La camaleontica identità dell'essere-psichiatra di Eugenio Borgna PREMESSA Ci sono premesse che condizionano il senso di ogni discorso in psichiatria (e di ogni essere-psichiatra) e che è necessario chiarire nelle loro fondazioni metodologiche. Non c'è psichiatra senza una qualche premessa filosofica, o ideologica, che lo proponga. Se così non fosse, non si capirebbe come ci possa essere, o almeno possa essere prospettata, una psichiatria sociale che diventi socio-iatria o una psichiatria naturalistica che si trasformi in encefalo-iatria. Se si fa della socioiatria, o della encefaloiatria, intese come aree antinomiche e assolutizzate, alle quali sacrificare ogni esperienza, ogni conoscenza e anche ogni utopia della psichiatria, ogni discorso di psicopatologia si esaurisce e si nientifica: in questo caso, cioè, discutere di psicopatologia, di autonomia e di realtà della vita psichica, di soggettività e di intersoggettività, di plasmabilità e di interscambiabilità di esperienze tra chi cura e chi è curato, si fa discorso destituito di fondazioni e perduto in astrazioni e orizzonti di insignificanza. Non solo: il modo di essere-psichiatra, e di fare-psichiatria (l'identità dello psichiatra), cambia di conseguenza. I conflitti delle interpretazioni sulla costituzione epistemologica e sulla natura dell'oggetto (1a vita psichica o la vita biologica) in psichiatria sono, certo, insanabili; ma, al di là di ogni teoria, la psichiatria clinica non può essere negata nella sua realtà e nelle sue articolazioni tematiche, e contestualmente non può essere negata la significazione che in essa assume la psicopatologia come discorso sulle manifestazioni psicopatologiche: sui fenomeni che si muovono nello sfondo della vita psichica considerata, almeno euristicamente come dice Kurt Schneider (1962), come area di esperienza distinta da quella somatica (biologica). Non c'è, dunque, psichiatria clinica senza psicopatologia che la fondi nelle sue articolazioni diagnostiche e sindromiche. Certo, non c'è nemmeno psichiatria clinica senza una impostazione farmacologica (biologica); ma la cosa essenziale è quella di tenere presente che, nell'una e nell'altra psichiatria, si ha a che fare con una diversa immagine della psichiatria e con una diversa immagine dell'essere-psichiatra. |
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