IL RICONOSCIMENTO DEI DISTURBI EMOTIVI NELLA MEDICINA DI BASE:IL RUOLO DELLA COMUNICAZIONE MEDICO-PAZIENTE Anna Saltini Servizio di Psicologia Medica Istituto di Psichiatria Uinversità di Verona - Ospedale Policlinico INTRODUZIONEL'INTERLOCUTORE DEL MEDICO DI BASE L'APPROCCIO AL PAZIENTE E ALLA MALATTIA L'INTERVISTA MEDICA IL MEDICO DI BASE E L'IDENTIFICAZIONE DEI DISTURBI EMOTIVI: EVIDENZE DEL RUOLO DELL'INTERVISTA MEDICA LA FORMAZIONE DEL MEDICO DI BASE. QUALI BENEFICI? CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA
Conclusioni Gli studi condotti nell'ambito della medicina di base relativamente alla comunicazione medico-paziente ed allo stile di intervista adottato dal medico, hanno messo in evidenza come un approccio centrato sul paziente rappresenti un aspetto essenziale della pratica clinica. Un approccio centrato sul paziente condiziona infatti positivamente non soltanto il riconoscimento dei disturbi emotivi ma anche la qualità della pratica clinica quotidiana; esso consente inoltre di limitare gli effetti prodotti da un approccio esclusivamente biomedico, che, come si è visto, interferisce pesantemente con la possibilità di evidenziare i segni della presenza di un disturbo emotivo, qualora esso sia presente, in particolare in un setting non specialistico. Questi studi rappresentano per altro un'analisi degli "incidenti critici" relativamente all'intervista medica. Attraverso l'identificazione delle lacune a livello della pratica, sono state messe in evidenza competenze, corrispondenti a specifici compiti professionali, alle quali occorre rivolgere una particolare attenzione per la definizione degli obiettivi didattici propri della formazione del medico. Occorre ricordare che per formazione non si intende qui un sinonimo di insegnamento. Con insegnamento si intende infatti la trasmissione di conoscenze generali o specifiche, mentre l'obiettivo della formazione è principalmente quello di far acquisire competenze precise, previste sulla base di evidenze empiriche ed adeguatamente pianificate in un iter formativo. La formazione si fonda dunque sull'analisi dei bisogni professionali, deve essere organizzata in funzione della definizione delle priorità e degli obiettivi e deve adeguarsi alla realtà della pratica clinica. Accanto al miglioramento dell'accuratezza della formulazione della diagnosi, per la quale strumenti recentemente sviluppati, come ad esempio il PRIME-MD (Spitzer et al., 1994), possono costituire un utile supporto per il medico per valutare ed identificare, da un punto di vista strettamente diagnostico, i sintomi lamentati dal paziente, il miglioramento della comunicazione con il paziente rappresenta un obiettivo preliminare dal quale tutt'oggi non è più possibile prescindere. Come ha sostenuto Tansella (1995) "chi crede oggi di poter eludere il punto focale della comunicazione con il paziente, non solo nella pratica clinica, ma anche nella ricerca ed in particolare negli studi che hanno l'obiettivo di valutare e migliorare il riconoscimento dei disturbi emotivi nella medicina di base, andando alla ricerca di "scorciatoie", si mette di fatto su una strada sbagliata". Ringraziamenti Ringrazio la Prof.ssa Christa Zimmermann Tansella per i suggerimenti forniti e per la revisione del manoscritto. © POL.it 2000 All Rights Reserved |