Maria Pia Giuffrida ricopre lincarico di dirigente superiore di Servizio Sociale presso il Dipartimento dellAmministrazione Penitenziaria, è responsabile della Divisione Misure Alternative dellUfficio Centrale Detenuti e Trattamento e si occupa del coordinamento tecnico-professionale dei Centri di Servizio Sociale per Adulti; nel 1999 ha pubblicato "I Centri di Servizio Sociale dellAmministrazione Penitenziaria" edita da Laurus Robuffo con il dichiarato intento di fornire, non solo agli operatori del settore, un quadro chiaro, adeguato e tuttaltro che superficiale delluniverso del Servizio Sociale per Adulti in Italia.
Forte di una vasta esperienza maturata sia come assistente sociale sia come dirigente di vari centri lautrice esamina in questo testo il ruolo, le competenze e le difficoltà degli operatori nel contesto dellesecuzione della pena.
Partendo dai dati normativi vigenti, descrive i principi generali del trattamento penitenziario nonchè la formazione ed il ruolo dei soggetti che operano nel settore.
Nella seconda parte del testo la Giuffrida analizza la struttura dei Servizi Sociali per Adulti sia dal punto di vista dell'organizzazione teorica, con l'ausilio cioè di modelli astratti, sia dal punto di vista empirico, con la descrizione delle competenze tecniche dei direttori.
L'ultima parte è finalizzata alla descrizione delle competenze istituzionali dei centri ed è pertanto di natura preminentemente tecnica.
Il taglio dato a questa analisi è squisitamente descrittivo-informativo, prova ne è la struttura con cui è stato concepito il manuale stesso che affronta concettualmente, in modo preciso e schematico, ogni aspetto organizzativo, tecnico e burocratico del sistema penitenziario, dei Centri di Servizio Sociale per Adulti e delle loro interazioni. Interazioni queste che spesso, a causa dellontologica diversità finalistica dei progetti dei suddetti enti (gli uni svolgenti unattività di controllo del detenuto, gli altri di supporto e risocializzazione dello stesso), risultano essere quantomai difficili da gestire.
Grazie ad un sempre presente riferimento storico, in ogni parte del testo il lettore è spinto a notare le numerose difficoltà che si incontrano nel cammino legislativo che si propone di studiare soluzioni allannoso problema del dualismo esistente tra la dimensione rieducativa della detenzione e quella della sicurezza sociale riconducendo poi il discorso allo sforzo ventennale compiuto dagli operatori che sono chiamati a tradurre i teorici passi avanti nella pratica del lavoro quotidiano. Non viene, peraltro, affatto ignorato laltro importante problema esecutivo rappresentato dal carico di mansioni amministrativo-burocratiche che, troppo spesso lungo tutta levoluzione storica dei Centri di Servizio Sociale, ha determinato un calo qualitativo e quantitativo dellefficacia delle prestazioni tecnico-professionali degli operatori; questultima situazione, sottolinea più volte lautrice, ha generato una vera e propria perdita di identità lavorativa degli assistenti sociali che, trovatisi dinnanzi ad un aumento dei loro compiti senza avere le forze per adempierli, hanno riposto le loro speranze nella legge Simeoni-Saraceni (che prevede il raddoppio degli organici dei centri).
L'obiettivo informativo che l'autrice si è prefissata sembra raggiunto.
Il linguaggio è chiaro e sempre comprensibile (anche quando i temi trattati sono di spessore dichiaratamente e profondamente tecnico), e parimenti è rispettato il rigore scientifico. Frequenti sono i richiami in note e ampia è la bibliografia, sono presenti inoltre numerose tabelle e dettagliati schemi che costituiscono un valido aiuto nella comprensione della trattazione consentendo al lettore di sviluppare una chiara ed intuitiva rappresentazione dei concetti.
Nella vasta appendice sono riportate numerose lettere e circolari ministeriali rilevanti in materia che offrono, al lettore particolarmente interessato all'aspetto legislativo, un approfondimento esauriente e completo.