel frattempo vi è ancora tanto da fare con gli strumenti vecchi (es. riduzionismo). Una possibilità è che procedendo per accumulazione bruta di informazioni si arrivi ad una spiegazione da esse emergente tale da anticipare spiegazioni più complete ottenibili con i nuovi strumenti.
Quello che mi preme comunque di chiarire a questo punto è che, anche se ho considerato argomenti "sospetti" come la letteratura e lo sciamanismo, ho un assoluto rifiuto dell'irrazionalismo e la certezza che le uniche spiegazioni ottenibili stiano nel comportamento della materia che siamo ancora lontani dall'aver compreso appieno.
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