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Dal volume 13 fascicolo 3 2007

 

Riconoscimento e contrasto della violenza in famiglia correlata al consumo di alcol e droghe

La Carta di Reggio Emilia

Premesse

Tenuto conto della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, con particolare attenzione ai seguenti articoli:

Articolo 19

Gli Stati parti adottano ogni misura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo contro ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisiche o mentali, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale, per tutto il tempo in cui è affidato all’uno o all’altro, o a entrambi, i genitori, al suo tutore legale (o tutori legali), oppure a ogni altra persona che abbia il suo affidamento.

Articolo 33

Gli Stati parti adottano ogni adeguata misura, comprese misure legislative, amministrative, sociali ed educative per proteggere i fanciulli contro l’uso illecito di stupefacenti e di sostanze psicotrope, così come definite dalle Convenzioni internazionali pertinenti e per impedire che siano utilizzati fanciulli per la produzione e il traffico illecito di queste sostanze.

Articolo 34

Gli Stati parti si impegnano a proteggere il fanciullo contro ogni forma di sfruttamento sessuale e di violenza sessuale.

Sottolineato che gli obiettivi di una comunità competente possono essere così richiamati:

  • favorire l’empowerment individuale e sociale
  • favorire la coesione sociale, attraverso il potenziamento di fattori di resilienza individuali e sociali che consentano di creare legami interpersonali efficaci
  • tutelare i gruppi più esposti ed a rischio, in particolare i bambini e le donne
  • aumentare la capacità di intercettazione precoce dei fenomeni di disagio derivanti da esperienze di violenza ed abuso
  • fornire interventi appropriati e scientificamente validi

 

Si prende atto che:

- Una vasta mole di ricerca scientifica e di letteratura internazionale evidenzia che la violenza intrafamiliare subita o assistita dai minori può produrre danni allo sviluppo psicofisico del minore, sia a breve sia a lungo termine al punto che rappresenta il principale fattore di rischio evolutivo.

- I figli di genitori consumatori di sostanze con particolare riferimento al consumo di alcol hanno una probabilità di circa tre volte superiore di diventare a loro volta consumatori di sostanze.

- I due fenomeni (consumo di sostanze e violenza intrafamiliare) sono facilmente correlati: ricerche internazionali evidenziano che il 50% degli uomini con problemi alcolcorrelati è violento verso la partner, e che il 70% delle donne con problemi alcolcorrelati dichiara di aver subito violenza domestica (Chase et al. 2003, Down set. Al. 1998, Schumacher et al. 2003). In generale, gli uomini violenti sotto l’effetto di alcol rappresentano non soltanto un esteso sottogruppo di perpetratori di violenza domestica, ma le violenze commesse da loro sono di solito anche più severe (Breclin 2002, Graham 2004, ecc). In queste famiglie vivono anche bambini che subiscono direttamente o indirettamente l’effetto della violenza correlata all’uso di sostanze.

- Ricerche attendibili stimano in circa un milione i minori che vivono in famiglie in cui ci si ubriaca o si consumano droghe.

- La violenza domestica e i problemi alcolcorrelati rappresentano due grandi fattori di rischio evolutivo per i minori.

Si ritiene pertanto necessario:

- porre tra le priorità di politica sociale e sanitaria la protezione dei minori e delle donne dall’abuso fisico, psicologico o sessuale ed in particolare dagli effetti violenti alcol e droghe correlati;

- dare corso ad una forte presenza di attività di sensibilizzazione e di formazione rivolte agli operatori di tutti i servizi sociali, sanitari e di prossimità;

- intercettare il più precocemente possibile ed affrontare in modo appropriato il fenomeno della violenza intrafamiliare verso i bambini e le donne, specificatamente quando si interseca con il consumo di alcol, cocaina e altre sostanze psicoattive.

Si sollecitano le seguenti azioni:

  • collaborazione tra istituzioni pubbliche e del privato sociale, magistratura, forze dell’ordine, associazioni, servizi sociali, servizi sanitari, strutture ospedaliere, medici e pediatri di famiglia, servizi per le dipendenze patologiche, servizi di salute mentale e di neuropsichiatria infantile, con la creazione di specifici tavoli di coordinamento e di monitoraggio del fenomeno che definiscano gli obiettivi generali e specifici nonché le linee di indirizzo nazionali, regionali, provinciali e distrettuali;

  • costruzione di team specialistiche multidisciplinari che permettano di affrontare le situazioni di abuso intrafamiliare in modo tempestivo e a 360 gradi, con l’impiego di risorse e competenze provenienti dalla diverse discipline;

 

  • formazione congiunta e aggiornamento continuo, al passo con i dati emergenti dalla ricerca scientifica e dalla letteratura;
  • diffusione di una cultura basata sull’empowerment individuale e di comunità, sullo sviluppo dei fattori di resilienza, sulla sensibilizzazione della popolazione e dell’opinione pubblica, anche attraverso i mass media;

  • sviluppo della ricerca scientifica, allo scopo di raccogliere dati, monitorare il fenomeno, valutare l’impatto degli interventi, individuare le nuove aree di bisogno e trovare nuove strategie di fronteggiamento;

 

  • costruzione e mantenimento di network nazionali e internazionali che permettano di aprirsi ad esperienze diverse e di trarne valido supporto e aiuto;

  • sensibilizzazione degli amministratori e dei decisori politici, allo scopo di promuovere una legislazione che maggiormente tuteli e protegga il bambino e la donna anche nell’ambiente familiare.

 

Sottoscritto da ENCARE Chalvi e Tavim Gruppi esperti europei

Reggio Emilia 20.11.2007

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