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titolo ELZEVIRO

Pornobabyfuck

There is nothing good or bad, but thinking makes it so (Hamlet, II, 2, 259)

Con questo titolo, miei cari, raggiungerò il vertice degli hits, a giudicare dalle precedenti statistiche e dalle preferenze di chi va in rete con intenti né commendevoli né sani. Mi viene in mente l'opera del Patrizio Veneto Aurelio Foscari che, in tempi grigi e goliardici, si divertì a cambiare le consonanti di molte indicazioni toponomastiche veneziane ("ninzioleti") divenendo così "Calle del Forno" "Calle del "Porno" e "Ponte degli Incurabili".. …..lo lascio immaginare a voi. Scrisse poi, il Conte Foscari, in termini anonimi, quel piccolo manuale " Venexia contada da un granzo" (Venezia raccontata da un granchio), Filippi Editore, 1994, Venezia. Manuale non molto diffuso, ma importante per la città, in quanto contiene preziose anticipazioni. Poi venne Cacciari : e fu subito sera.

Ma non è il mio scopo quello di aumentare gli hits a POL.it, ne abbiamo già tanti. Mi accontento dei miei due-tre lettori (ho scoperto che anche i redattori di POL.it non spasimano per le mie parole in libertà, disdegnando l'elzeviro che "Ridendo castigat mores" (Jean Sauteuil), ma Orazio diceva "Ridentem dicere verum).

Il tema è quello della pedofilia. E' la più comune delle parafilie. Non mi direte che non sia cogente di questi tempi.

Da molti anni mi sono occupato, dapprima quasi esclusivamente come medico legale, del tema. Dieci anni fa la pedofilia, vera od attribuita, era vista nelle cause, soprattutto tra coniugi in via di separazione.L'imputato era quasi sempre il marito. Ogni tanto si vedeva anche qualche vecchietto, che, atrofizzati i lobi frontali, mostrava una soverchia inclinazione verso fanciulli e fanciulle. In questo senso, si esprimeva anche il Pellegrini nella sua "Sessuologia".

Vi era già qualcosa di perturbante, unheimlich per dirla alla Freud. Telefonai a Maria Rosa Dalla Costa, nota femminista di Padova e studiosa egregia dei problemi sociali : volevo saperne di più.

Maria Rosa - l'avevo conosciuta negli anni di piombo a Padova - fu molto esauriente e mi spiegò che il fenomeno era enormemente diffuso con riduzione in schiavitù e sfruttamento dei minori su scala industriale. Rimasi sbigottito e, confesso, incredulo. Maria Rosa mi disse di telefonare al deputato Giovanna Melandri (1962) ed io, intimidito e dal titolo di onorevole e dall'aspetto assai piacente della Melandri, dopo un paio di telefonate alla segreteria del suo gruppo a Montecitorio, desistei.

Rimasi dell'opinione, che, al fondo, Maria Rosa Dalla Costa avesse esagerato e fosse entrata nella "dinamica del complotto", quella stessa che sostiene come nell'uso di droga vi sia un piano mondiale, ben organizzato e ben architettato, per distogliere i giovani dall'attività politica e dall'impegno sociale.

Accadde, insomma, esattamente la stessa cosa di quando, vent'anni fa, avendo avuto in cura la pretestuosa amante .di un famoso e ballonzollante personaggio, dal capello, allora, lungo e untuoso, mi sentii raccontare quelle cose che, poi, vidi ne "Il portaborse". Decisi che la signorina aveva un Disturbo di Personalità e che confabulava in un deliroide. Anche perché il personaggio dal capello untuoso lo conoscevo bene non solo personalmente, ma pure attraverso relazioni familiari che risalivano ai nostri genitori.

Come vedete il mestiere dello psichiatra espone a molti sbagli, dacché si prendono per sani individui del tutto fuori (vi lascio immaginare quando si tratti di Colleghi medici) e per matti coloro che dicono la verità. Ne hic de Dominico loquatur.

Ora è esploso il fenomeno pedofilia, si è scoperto che esistevano non solo individui isolati e singoli, ma addirittura organizzazioni internazionali e che queste organizzazioni agivano anche tramite l'I-Net. La ricerca con Yahoo vi dà 2675 siti su "pedophilia" .Più modesta e più seria, limitata ai titoli italiani, la ricerca ("pedofilia") effettuata su Lycos che dà solo 547 links.

Gene Abel e Candice Osborn , sono, a mio avviso tra gli psichiatri coloro che hanno studiato più a fondo questo fenomeno, ma una rapida indagine sulla letteratura psichiatrica statunitenrse a partire dal 1992 mi ha permesso di trovare solo quattro citazioni, di cui la più interessante era quella di un lavoro che, finalmente, diceva come lo psichiatra si interessasse troppo poco della vita sessuale dei pazienti : a chi di voi abbia avuto l'avventura di trovarsi alle prese con qualche soggetto degli U.S.A. consiglio vivamente la lettura di : "A Review of Sexual Behavior in the United States "di Stuart N. Seidman, M.D., and Ronald O. Rieder, M.D. sull' American Journal of Psychiatry del 1994 (Marzo).

L'italica sensibilizzazione al problema non apre grandi spiragli, il "Forum on line" offre interventi e scritte da gabinetto pubblico ed è appannaggio o di cuori innocenti o di sporcaccioni da caserma. Tra tutte da segnalare le risposte alla Laure (pseudonimo di un'amante di Georges Bataille, tale Colette Peignot, che, sotto l'egida della cultura, scrisse delle surreali maialate) di tale Jessica Rossano (certamente un uomo) la cui fantasia, limitatissima, vorrebbe, ma non può, affondare nella perversione.

La pedofilia è molto comune, lo è stata dalla notte dei tempi. Alcuni la confondono con la pederastia, altri ancora, pensate!!, con l'omosessualità.

Niente da fare, il pedofilo è colui che ama i fanciulli e le fanciulle, il pederasta il maschio che ama gli adolescenti maschi, l'omosessuale colui che ama persone del suo stesso sesso.

Le categorie possono embricarsi, ma la "pedofilia", come tale, non attinge né alla pederastia né all'omosessualità.

La pedofilia è la parafilia più comune e consiste nel molestare (notate bene : compiere o subire atti sessuali) la vittima.La "molestia" è prevalentemente di tipo voyeuristico nelle femmine, mentre nei maschi è molto più frequente il toccamento. Circa il 20 % delle femmine ed il 10 % dei maschi odierni hanno sperimentato, secondo gli Autori Americani, attenzioni di pedofili.

La cosa è contemporaneamente patologia mentale e - contraddizione insanabile - reato dacché la terminologia psichiatrica non coincide con le definizioni di legge. Il reato è perseguibile d'ufficio ed è sanzionato con pene gravissime dalla recente Legge n. 66 del 15 Febbraio 1996 : da cinque a dieci anni se la vittima ha più di quattordici anni, da sei a dodici anni se ha meno di quattordici anni.

Ma, si dirà, la pedofilia, è un "reato" storico. Leonardo Da Vinci, non ultimo tra gli intelletti umani, aveva Sarai', un ragazzino che, cresciuto, gli dette più di qualche dispiacere, finendo ammazzato a Roma. E, ai nostri tempi, fu condannato il premio Nobel D.Gajdusek, che la praticava su larga scala. Ai tempi di Leonardo, ricordiamolo per focalizzare bene i termini della questione, si praticava la tortura nei Tribunali, da allora la civiltà è cambiata. La pedofilia è presente in varie età della storia ed ha a che fare anche con il funzionamento della psiche umana e fu spesso essa associata con altre perversioni (sadismo, masochismo). Essa fu studiata con sistematicità e teutonica acribia da Willhart Schlegel che pubblicò "Gli Istinti Sessuali dell'Uomo" (1962-1966), ma era già stata preceduta, letterariamente, dal romanzo del massimo scrittore russo del nostro secolo, quel Vladìmir Nabòkov, che, con "Lolita" (1955) fece, contemporaneamente, la più feroce satira degli Stati Uniti che io abbia mai letto e affondò il coltello nella piaga della modernizzazione : l'uomo, nella società moderna avanzata, preferisce in modo oramai patente l'età infantile alle donne, che rivendicano un ruolo diverso da quello loro affidato, storicamente, dalla delega sociale. Franca Ongaro Basaglia ha scritto, su questo, un illuminante articolo alla voce "Donna" dell'Enciclopedia Einaudi

Vedete dove voglio arrivare. La psiche umana è modellata dal sociale e dal nostro divenire.

Chi ha letto quel best seller che mi fu consigliato da Cesare Maffei una sera d'Agosto dello scorso anno, "L'alienista" di Caleb Carr ? Leggetelo, e vedrete come la pedofilia assume, all'inizio del secolo a New York, connotati di organizzazione malavitosa , come lo è diventata ai giorni nostri, in una società iperstrutturata (non dico capitalista, perché questo non è vero, semplicemente strutturata in classi).

Inutile raccontarci che essa esisteva anche prima, lo sappiamo : ma, prima, era un fenomeno che affiorava sotto la repressione della morale e si mimetizzava sotto varie forme arrivando raramente a conoscenza dell'opinione pubblica. La morale era diversa, la sensibilità verso l'infanzia molto corriva. Tutti casi di pedofilia che sono riuscito a trovare negli ultimi cinquant'anni erano casi arrivati non allo psichiatra, ma al Perito, in Tribunale.

Ora la pedofilia assume, secondo alcuni, dimensioni internazionali di industria. Da qui il rigore della Legge. L'autorevole "Der Spiegel", peraltro (Luglio 1998), lo nega. Ma essa è un argomento assai scomodo perché, al di là delle esternazioni di critica e di sdegno, lo studio della pedofilia non offre ancora spiegazioni univoche e soddisfacenti, essendo essa legata a fattori molto diversi : perversità come vizio, perversione come malattia, attività sostitutiva, alba dello sviluppo sessuale quando fatta tra minori, indebolimento dei poteri di critica nell'anziano.

E, molto spesso, noto che la pedofilia è semplicemente un'accusa letale nelle mani di madri paranoiche o assume valore di accusa isterica del gruppo sul capro espiatorio (famosiequelle delle scolarette sui maestri).

Lo psichiatra risente della mancanza di spiegazioni soddisfacenti e dell'ambivalenza della legge e la definizione di pedofilia, come reato e come malattia, lo mette in una impasse penosa e pensosa. Dice Margison (Current Opinions in Psychiatry, 1997) che è ancora poco chiaro se le parafilie siano vere malattie o dipendano dalle visioni sociali del fenomeno. Quando vengono i pedofili alla loro attenzione gli psichiatri debbono rivolgere la loro attenzione più al trattamento del pedofilo, che la visione più corrente vede affetto da un Disturbo di Personalità, che a quello del bambino/a molestato. Il pedofilo si deve denunciare all'Autorità Giudiziaria, essendo il reato perseguibile d'ufficio (C.P. 361-362), Ma lo psichiatra, essendo appartenente ad una professione sanitaria, deve applicare l'ultimo capoverso dell'art.365 C.P. ("Questa disposizione non si applica quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale"). Sorge un interrogativo : lo psicologo o l'assistente sociale ha una professione sanitaria.? Ho visto qualche assistente sociale buzzicarone di un Consultorio Familiare denunciare l'assistito e scrivere che la denuncia fa parte del trattamento. Ed inviare al Giudice il poveraccio che gli era confidato. Alla faccia dei sogni di Cesare Beccaria.

Per non parlare dei trattamento del pedofilo che oscilla tra psicoterapie desensibilizzanti, psicofarmaci SSRI [tanto non fanno male, anzi, fanno bene a tutti!] e la castrazione chirurgica.

Leggetevi, se volete penetrare nella contraddizione della materia il capitolo 70 di "Treatment of Psychiatric Disorders" di Glenn O Gabbard, redatto da quei due Americani di cui vi parlavo prima, Gene G. Abel e Candice A.Osborn. E vedrete che consigli contradditori.

Non c'è che dire i Disturbi Sessuali, sempre in aumento, costituiscono la spina nel fianco della psichiatria contemporanea.

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