POSSIBILE RUOLO DELL'OSSITOCINA NELL'ETIOPATOGENESI DEL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO D. Marazziti, A. Gemignani, A. Milanfranchi, C. Pfanner, S. Presta, G.B.Cassano Istituto di Psichiatria, Università degli Studi di Pisa CARATTERISTICHE BIOCHIMICHE DELL'OSSITOCINANEUROANATOMIA E NEUROFISIOLOGIA EFFETTI COMPORTAMENTALI DELLA SOMMINISTRAZIONE CENTRALE DI OSSITOCINA COINVOLGIMENTO DELL'OSSITOCINA NELLA PATOGENESI DI ALCUNI SOTTOTIPI DI DOC CORRELAZIONE TRA SOTTOTIPI DI DOC E LIVELLI CENTRALI DI OT BIBLIOGRAFIA CORRELAZIONE TRA SOTTOTIPI DI DOC E LIVELLI CENTRALI DI OT E possibile ipotizzare uninfluenza dellOT e dei sistemi ad essa correlati in alcune espressioni sintomatologiche del DOC (Leckman e coll., 1994). I caratteri del DOC appaiono analoghi alle manifestazioni comportamentali evocate dalla somministrazione centrale di OT. In soggetti sessualmente maturi e vulnerabili, lesposizione alla situazione scatenante (o la comparsa spontanea di ideazione ossessiva non patologica) potrebbe determinare il rilascio di OT in centri limbici e autonomici. Lazione dellOT in queste aree potrebbe intensificare e prolungare lideazione ossessiva. A causa dellesistenza in alcune condizioni fisiologiche di un meccanismo di feedback positivo, lincrezione di OT potrebbe generare la comparsa di potenziali dazione sincroni che a loro volta determinerebbero laumento dellincrezione stessa (Freund-Mercier e Richard, 1984; Hastings, 1991; Lincoln e coll., 1985). Funzionando lipotalamo come "generatore dimpulsi" diretti alle aree limbiche, il soggetto esperirebbe "preoccupazioni" frequenti, intense ed intrusive, così come "impulsi sessuali" (e talora aggressivi) (vedi oltre). Il disagio connesso con tali preoccupazioni e laumento dei livelli centrali di OT potrebbero risultare connessi con linsorgenza delle manifestazioni compulsive, in particolare i rituali di pulizia e di controllo. Lesecuzione di questi rituali ridurrebbe quindi il disagio e "desensibilizzerebbe" il sistema (Leckman e coll., 1994). Questa ipotesi è in parte un ampliamento della teoria dellanxiety reduction del DOC postulata da Dollard e Miller (1950). La teoria individua nei pensieri ossessivi lorigine dellansia responsabile delle compulsioni o dei rituali con rinforzo negativo per la riduzione del disagio che essi producono (Peterson e coll., 1992). Tale teoria è sostenuta dallevidenza empirica di una significativa riduzione, conseguente alla compulsione, del disagio soggettivo durante lesposizione a situazioni stimolo (Hodgson e Rachman, 1972; Rachman e coll., 1976; Rachman e Hodgson, 1980; Roper e Rachman, 1976; Roper e coll., 1973). Questa, concorda anche con la teoria biprocessuale di Miller e Mowrer dellevitamento appreso (Miller,1969; Mineka, 1985; Mowrer, 1960; Teasdale, 1974). In riferimento alla precedente teoria, è ipotizzabile che fibre OTergiche iperattive a proiezione limbica intensifichino e protraggano i normali pensieri ossessivi inducendo significativi livelli di disagio ed ansia e la necessità di eseguire condotte di evitamento. Questa ipotesi concerne il mantenimento e la persistenza del DOC più che il meccanismo dinsorgenza. Nonostante Rachman e Hodgson (1980) rilevino che, in molti casi, manca una modalità dapprendimento traumatica specifica, indiscutibili eventi stressanti (inclusi gli abusi sessuali) sono stati individuati come fattori precipitanti (Kringlen, 1965; Pollitt, 1957). In questi casi, lesperienza traumatica può servire a stabilizzare lipotizzata iperattività delle proiezioni ipotalamiche (Ivanyi e coll., 1991). In particolari situazioni o schemi comportamentali, il sistema OTergico può risultare già basalmente iperfunzionante (durante il corteggiamento, la gravidanza, il parto, lallattamento), cosicché il DOC può essere interpretato come unesasperazione di comportamenti ossessivi non patologici associati a preoccupazioni ossessive di comune riscontro e condotte di evitamento osservate durante questi periodi. Un esame accurato di questa linea di pensiero comporterebbe anche la considerazione del ruolo di un trauma emotivo (attuale od in anamnesi) occorso in periodi di particolare vulnerabilità (Capstick e Seldrup, 1977; van der Kolk e van der Hart, 1989) e del ruolo dellOT nel mediare lautostimolazione od altri comportamenti (Ibragimov e coll., 1987; Kovacs e coll., 1985; van Ree e col., 1987). Gli specifici siti neuroanatomici sui quali potrebbe essere diretto linput OTergico non sono stati individuati con precisione, ma potrebbero includere la porzione centrale dellamigdala, il NBST, larea del setto, lippocampo, il nucleo accumbens, larea tegmentale ventrale, la pars compacta della sostanza nera, il locus coeruleus, e probabilmente anche lACA (se a questo livello fosse dimostrata uninappropriata espressione dei recettori OTergici nel DOC). Alcuni caratteri della storia naturale del DOC sembrano confermare questa ipotesi. Certe particolari espressioni del disturbo si verificano solo durante o subito dopo lepoca puberale. Questo è comprensibile in relazione allincrezione steroidea necessaria per liniziazione dei comportamenti sessuali e materni mediati dallOT. Anche il maggior rischio di esordio o esacerbazione del DOC durante il periodo puberale ed il post-partum può essere legato allincrezione steroidea. I cambiamenti di sede e densità delle proiezioni e dei sistemi trasmettitoriali OTergici che si verificano nel corso dello sviluppo potrebbero anche essere coinvolti nella genesi dei primi comportamenti OC non patologici che si osservano durante linfanzia. Un importante corollario di questo modello consiste nel fatto che i comportamenti osservati nel DOC sono conservati da un punto di vista evolutivo e fanno parte del normale repertorio comportamentale associato con linstaurarsi dei legami interpersonali o dei gruppi. La corretta iniziazione durante lo sviluppo di tali comportamenti (probabilmente avviati dalle stesse strutture coinvolte nelletiopatogenesi del DOC) potrebbe facilitare la formazione di legami interpersonali duraturi, mentre la loro eccessiva espressione o una loro alterata attivazione potrebbe condurre ad un DOC. Questo modello sembra confermare anche i successi ottenuti con terapie comportamentali come le tecniche di esposizione e di prevenzione della risposta nel ridurre il disagio associato alle preoccupazioni ossessive (o lesposizione a situazioni scatenanti) e nellaccelerare la scomparsa delle compulsioni (Æ o dellevitamento fobico) (Mineka, 1985). Se confermato, il rilievo di un marcato incremento delle concentrazioni liquorali di OT in un sottotipo di DOC potrebbe aprire un nuovo capitolo nella comprensione del substrato neurobiologico alla base di questa malattia, ed anche dei tratti ossessivi temperamentali che potrebbero, in qualche modo, partecipare allo sviluppo successivo del disturbo. © POL.it 2000 All Rights Reserved |