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PSICOFARMACI E GUIDA - REVIEW

G.P. Guaraldi*, D. Bonetti**, I. Galliani**, G. Gibertoni***, M. Venuta*

Il presente lavoro è attribuibile in parti uguali agli autori

* Cl. Psich., Università di Modena

** Istit. Med. Legale, Univ. di Modena

*** AUSL Modena; collab. Clin. Psich., Univ. di Modena.

 

 

 

 

INTRODUZIONE

Problematiche metodologiche

METODI DI RICERCA

Benzodiazepine

Neurolettici

Antidepressivi

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA

Antidepressivi

È noto da tempo che i farmaci antidepressivi triciclici, presentando una serie di effetti collaterali, possono provocare anche effetti negativi sulle capacità di guida. Meno problematiche negative sarebbero invece attribuibili agli IMAO. Comunque dopo l’introduzione nella pratica clinica degli antidepressivi di seconda generazione, ed ancor più dopo quella degli inibitori selettivi del rilascio di serotonina (SSRI), fino ai più recenti SNRI (es. venlafaxina), RIMA (es. moclobemide) e NaSSA (es. mirtazapina), si è manifestato un grosso interesse nei confronti delle differenze cliniche fra le varie classi di antidepressivi.

Recentemente, perciò, sono stati pubblicati molti studi, che pur condividendo le critiche metodologiche evidenziate in precedenza, hanno fatto luce sugli effetti collaterali di molti farmaci, ma anche sulla loro tossicità "comportamentale"; ciò ha reso possibile definire quanto certi psicofarmaci danneggiano le performance e le abilità psicomotorie (21).

I disegni sperimentali hanno usato in gran parte i test descritti nei paragrafi precedenti (vedi metodi di ricerca).

Risultati. È di rilevanza epidemiologica il fatto che soprattutto nei pazienti anziani (età maggiore di 65 anni) trattati con AD triciclici (amitriptilina) vi sia un rischio di incidenti automobilistici maggiore di sei volte rispetto ai pari età non trattati; inoltre essi sembrerebbero avere effetti severi sulle performances di guida, provocando sonnolenza, astenia, calo della concentrazione; infine tali farmaci potenzierebbero il peggioramento delle performances indotto da etanolo, oxazepam, aloperidolo. Tali effetti (17) diminuiscono dopo circa una settimana di trattamento (34). Oltre all’amitriptilina, sono state studiate altre sostanze appartenenti alla categoria dei triciclici come imipramina, desipramina, dotiepina (35) con le quali è sempre stato riportato un peggioramento delle performances, spiccata sedazione ed aumentati livelli di rischio (6). Altri studi indicano che gli AD triciclici, compresa la doxepina, peggiorano l’attenzione ed il coordinamento motorio nei pazienti depressi, specie nelle prime due settimane di trattamento (13).

Questo tipo di dato negativo riguarda anche antidepressivi di II generazione come trazodone e mianserina (21). In particolare la somministrazione di mianserina (20 mg), trazodone (50 mg), sia senza che con dosi "socialmente permesse" di alcool, ha evidenziato effetti negativi sulle performance psicomotorie, ed un aumento della sedazione, specie nei pazienti anziani (15), con un picco dopo 1,5-4 ore, o tra le 2 e 5 ore dopo la somministrazione (16). La mianserina, inoltre, diminuisce anche i livelli di allerta ed aumenta la durata del sonno (36); inoltre gli effetti negativi non si dissipano dopo otto giorni (34). Un peggioramento meno sensibile sembra attribuibile alla viloxazina (50 mg) (6).

I dati relativi alla categoria degli SSRI sembrano profondamente diversi. La loro capacità di intensificare la trasmissione serotoninergica, inibendo l’uptake della 5HT, e di indurre down regulation dei recettori adrenergici, con minima attività su dopamina e noradrenalina e senza attività anticolinergica, sembra indurre pochi o nessun effetto sulla maggior parte delle variabili esaminate nei test psicomotori. Sembra che addirittura migliorino la capacità di processare l’informazione nell’anziano (21). La paroxetina a 20 mg non provoca effetti psicomotori avversi; a 30 mg, pur non riscontrandosi effetti clinici di rilievo, si nota un aumento della dimensione media pupillare per probabile azione farmacologica diretta sui neuroni innervanti l’occhio (15); a 40 mg compare evidente sonnolenza, astenia, nausea, anche se di grado minore che con amitriptilina, e con effetto dose dipendente (17). Inoltre la paroxetina sembra avere un seppur lieve effetto antagonista sulla sedazione indotta da alcool, anche se si verifica un aumento dei tempi di reazione dopo 1,5-4 ore (15). Tale effetto sostanzialmente "neutro" si riscontra sia dopo un giorno di cura che dopo 14 giorni, quando cioè si è raggiunta l’azione terapeutica (21). Altri studi hanno dimostrato che anche fluoxetina e sertralina non hanno rilevanti effetti sulle funzioni senso motorie e che inoltre possono in un certo modo "antagonizzare" alcuni effetti centrali dell’alcool (performance psicomotorie ed oculomotorie); alcuni test mostravano, infatti, prestazioni migliori con alcool ed SSRI che con alcool e placebo (13). Dati simili sono stati ottenuti anche con la zimaldina (16).

Anche gli inibitori delle MAO sembrano essere farmaci sicuri per i guidatori (10), non possedendo rilevanti proprietà sedative (36), e non procurando peggioramenti delle capacità di guida. In particolare la moclobemide non altera i parametri del sonno, lascia praticamente intatte le performance di guida e non interferisce sui parametri psicomotori e cognitivi (34).

Infine, per quel che riguarda il litio, sembra che non influisca in alcun modo sulle capacità di guida, mentre la carbamazepina, utilizzata anche nelle s. bipolari, può provocare vertigini e sonnolenza (4).

Conclusioni. Tali risultati portano alla conclusione che, mentre gli antidepressivi triciclici danneggiano le performance di guida, questo non accade con gli SSRI e gli IMAO.

La patologia depressiva provoca nei pazienti una diminuzione del livello di abilità psicomotorie ma con l’uso di AD triciclici si nota un ulteriore abbassamento del livello di prestazione nella guida, specialmente negli anziani, per i quali il rischio di incidenti stradali diviene massimo.

L’uso degli SSRI nei pazienti depressi sembra invece ridurre questo deficit psicomotorio e portare, nel giro di una settimana, ad un miglioramento delle performances di guida. Inoltre gli SSRI risultano essere meno tossici degli AD triciclici in caso di overdose. Molti studi condotti recentemente sembrano giustificare l’introduzione di questi farmaci nella pratica clinica al fine di ridurre il rischio di incidenti stradali.



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