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Donatella Marazziti

"Con te perdo sempre"

Fioriti editore, pag.215, EURO 16,00.

 

Psichiatria e letteratura non vanno sempre molto d’accordo. Questa (con Vittorino Andreoli, Michele Zappella e suo zio, il defunto Mario Tobino) è un’eccezione. La Marazziti è toscana, di Pescia, così come toscani sono ed erano Zappella e Tobino. Il libro ad abbecedario lo inaugurò, peraltro, un veneto, Goffredo Parise, vicentino, con "Sillabario" I e II (1968-1972). L’autrice ricalca con humour e sagacia la strada dell’alfabeto, che viene riempita di aforismi detti in prima (lei) ed in seconda (lui) persona. Si scambiano via E-Mail le definizioni, un po’ bisticciano. Ogni tanto lei (ahinoi) ci mette dentro un suo raccontino od una sua poesia (ahinoi, ahinoi). Donatella, 48 anni, è bella [forse la più bella tra le psichiatre italiane, certo la più seducente] e vive intensamente quest’amore per un bello maturo e sposato. Essa riesce a mettere da parte le molte letture (la ricordo a Cagliari che leggeva "Il Golem"di Meyrink) ed a scrivere di passione con la scioltezza e l’acutezza d’una arguta toscana. Le pagine trasmettono l’amore, l’amore intenso, l’amore puro, l’amore incandescente, l’amore vissuto e ricreato ogni giorno, d’ una complicata biondina in carriera, apparentemente smaltata nello stile di Barbie con gli occhioni verdi e le gambe affusolate, in realtà trepida e vibrante come una moderna adolescente. L’amore fisico è la chiave di volta dell’intera costruzione; lui è un bellissimo banalone, a sentir lei, molto bello e molto conteso, ma dolce e remissivo, ancorché non originalissimo, nel cliché del pilota di aviolinee (quello che provoca nelle hostess la "pilotite"), che non ha mai alcun problema amatorio e che, anzi, potrebbe (e vorrebbe) cimentarsi in gare d’amore con dei superdotati. A lui va bene così, specie quando si avvincono (ad ogni pié sospinto). A lei, forse, necessiterebbe un orizzonte un poco più lirico. Ma l’universo della parola elisabettiana è sconosciuto a "lui", che preferisce il silenzio, l’assenso e l’azione. E chi mai vorrebbe fare l’amore come Romeo o Mercuzio ? Solo un letterato, non un pilota di aviolinee.

Che dietro a questa rappresentazione letteraria (dacché si tratta di un gioco) ci sia la sottile denigrazione di un maschio pecchione è anche possibile. Ma è una denigrazione affettuosa che lascia soddisfatti e contenti. Dicevo prima della prosa e delle poesie. Bene, rompono l’unità del libro, ma fanno anche calare il livello di scrittura, con il periodare ansimante e le descrizioni blese ove abbondano colori ed arcobaleni. E’ un peccato: ricordo che Ezra Pound tagliò metà di "The Waste Land" a Elliot, e questi gliene fu gratissimo tanto da chiamarlo "il miglior fabbro". La Marazziti non ha fatto leggere il manoscritto alle persone giuste.

Conoscendo le molte (e non sempre divertenti) storie d’amore di tanti psichiatri italiani [che mai oserebbero metterle per iscritto ritenendole vergognose] questo libro mi ha allietato e mi ha anche fatto considerare con molto maggior interesse le colleghe psichiatre, che, pare, possano essere anche amanti appassionate, originali , passionali e dedicate.

Antonio Augusto Rizzoli

(Venezia)

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