PSICOFARMACI E GUIDA - REVIEW G.P. Guaraldi*, D. Bonetti**, I. Galliani**, G. Gibertoni***, M. Venuta* Il presente lavoro è attribuibile in parti uguali agli autori * Cl. Psich., Università di Modena ** Istit. Med. Legale, Univ. di Modena *** AUSL Modena; collab. Clin. Psich., Univ. di Modena.
Conclusioni - È sconsigliabile la guida soprattutto nel primo periodo di trattamento, allorché le alterazioni psicodinamiche sono più conclamate; in seguito gli effetti saranno più stabilizzati. - Particolare raccomandazione è da porre poi in caso di guida in autostrada, più monotona e meno stimolante la vigilanza rispetto alla guida in città (25). - Il medico non dovrebbe solo informare il paziente dei possibili effetti collaterali, non sempre avvertibili soggettivamente, ma anche controllare periodicamente il soggetto per evidenziare le eventuali alterazioni. - Il conducente in trattamento dovrebbe seguire la terapia prescritta regolarmente evitando variazioni posologiche ed associazioni. - Anche lievi modificazioni cognitivo-muscolari possono, in alcuni casi, ridurre notevolmente la capacità di guida. - Ricordare che anche farmaci appartenenti alla medesima categoria farmacologica possono esercitare influenze differenti sulla guida (27). - Impostare la terapia in modo da ridurre il pericolo che il paziente guidi sotto leffetto massimo dei farmaci prescritti (dosi, emivita, prescrizione serale, ecc.). - Andrebbe consigliata la completa astensione dalle bevande alcoliche, anche nel corso dei pasti. - È stato riscontrato che una certa alterazione soggettiva della vigilanza precede la reale modificazione oggettiva e sperimentabile, fungendo da "campanello dallarme" di cui il soggetto deve essere allertato di tenerne conto: tale alterazione soggettiva precoce viene però abolita dalluso contemporaneo di alcool (25).
© POL.it 2000 All Rights Reserved |