Obiettivi: valutare lefficacia degli interventi comportamentali brevi che fanno riferimento alle tecniche e ai principi del Colloquio Motivazionale (CM) applicati in quattro campi comportamentali: abuso di sostanze, fumo, rischio di HIV e dieta/esercizio fisico.
Disegno: abbiamo condotto una revisione sistematica di 29 prove randomizzate su interventi di CM.
Sono stati estratti e tabulati i dati sulla qualità metodologica. Per ogni studio sono stati calcolati i risultati dei cambiamenti di comportamento tra i gruppi e gli intervalli di confidenza.
Risultati: a seconda della durata degli interventi che variava, dei comportamenti problematici considerati, del setting, del background e del livello di formazione degli intervistatori, gli esiti non sono stati combinati metanaliticamente. Il 60% dei 29 studi ha rilevato almeno un risultato di cambiamento comportamentale significativo. Non si è riscontrata alcuna associazione nei diversi studi tra la durata del periodo del follow up e la grandezza del risultato. Si è ottenuta una sostanziale prova dellefficacia del CM nel trattamento dellabuso di sostanze quando viene utilizzato da clinici che non sono specialisti del trattamento dellabuso di sostanze, in particolare quando deve essere rafforzata la motivazione e lingaggio ad entrare in uno dei trattamenti usuali. I dati sono risultati inadeguati per giudicare lefficacia del CM negli altri campi. Sono state approfondite le interazioni tra trattamento e caratteristiche del paziente; i risultati disordinati ed inconsistenti non hanno rivelato molto circa i meccanismi tramite i quali il CM funziona e per i quali agisce nel miglior modo.
Conclusioni: i ricercatori dovrebbe svolgere uno studio sul CM, utilizzato per i comportamenti a rischio, oltre a quello dellabuso di sostanze, per determinare più efficacemente come funziona negli altri campi dindagine oltre a quello dellabuso di sostanze, e per i quali è più indicato, mentre analizzano sia le interazioni che le componenti teoriche del CM.
ABSTRACT
Aims. To examine the effectiveness of brief behavioral interventions adapting the principles and techniques of Motivational Interviewing (MI) to four behavioral domains: substance abuse, smoking, HIV risk and diet/exercise.
Design. We conducted a systematic review of 29 randomized trials of MI interventions. Data on methodological quality were extracted and tabulated. Between-group behavior change effect sizes and confidence intervals were calculated for each study.
Findings. Due to varying intervention time lengths, targeted problem behaviors, settings and interventionists' backgrounds and skill levels, outcomes were not combined meta-analytically. Sixty per cent of the 29 studies yielded at least one significant behavior change effect size. No significant association between length of follow-up time and magnitude of effect sizes was found across studies. There was substantial evidence that MI is an effective substance abuse intervention method when used by clinicians who are non-specialists in substance abuse treatment, particularly when enhancing entry to and engagement in more intensive substance abuse treatment treatment-as-usual. Data were inadequate to judge the effect of MI in the other domains. Client attribute-treatment interactions were understudied and the sparse and inconsistent findings revealed little about the mechanism by which MI works or for whom it works best.
Conclusion. To determine more effectively how well MI works in domains other than substance abuse and for whom it works best in all domains, researchers should study MI with risk behaviors other than substance abuse, while examining both interactions and the theoretical components of MI.
In Personalità/Dipendenze, Vol. 9, Fascicolo II, ottobre 2003, Mucchi Editore, Modena; p. 213-225