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POSSIBILE RUOLO DELL'OSSITOCINA NELL'ETIOPATOGENESI DEL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO

D. Marazziti, A. Gemignani, A. Milanfranchi, C. Pfanner, S. Presta, G.B.Cassano

Istituto di Psichiatria, Università degli Studi di Pisa

CARATTERISTICHE BIOCHIMICHE DELL'OSSITOCINA
NEUROANATOMIA E NEUROFISIOLOGIA
EFFETTI COMPORTAMENTALI DELLA SOMMINISTRAZIONE CENTRALE DI OSSITOCINA
COINVOLGIMENTO DELL'OSSITOCINA NELLA PATOGENESI DI ALCUNI SOTTOTIPI DI DOC
CORRELAZIONE TRA SOTTOTIPI DI DOC E LIVELLI CENTRALI DI OT
BIBLIOGRAFIA

CARATTERISTICHE BIOCHIMICHE DELL'OSSITOCINA

L'OT è un nonapeptide ciclico con due residui di cisteina in posizione 1 e 6 a formare un ponte disolfuro:

H-Cys-Tyr-Ile-Glu-Asn-Cys-Pro-Len-Gly-NH2

Sia l'OT che la sua proteina-vettore, una neurofisina (OT-NP), derivano da un precursore polipeptidico più grande per effetto di attività enzimatiche di natura endoproteasica (Land e coll., 1983). La produzione di una forma di OT stabile, ma di maggiori dimensioni, è stata ipotizzata anche durante la vita fetale (Alstein e Gainer, 1988). Sono note le vie cataboliche dell'OT: il peptide viene inattivato tramite un processo di acetilazione (Smyth e col., 1967), mentre una specifica aminopeptidasi è in grado di dare luogo a metaboliti attivi di maggiore potenza (Burbach e coll., 1983). Nell'uomo il gene che codifica l'OT è situato sul cromosoma 20 (Riddell e coll., 1985) ed è strettamente collegato al gene per l'arginina-vasopressina (AVP): i due loci risultano separati da un intervallo di appena 9 kb, e, curiosamente, sono posizionati in opposte direzioni transcrizionali. Gli elementi che regolano l'espressione genica all'estremità 5' non sono ancora stati completamente caratterizzati (Grainer e Wray, 1992), ma sembrano includere strutture dei membri della superfamiglia recettoriale degli steroidi (Adan e coll., 1993; Burbach e coll., 1992).

Al momento è stato isolato un solo gene per il recettore per l'OT (Kimura e coll., 1992): esso codifica un polipeptide di 388 aminoacidi dotato di sette domini transmembrana tipici di un recettore accoppiato ad una proteina-G, ma è verosimile ipotizzare l'individuazione di altri geni in grado di codificare altri tipi recettoriali (De Wied e coll., 1993).


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